La storia e la camomilla

Editoriale gennaio 2014 –

Avrà ragione Antonio Dipollina, severo critico televisivo di ‘Repubblica’, nel dire che ‘proprio non siamo capaci ed è meglio allora lasciar perdere’? Dipollina commentava poco prima di metà gennaio sul quotidiano la fiction ‘Gli anni spezzati – Il Commissario’, dedicata a un tema spinosissimo e delicato come la strage di piazza Fontana a Milano nel 1969, il caso Pinelli e la successiva terribile fase che ha visto il commissario Luigi Calabresi oggetto di una vera campagna d’odio, fino al suo tr…

Avrà ragione Antonio Dipollina, severo critico televisivo di 'Repubblica', nel dire che 'proprio non siamo capaci ed è meglio allora lasciar perdere'? Dipollina commentava poco prima di metà gennaio sul quotidiano la fiction 'Gli anni spezzati - Il Commissario', dedicata a un tema spinosissimo e delicato come la strage di piazza Fontana a Milano nel 1969, il caso Pinelli e la successiva terribile fase che ha visto il commissario Luigi Calabresi oggetto di una vera campagna d'odio, fino al suo tragico assassinio nel 1972 (e lasciamo stare il successivo infinito 'caso Sofri').

Abbiamo già visto sul nostro sito come questa fiction non ci abbia molto convinto, per via dell'insufficiente capacità di rappresentare al meglio quei tragici eventi, che a tanti anni di distanza bruciano ancora in modo indelebile, almeno per le generazioni che li hanno vissuti, e l'abbiamo messa a confronto con una ricostruzione assai più convincente, quella del film di Marco Tullio Giordana 'Romanzo di una strage'.

Ma, senza insistere ulteriormente sull'episodio, il giudizio di Dipollina sulla nostra incapacità di ricostruire mediante la fiction televisiva fatti importanti e controversi del nostro passato (lasciamo stare il presente) sarà proprio giustificato? La Tv deve continuare dunque a fare intrattenimento un po' datato (la ormai famosa 'camomilla per anziani' di Virzì), a raccontare le vite dei Santi, a dedicarsi alle serie d'azione con divi e divette varie (come fa spesso Mediaset), ai romanzoni d'appendice, e a replicare all'infinito serie come 'Don Matteo' (che raccoglie tuttora una gran quantità di pubblico), 'I Cesaroni', 'Un medico in famiglia' e quant'altro? Alla storia allora, magari, ci penseranno i film, appunto.

La questione è naturalmente complicata e non si presta a risposte così estreme, mentre non ci pare ancora definito ad oggi il ruolo di Sky, che pure deve esserci, evidentemente.

Alcuni esperimenti nati in 'area Sky' ci sembravano interessanti, soprattutto nel genere crime, con 'Romanzo criminale' naturalmente in primo piano e nell'attesa dell'annunciatissima 'Gomorra'. 'Boris', a sua volta, aveva avuto il merito di rinnovare il genere 'sitcom', anche con una salutare autoironia sulla fiction stessa. Ma Sky ha anche ambizioni 'generaliste' e non solo nel genere dei 'talent', come dimostrano alcuni recenti ulteriori esperimenti (ci riferiamo al 'giallo tradizionale' 'I delitti del Barlume').

Mediaset ha da tempo una strategia diversa: meno titoli all'attivo, soprattutto poche mini-serie, impianto collaudato e 'classico' delle serie, in buona parte prodotte da società possedute o controllate, temi di forte presa sul pubblico, con azione, sentimenti, mistero e avventura in primo piano. Difficile attendersi qui novità di grosso rilievo (ma non lo escludiamo del tutto, naturalmente).

La Rai invece è appunto un discorso a parte, visto che è quella che ha la produzione più varia, che più distribuisce fra le diverse società di produzione e che affronta temi e situazioni di svariato tipo e genere, non escluse le fiction 'coraggiose' e persino quelle un po' 'sperimentali'.

Che poi il panorama complessivo non sia molto soddisfacente per il palato fino dei critici è anche un po' nell'ordine delle cose, visto che ci sono tante serate da coprire e l'intrattenimento di genere più o meno 'popolare' usa 'codici' e moduli che si ripetono costantemente e difficilmente piacciono a chi invece sia un po' più esigente.

Ecco, ci vorrebbe forse - e riteniamo che non sia affatto impossibile, con la gestione di Rai Fiction affidata a Tinni Andreatta - un po' di più di quella 'eccellenza' che ogni tanto pure sbuca nei palinsesti pubblici. 'Gli anni spezzati', allora, forse è un'occasione mancata ma non ci rassegniamo all'idea che la materia più complessa e controversa (la storia di cui sopra) non possa essere affrontata dalla fiction Tv. Proviamoci ancora, per favore.

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