Via Teulada a Roma, sessant’anni di storia della Tv nel libro di Antonio Lari

Antonio Lari ha dedicato il suo ultimo lavoro al Centro di Produzione TV di Roma che, inaugurato nel 1957, ha rappresentato ed è tuttora il principale nodo tecnico e organizzativo della rete di trasmissione di Rai Way

Studio 1, che ha ospitato famosi spettacoli di varietà come Studio Uno, appunto, e poi il Musichiere per arrivare a I Fatti Vostri; Studio 2, per Indietro Tutta e poi Ballarò, Chi l’ha visto, Presa Diretta, In ½ Ora; Studio 3, con Il Mulino del Po, Domenica In, La Vita in diretta; e così via fino allo Studio 12, per una sfilata di ben noti programmi come L’Altra Domenica, Quelli della Notte, Bontà Loro, 90° Minuto e una passerella di altrettanto noti autori, artisti e giornalisti che hanno riempito l’immaginario televisivo d’Italia e italiani. Ci riferiamo al Centro di Produzione della Rai di Roma in via Teulada 66 che, inaugurato nel 1957 e a quei tempi visitato e invidiato dai principali broadcaster internazionali, ha avuto un ruolo centrale per lo sviluppo della nostra televisione e ancora adesso – pur appannato per l’apertura della sede distaccata delle news di Saxa Rubra – rappresenta il principale nodo tecnico e organizzativo della rete di trasmissione di Rai Way.

Ne parliamo grazie alla recente uscita dell’agile libro a esso dedicato: "Il Centro di Produzione TV di Roma" di Antonio Lari, autore da sempre attento alle vicende di tv e dintorni. Suoi infatti i precedenti “Sistemi di Ripresa e Registrazione in Rai dal 1950 a oggi” (2012) come pure “OB Van Outside Broadcast, ovvero la Tv su Ruote” (2015). Questi, i principali capitoli del libro: Costruire la televisione con le prime trasmissioni sperimentali, Iniziano le trasmissioni regolari, “Io cameraman del primo giorno”, La fabbrica televisiva, Una giornata “tipo” al Centro Tv (tra il ’57 e io ’70), Quale sarà il futuro di via Teulada.

Diciamo subito che non si tratta di un manuale tecnico, bensì di una puntuale esplorazione storico rievocativa, arricchita anche da preziose “foto ricordo” e consistente materiale grafico, completata inoltre da interventi diretti dei già anticipati personaggi come Michele Guardì, che ne ha scritto la prefazione, oppure Pippo Baudo con un suo ricordo personale o Giancarlo Magalli e il giornalista Pino Scaccia per alcuni interventi fotografici.

Forse impaginazione e indice potevano essere migliorati per agevolarne lettura e consultazione, ma se in televisione avverrà quanto già successo con la pellicola – dove la “storia del cinema” è da tempo disciplina riconosciuta – il volume di Lari potrà a buon diritto venirsi a collocare in prima fila.

 

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