Ecco la singolare storia di un ‘telepredicatore islamico’ un po’ diverso dal solito, che propone una religiosità tradizionale ma con mezzi ‘occidentali’…
L'abilità di Amr Khaled nel raccogliere milioni di ascoltatori, in particolare giovani e molte donne, soprattutto nel mondo islamico e nell'ambito degli immigrati islamici dispersi per l'Occidente, consiste nell'usare un linguaggio ed uno stile occidentali per trasmettere messaggi tradizionali e cari alla cultura dell'Islam. Khaled propone una religiosità conservatrice ma appunto con uno stile occidentale (che adotta anche nell'abbigliamento), offrendo una versione dell'Islam meno rigida di quella dei fondamentalisti e di altri telepredicatori islamici, come lo sceicco Al Qaradawi, considerato il capo spirituale dei Fratelli Musulmani, che in una rubrica su Al Jazeera risponde alle domande degli spettatori su qualsiasi tema.
Khaled non nasce predicatore. Cresce in una famiglia tradizionale ma laica. All'università del Cairo inizia a leggere il Corano e a 25 anni, quando si trova al circolo del tiro a segno, all'interno del quale si trova una moschea, gli viene chiesto di tenere un sermone, a causa dell'assenza improvvisa del predicatore. Khaled tiene un sermone sull'importanza delle buone maniere, tanto apprezzato che gli viene chiesto di parlare tutte le settimane.
Quando Kalhed inizia a diventare famoso in Egitto, un suo amico, Abu Haiba, lancia una casa di produzione con l'obiettivo di creare una Tv musulmana. Secondo Abu Haiba, i palinsesti televisivi non devono scindere nettamente i programmi religiosi da quelli di argomento profano ma ogni programma deve essere in qualche modo religioso. L'esempio da seguire non è quello della Tv islamica, noiosa, ma quello delle emittenti cristiane che mischiano abilmente proselitismo e intrattenimento.
È così che i due amici producono un programma in 4 puntate, "Parole che vengono dal cuore". Dopo una sigla che monta immagini sfumate di donne in preghiera con quelle di Khaled che predica ai giovani nello studio Tv, compare lo stesso Khaled seduto ad una scrivania a forma di mezzaluna islamica in una scenografia di pannelli in alluminio e luci viola. Khaled parla, poi qualcuno interviene e tutto si conclude con un'intensa preghiera collettiva. Una preghiera che in genere nel mondo musulmano viene fatta in privato, in famiglia o ad una cerimonia.
Abu Haiba spedisce le cassette del programma a molte Tv ma nessuna lo prende in considerazione. Allora decide di "piazzarle" ai venditori ambulanti del Cairo. Le cassette vanno a ruba, tanto che un dirigente della rete satellitare Dream Tv compra le puntate per mandarle in onda, a richiesta del pubblico, centinaia di volte. Intanto i discorsi di Khaled vanno in onda sulla Tv satellitare Iqraa e nasce un sito Internet che è il terzo più contattato del mondo islamico (registra più di 26 milioni di contatti).
Ma non sono tutte rose e fiori per Khaled. I conservatori lo accusano di essere troppo indulgente con l'Occidente, i moderati sostengono che sia un alleato dei Fratelli Musulmani, altri ancora ritengono che voglia rendere l'Islam più accettabile all'Occidente. I governi occidentali, invece, vi vedono un potenziale alleato per combattere l'estremismo dei giovani musulmani in Occidente.
Il Governo Egiziano, che teme la sua capacitò di riunire le folle, lo avrebbe minacciato, tanto che il telepredicatore nel 2002 ha lasciato l'Egitto e attualmente vive in Gran Bretagna.