Ecco il consuntivo di un interessante incontro svoltosi di recente nell’ambito di una specifica giornata organizzata dall’Osservatorio Tutti Media (OTM) presso la sede di Rai Pubblicità a Milano.
L'innumerevole diffusione dei diversi tipi di luminescenti schermi da cui pullula, per ciascuno, quanto emerge dagli infiniti rivoli carsici ed eterei delle attuali infrastrutture costituisce, nel suo insieme, l'attuale ecosistema della comunicazione elettronica. La fruizione di ciò che sta “dietro” al singolo schermo, scelto tra i tanti tipi disponibili secondo le proprie esigenze, avviene a seguito di una attività di “ricerca” che l'utente compie nel sotto-ecosistema dei contenuti disponibili piuttosto che come “scelta” usualmente compiuta nell'ambito di bouquet preconfezionati e proposti.
Anche flussi di contenuti già sgorgati dagli infiniti rivoli, ma raccolti in appositi serbatoi da parte dei producer, sono resi a loro volta, sempre su richiesta ed eventualmente secondo un proprio progetto di utilizzo, comunque disponibili. In ogni caso lo schermo prescelto, peraltro sempre più spesso associato in modo sincronico con un altro, trasmette, abbinate alle informazioni e all'intrattenimento, anche emozioni.
È su questo ecosistema a cui accediamo con infiniti schermi che Derrick de Kerchkove attiva la nuova disciplina scientifica battezzandola “schermologia”.
La complessità del tema nei suoi aspetti semantici e tecnologici, soprattutto per la difficoltà nella rilevazione della fruizione dei messaggi a livello di singolo schermo, non può che essere affrontata nei termini più ampiamente culturali possibili, cioè con capacità di sintesi interdisciplinare.
Questi temi sono stati affrontati nella giornata organizzata dall'Osservatorio Tutti Media (OTM) presso la sede di Rai Pubblicità a Milano lo scorso 21 novembre, dove, a nostro avviso, si è parlato di Smart Television più che di Smart Tv, mettendo il segno più sull'insieme tra il diffusamente disponibile (contenuti A/V di cui quelli televisivi sono ancora parte predominante) e le modalità fruibili, piuttosto che sullo storico box e sulle sue varianti, che conosciamo.
Non a caso l'incontro di lavoro, organizzato in collaborazione con Egta, l'Associazione delle concessionarie europee di pubblicità televisiva e radiofonica, e Eurovisioni, l'Associazione internazionale dei professionisti dell'audiovisivo, ha visto la presenza delle diverse fattispecie di player della comunicazione elettronica che oggi presidiano questo “nostro” territorio dei contenuti A/V e su cui insistono, assieme a tutti gli altri player anche quelli della Televisione.
C'erano, fra gli altri, studiosi di valore mondiale come appunto Derrick de Kerchkove, continuatore delle attività di Mac Luhan e direttore scientifico di OTM, e specialisti della comunicazione elettronica come Gino Alberico del Centro Ricerche Rai, che ha illustrato gli studi e i test sulla compressione dei segnali, per sfruttare le capacità di banda, e anche come si arriverà dal collaudato MPEG-2 all'HEVC. Inoltre, manager delle attività di sviluppo delle Telco come Gian Paolo Balboni, di Telecom Italia, che ha trattato della diffusione della connected television basata sull'accordo tra operatori di Tlc, costruttori di televisori e detentori di videoteche (Netflix, Amazon, la stessa Rai e cosi via).
Ancora, Pieranna Calvi e Marina Ceravolo, di Rai Pubblicità, che hanno illustrato come e con quali tecnologie il Gruppo Rai imposta la propria offerta pubblicitaria in un siffatto e complesso ecosistema. La caratterizzazione sarà su cross e trans-medialità di contenuti e format, che potranno essere utilizzati sulle varie piattaforme e devices insieme ai messaggi commerciali. È la nascita della Social Television che impone al broadcaster nazionale il continuo studio parallelo dei bisogni degli utenti-telespettatori e degli utenti- industriali. Televisione sociale che, appunto per questa definizione, dovrà essere monitorata non solo per la quantità di audience ma anche per la qualità dei contenuti, per l'impatto e l'engagement che suscita nel pubblico.
Alberto Dal Sasso, Direttore di Nielsen Media, ha confermato che occorre “far atterrare” l'innovazione affinché dalle idee possano nascere effettivi comportamenti positivi per il consumo e lo sviluppo economico. Vanno fatti sforzi per eliminare il gap tra la tecnologia avanzata e la gestione della vita di tutti i giorni.
Le conseguenze specifiche sul terreno propriamente culturale le ha illustrate Maria Pia Rossignaud, direttore di 'Media Duemila', raccontando, come esempio ed in anteprima, la sua esperienza al Visionarium di Hong Kong, che ha potuto visitare e testare personalmente. Attraverso una quantità enorme di immagini è possibile costruirsi una sequenza-filmica personalizzata.
Per affrontare questi affascinanti temi, oltre al lancio del “Manifesto per la cultura digitale” Maria Pia assieme a Derrick e all'OTM preparano le basi per la costruzione di un “Laboratorio di Intelligenza Connettiva”. Sta per essere fondato anche un Network internazionale di Cultura e Tecnologia, avviato tra l'Osservatorio TuttiMedia e EIT ICT Labs, l'Istituto Europeo di innovazione tecnologica di Trento, il Mc Luhan Program di Toronto, il Nano Technology Media Lab di Rio de Janeiro, con la collaborazione della School of Creative Media di Hong Kong e altri prestigiosi istituti europei americani e asiatici.
È prevista una Network Room, per mettere in comune i progetti, una Academy of Talents, come palestra-laboratorio per i ricercatori selezionati, una serie di iniziative 'educational' per favorire la formazione, ma ci saranno anche iniziative tipo 'business', per andare incontro alle esigenze delle imprese.
Di tutto questo non mancheremo sicuramente di informarvi.