Il business del cinema guarda alla Tv. Ecco un attento reportage del ‘nostro’ Dom Serafini dall’American Film Market di Santa Monica, in California.

Mentre i dirigenti della componente “business” di Roma Cinema Fest (Rcf) si aspettavano affari cinematografici, i piú pragmatici organizzatori dell'American Film Market (Afm) sono andati dove si trova il vero business per il cinema, cioé nel settore televisivo, sia questo per i nuovi canali digitali in chiaro che per il video-on-demand (Vod).
Nel mondo dell'intrattenimento é noto che i diritti di sfruttamento dei film importanti vengono ceduti ancora prima che i film vengano ultimati. Le cosiddette “gemme” ogni tanto vengono scovate a festival come il Sundance di Robert Redford o il Tiff di Toronto. La maggior parte dei festival cinematografici sono infatti diventate passerelle promozionali, tanto é vero che a Singapore si é voluto sfruttare questo elemento annunciando all'Afm appunto un festival del film (ScreenSingapore, a cui si riferisce la foto di questa pagina) proprio basato sulle passarelle (red carpet).
All'Afm, che si é svolto vicino Los Angeles, a Santa Monica, in California, ai primi di novembre, ha partecipato un solo espositore italiano, Medusa, che tra l'altro era lí principalmente per acquistare film, come del resto alcuni altri operatori italiani, inclusa Mediaset.
Per via dell'Rcf che si é accavallato con le date dell'Afm, pochi acquirenti italiani si sono recati a Santa Monica, al punto che l'Ambasciata americana a Roma sembra aver interpellato l'Istituto del Commercio Estero (Ice) affinché questo incoraggiasse piú italiani a partecipare alla fiera americana, in passato una tappa importante per il settore. L'Ice rappresenta all'estero anche le varie Film Commission italiane.
Che ci fosse tensione tra Rcf ed Afm si era capito a Roma quando é circolata la notizia che i francesi avevano boicottato l'Afm. Notizia ripresa poi dalla stampa specializzata ad Hollywood, tanto che il direttore dell'Afm, Jonathan Wolf, ha voluto dare al sottoscritto collaboratore di questo giornale l'elenco riservato degli acquirenti francesi presenti a Santa Monica, che si sono rivelati essere 66 persone di 28 societá.
La mancanza di espositori italiani all'Afm é anche dovuta all'attuale sistema di finanziamenti del cinema italiano, per cui i produttori si assicurano il guadagno prima ancora che il film esca nelle sale; pertanto la vendita dei diritti all'estero assume un ruolo secondario.
Tornando all'acquisto dei diritti cinematografici, l'evoluzione del business sta creando nuovi problemi ai venditori che, dopo il declino del Dvd, incontrano gli acquirenti che una volta erano interessati solo ai diritti home video ma ora chiedono anche quelli per il Vod e questo in concorrenza sia con le reti Tv che con i tradizionali acquirenti di diritti Vod.
In questo caso la concorrenza crea problemi strategici, nel senso che per cedere i diritti per quel poco che é rimasto dei Dvd si devono includere anche quelli del Vod, sacrificando a volte la vendita alla Tv. Inoltre, visto che il modello finanziario del Vod si basa principalmente sulla divisione delle entrate, non vendendo questi diritti ad un acquirente specializzato, si rischia di vedere il proprio film al fondo del palinsesto, con poche possibilitá di visione da parte dei consumatori.
Infine una nota di colore per ció che riguarda la sfida delle fiere tra Roma ed Hollywood. A differenza degli anni scorsi, all'Afm non sono circolate riviste italiane di settore; anzi alcune di queste riviste si sono dette non interessate nemmeno a pubblicare un resoconto di una fiera importantissima come quella di Santa Monica.