Prosegue su livelli ‘alti’ lo scontro fra La7, la nota emittente di Seat Telecom che ancora deve partire con le trasmissioni ma fa già molto parlare di sé, e il circuito del Nord Italia 7 Gold che,
assistito dallo studio Bonomo (cioè quello dell'avvocato che è ora presidente della Fininvest), ha deciso di dare battaglia 'all'ultimo sangue', installando sul video un bel marchio "La Sette".
Secondo un combattivo Giorgio Tacchino (presidente di Italia 7 Gold), il marchio "7" non può essere usato dalla rete nazionale ex Tmc, perché precedentemente 'riservato' (sia pure con una qualche variante) agli editori locali del circuito stesso.
Ma Tacchino appare un po' isolato in questa lotta 'dura e pura', poiché le altre Italia 7 o Europa 7 o Rete 7 non sembrano intenzionate a seguirne le orme, almeno per ora, senza contare le incognite sul piano legale e l'inevitabile 'effetto propaganda' che tutta la vicenda sta avendo per 'La7' (l'altra, naturalmente, la rivale di Tacchino).
Intanto alla 7 ci sono altri problemi, di tipo decisamente diverso. Si attende di capire, in particolare, quale sarà il reale spazio dell'informazione nel palinsesto e soprattutto se veramente sarà Gad Lerner a gestire la redazione, dopo il mancato arrivo di Enrico Mentana.
In ballo c'è poi, anche e soprattutto, la sorte della redazione sportiva, già confinata in un ruolo marginale su MTv-Tmc2 e ora, dopo tanti anni di 'gloriosa tradizione' su Tmc, candidata all'unificazione con la redazione giornalistica in senso stretto (complessivamente i giornalisti sono un'ottantina, di cui 27 'sportivi').
E in effetti di sport si è parlato veramente poco, finora, per ciò che concerne il palinsesto di La7, mentre certa è la rinuncia a qualsiasi competizione nello spinoso campo dei diritti sportivi.
Al contrario, una direzione di Gad Lerener assicurerebbe, con ogni probabilità, una grande 'visibilità' al Tg dell'emittente.