Lutto nella radiofonia locale del Triveneto: ad agosto è morta Sondra Righetto, voce e volto noto di Radio Italia Uno e Telenuovo. Una dolorosa vicenda giudiziaria aveva colpito negli anni scorsi Sondra e l’intera famiglia Righetto.
L'estate appena trascorsa ha fatto registrare un grave lutto nell'ambito della radiofonia locale del Veneto. A metà agosto è morta infatti Sondra Righetto (la grafia del nome, un po' singolare, è assolutamente corretta), nome ben noto nell'ambito della radiofonia locale e da molti anni impegnata a Radio Italia Uno di Padova (importante emittente diffusa in buona parte del Triveneto e zone limitrofe).
"Il Gazzettino" del 17 agosto 2004 ha ricordato Sondra con toni commossi, rammentando anche una triste vicenda giudiziaria che l'aveva colpita personalmente negli scorsi, assieme all'intera famiglia Righetto e all'emittente padovana, con una lunga ingiusta 'detenzione preventiva'. Ecco di seguito una sintesi di quanto ha scritto il quotidiano veneto:
"È morta Sondra Righetto, la "voce" di Radio Italia Uno.
Per anni, il giorno di Ferragosto, il suo palcoscenico è stato in Prato della Valle, sulla pedana di Radio Italia Uno, prima, durante e dopo lo spettacolo pirotecnico. Ma l'altro pomeriggio, mentre i padovani si radunavano nell'Isola Memmia in attesa dei fuochi, il suo ultimo palcoscenico è stato un letto di ospedale. E alle cinque su di lei è calato il sipario della vita...
Sondra Righetto, giornalista pubblicista, voce radiofonica e volto di Telenuovo, non c'è più. Consumata da un male incurabile dopo aver subìto l'ingiustizia degli uomini. Lascia la figlia Maria Roberta, appena dodicenne, e il marito Giuseppe Stoppato. Aveva quarantun anni...
Era il marzo 1994 quando gli agenti della direzione investigativa antimafia erano andati a prenderla a casa. Associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla conquista del monopolio delle radio frequenze. Un'associazione che utilizzava estorsioni, minacce, attentati per spazzare via la concorrenza dal mercato. Insomma: mafia dell'etere. Questa l'accusa contestata nell'ordinanza di custodia cautelare dal giudice Gioacchino Termini. In carcere, oltre al marito, era finita tutta la sua famiglia: il padre Giuseppe, conosciuto a Padova col soprannome di Bepi benzina, i fratelli Sandro e Massimo...
L'esperienza del sole visto da dietro le sbarre avevano gravemente provato Sondra che aveva cominciato ad accusare sintomi di malessere al seno. Sottoposta ad accertamenti, non le avevano trovato niente. Ma appena scarcerata - pesava solo trentasette chili - era finita in sala operatoria due volte per rimuovere un carcinoma alla mammella. Troppo tardi.
Al processo, che si è concluso nell'aprile 1997, i giudici hanno assolto tutti. Innocenti. E quattro anni più tardi il verdetto è stato confermato anche dalla Corte d'Appello veneziana. Lo Stato ha risarcito l'intera famiglia per l'ingiusta detenzione sofferta...".