Nella risoluzione sull'informazione in Rai, votata all'unanimità dalla Commissione di Vigilanza, si invita il vertice della Tv pubblica a «procedere ad una revisione» del piano sui tg voluto dal dg Luigi Gubitosi «con l'obiettivo di garantire il pluralismo e l'identità editoriale delle singole testate».
Si tratta di una formulazione più morbida rispetto alla precedente del testo messo a punto dal relatore Pino Pisicchio, nella quale si diceva che «il progetto non sembra garantire il pluralismo e l'identità editoriale delle singole testate e un loro adeguato raccordo con le reti di riferimento». Gubitosi dovrà comunque rivedere, pur nel rispetto dell'autonomia aziendale che l'atto della Bicamerale richiama, il suo testo prima di portarlo all'approvazione del cda. Dovrà inoltre, secondo quanto stabilisce la risoluzione, informare la Vigilanza, anche se la norma che prevedeva un ulteriore passaggio formale in Commissione è stata eliminata nella versione finale.
Nel testo, che si compone di 17 punti, si incoraggia da un lato «l'accelerazione di un processo non più rinviabile di riforma dell'informazione» Rai volta «non solo a evitare sprechi e duplicazioni e a promuovere necessarie sinergie tra le attuali testate giornalistiche, ma anche a favorire nel contempo un aumento della qualità e della diversificazione dell'offerta e a consentire una migliore razionalizzazione delle risorse umane della Rai, attingendo alle professionalità esistenti all'interno dell'azienda». Dall'altro lato, si invita a «rafforzare la definizione di una precisa linea editoriale, che caratterizzi l'offerta informativa di ciascuna delle testate giornalistiche» con i rispettivi marchiTg1, Tg2, Tg3, Tgr, Rainews e Rai Parlamento.
Nella risoluzione si auspicano anche procedure trasparenti per la nomina dei direttori delle testate «che prevedano la pubblicazione sul sito dell'azienda di un avviso pubblico» che «dovrà contenere, tra i requisiti richiesti, il possesso di una pregressa esperienza giornalistica di eccellenza». “Gli organi competenti - prosegue il testo - potranno poi procedere alla nomina sulla base di una valutazione comparativa dei curricula”.
A contestare il piano è stata soprattutto Forza Italia. «Ciò che emerge dalla commissione di Vigilanza Rai - avverte Maurizio Gasparri - è tutt'altro che un avallo alle cervellotiche manovre tese a smantellare i telegiornali del servizio pubblico. Inutile che i capi azienda mettano in giro bugie che irritano chi deve decidere».
Nell'ultima versione del testo sono stati comunque smussati i punti maggiormente critici nei confronti del piano.
Il piano prevede la nascita di due newsroom (una con Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, l'altra con Tg3, Rainews24 e TgR), che poi, nel tempo, sono destinate a diventare una sola.
Dovrebbe essere comunque il prossimo vertice (l'attuale è in scadenza a maggio) a procedere all'applicazione della riforma e, forse, anche alle nomine dei nuovi direttori. I tempi dell'avvicendamento in Rai sono comunque legati alla riforma della governante, che Renzi è tornato recentemente ad annunciare per marzo.
Fico ha annunciato che presto sarà il Movimento 5 Stelle a presentare una proposta di riforma per slegare la Tv pubblica dai partiti. Il presidente della Vigilanza ha anche lanciato allo stesso tempo la campagna #FirmeRai per invitare governo e azienda a firmare il contratto di servizio 2013-2015, fermo in un cassetto da mesi, ma in grado - secondo il parlamentare - di garantire una Rai «più attenta ai bambini e più trasparente, con un canone più equo e senza spot sul gioco d'azzardo».
Ricordiamo che questa incredibile vicenda del contratto di servizio pronto ma non firmato da mesi pur essendo in fortissimo ritardo era stato evidenziata da un articolo di Angelo Zaccone Teodosi proprio sul nostro ‘Millecanali’.