Il 3 gennaio un lungo speciale di ‘Techetechetè’ ha celebrato in prima serata i 60 anni della Televisione in Italia. Un successo anche di ascolti per l’accuratezza della ‘confezione’. A seguire c’è stato uno Speciale Tg1 su ‘60 anni di Tg’.
Lo 'Speciale Techetechetè' per i 60 anni della Rai ha registrato venerdì 3 gennaio 4.757.000 telespettatori, per uno share del 19,02% su RaiUno. Un buon ascolto, non così scontato alla vigilia, perché è vero che il programma, 'figlio' della passione e della capacità organizzativa di Michele Bovi e curato anche stavolta da Elisabetta Barduagni, è stato primatista d'ascolto per tutta la scorsa estate ma con una formula diversa, quella del programma quotidiano di 'access prime time'. La durata era dunque più limitata, la trasmissione copriva una fascia oraria leggermente differente e necessariamente molto era legato all'abitudine, al piacere del pubblico di ritrovare ogni sera una trasmissione bella e divertente.
Coprire un'intera prima serata (si è andati dalle 21.30 circa alle 23. 40 e passa) era dunque cosa diversa e più impegnativa, non è detto che la cosa piacesse, anche perché - diciamolo - quel giorno la Rai aveva già un po' abusato della nostra pazienza di telespettatori, ricordando l'anniversario dei suoi 60 anni un po' in tutti i programmi delle varie reti. Per fortuna 'Techetechetè' è una cosa decisamente diversa dalle cerimonie celebrative e ha il fine primario di divertire chi la fa, per prima cosa, e poi anche il pubblico, ovviamente, allo stesso tempo ricordando tante cose, programmi, personaggi, idee televisive, iniziative che hanno caratterizzato il video pubblico in sei decenni, dal 1954 ad oggi, per giunta senza imboccare per forza le strade più battute (ovvero i filmati già visti e stravisti) ma cercando nelle Teche Rai cose curiose, divertenti, simpatiche, originali.
Il lavoro era ovviamente un po' massacrante e poteva anche spaventare un po' alla vigilia ma siamo sicuri che Bovi, la Barduagni e tutta l'équipe non si sono di certo persi d'animo, affrontando l'impresa con il consueto spirito 'da battaglia'.
Dato che la formula della scorsa estate era tanto piaciuta, c'era anche continuità in questo 'Speciale Techetechètè', c'erano anche i 'voltapagina' (i personaggi 'diversi' che con una battuta fanno sì che si 'cambi argomento'), stavolta sparsi qua e là nei tanti minuti dello 'specialone', e c'era Johnny Charlton, non a leggere con inimitabile inflessione inglese i titoli di coda ma ad annunciare la lettera dell'alfabeto di turno. Questa volta le lettere dell'alfabeto erano infatti tutte insieme in una sola puntata, a segnalare l'eccezionalità dell'evento, i 60 anni della Tv in Italia, appunto.
Ci siamo appuntati le lettere dell'alfabeto (anche le più 'strane', diciamo così) con il relativo argomento. E allora, salvo errori ed omissioni, eccole: A come Antenna (a introdurre il tema della Televisione, diciamo così); B come Ballo; C come Censura; D come Duo; E come Errori; F come Festival (finalmente dunque Sanremo, come si può immaginare); G come Giovani; H come Horror; I come Imitazioni; J come Juke-Box (e qui Bovi giocava ancor più 'in casa'); K come Killer; L come Letteratura (ma sì, gli sceneggiati famosi d'epoca); M come Magia; N come Notizie; O come Orchestra; P come Pubblicità (i Caroselli, manco a dirlo, mentre per annunciare gli spot veri, che pure non potevano non andare in onda, ci si è inventati qualche battuta, come faceva Costanzo con i 'consigli per gli acquisti'); Q come Quiz (finalmente, anche qui); R come Rivista; S come Sport (naturalmente); T come Telefono; U come Unità d'Italia (qui sono ricomparsi anche i famosi dialetti italiani); V come Venere; W come West; X come Xenofilia (ovvero l'amore per le 'mode' e le parole provenienti dall'estero); Y come Yoga e Benessere; Z come Zoo.
Cosa resta di queste due ore abbondanti? Una marea di cose belle da (ri)vedere che non possiamo naturalmente elencare neppure per accenni. Ne citiamo qualcuna, fra le tante, allora. In apertura, un Calindri che annunciava i 60 anni della Tv (dovrebbe essere un filmato d'epoca in cui si immaginava una celebrazione successiva dei 60 anni del piccolo schermo); un filmato con le mitiche annunciatrici Rai nei camerini in cui a sorpresa ci è parso di intravedere un seno nudo (ma non ci giureremmo, il ritmo era come sempre indiavolato); Cino Tortorella nell'originario Zurlì mago del lunedì; Morandi in mutande; Costanzo con Salmeri e Cicciolina (un mito, davvero); La Zingara - Cloris Brosca altrettanto mitica del pre-serale Rai; Everardo Dalla Noce; Fazio che, giovanissimo, imitava Vespa; Pisu e Provolino; Febo Conti in 'Chissà chi lo sa'; un mitico Maurizio Micheli che, giornalista del Tg, si collegava con se stesso in esterna; lo straordinario Enrico Simonetti; la memorabile esclamazione 'scostumata!' detta al telefono da Franca Valeri; l'altra telefonista straordinaria Bice Valori; Abbe Lane; Marisa Laurito che faceva 'la mossa'; un mitico provino di Gloria Guida; Giuliano Gemma che interpretava Ringo e Mino Reitano che ci provava anche lui; Furia cavallo del West; Jannacci e Gaber in 'Be bop a lula'. A chiudere, Renato Zero che intonava, fra ieri e oggi 'Viva la Rai'.
E all'insegna della continuità, non potevano poi mancare Toni Ucci, Enrico Viarisio e i Rokes, di cui Charlton ha fatto parte.
Che dire? Le due ore di cui sopra sono passate in un baleno e staccarsi da quella meraviglia (la scatola magica con suoni e immagini, la Televisione, appunto) è stato davvero difficile. Complimenti a tutti, allora, e avanti così, naturalmente.
A seguire, verso mezzanotte, è andato in onda uno sperimentale '60 anni di Tg', curato da 'Speciale Tg1', un modo per raccontare la storia italiana anno per anno, dal 1954 ad oggi, attraverso quel che annunciarono i Telegiornali (ma - ci è parso - anche qualche cinegiornale, forse perché dei primi anni resta poca documentazione). Bello, naturalmente, una lunga cavalcata nella storia italiana per immagini, anche se non si può parlare in questo caso di una 'storia dei Tg'; è stato in realtà più un modo per ricordare i fatti e i personaggi italiani di 60 anni che non i protagonisti dei telegiornali (c'era poco studio nello speciale, per capirci, a favore di molti filmati). Insomma, qui ci pare ci sia ancora tantissimo da fare, sempre sul filo della memoria più che della nostalgia.
Se non altro, però, si è partiti anche qui con un esperimento impegnativo, nell'ambito di una serata-notata che, tutto sommato, ci è sembrata pienamente 'da servizio pubblico'.