L’anima antisociale dei social media

Alcune riflessioni sugli attuali sviluppi e sulle ‘tendenze’ nel modo di usare i social media che attualmente ‘vanno per la maggiore’.

Una volta, quando i vari Facebook e Twitter non erano ancora cosí diffusi, si poteva parlare di 'social network', poi piú comunemente chiamati 'social media' quando questi mezzi di comunicazione tra parenti, amici e conoscenti via Internet hanno cominciato loro stessi a generare news.

Oggi si puó dire di tutto, eccetto che siano 'sociali'. Anzi, vedendo come molte persone impiegano questi mezzi, la definizione piú accurata potrebbe essere 'anti-sociali', se non addirittura 'cyber bully'.

Si passa da un estremo - dove questi network vengono usati per isolarsi dal mondo - all'altro, quando li si impiega per minacciare, offendere, ridicolizzare e sminuire il prossimo.

Recentemente, mentre cenavo da solo in un ristorante cinese di Singapore (avevo ordinato il granchio al pepe, uno dei miei piatti preferiti, che peró é scomodo da mangiare e bisogna gustarselo da soli per evitare imbarazzi), vicino al mio tavolo si sono sedute due giovani ed eleganti ragazze cinesi. Dopo aver scambiato alcune parole con il cameriere, hanno cominciato a visionare i loro smartphone senza piú rivolgersi la parola per tutta la durata della cena.

Questo é un tipico esempio di isolamento condiviso. La maleducazione si manifesta quando si invita un amico, conoscente o collega a pranzo e questo nel mezzo della conversazione improvvisamente si isola nel suo mondo per concentrarsi a rispondere alle e-mail.

I casi estremi si manifestano quando persone esaltate insultano o minacciano via Facebook o Twitter, come nel caso di Caterina, la ragazza padovana di 25 anni che studia veterinaria ed ha quattro malattie genetiche e che senza ricerca scientifica sarebbe morta a nove anni. Caterina é stata raggiunta da oltre 30 auguri di morte e 500 offese personali - da parte di persone che la stampa italiana ha definito 'nazi-animalisti' - per aver pubblicato su Facebook un messaggio a favore della sperimentazione animale dei farmaci. Uno dei messaggi diceva: “Caterina, se crepavi anche a nove anni non fregava nulla a nessuno”. In un altro si leggeva: “Se per darti un anno di vita sono morti anche solo tre topi, per me potevi morire pure a due anni”.

Stessa sorte é stata riservata all'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani quando é stato colpito da ictus. “Speriamo che ci resti secco” - ha scritto un uomo. Un altro ha commentato: “Spero che arrivi morto all'ospedale”.

Ció che sorprende non é tanto la cattiveria di questi individui che Internet mette a nudo, ma il fatto che abbiano seguaci. Se tra gli amici di Facebook si scoprisse una persona la cui vera natura é disumana, la prima cosa sensata da fare é toglierla dal gruppo. Questi tipi di persone sono dei 'talebani' socio-politici, accecati dalla propria natura antisociale che, purtroppo, viene spesso avallata da un gruppo di amici educati e rispettosi.

Naturalmente ci sono persone educate che diventano aggressive appena toccano il volante di un'auto, ma c'é sempre il timore di una multa, di incidenti o di una condanna a frenarli. Con Internet invece, la vera personalitá di una persona ha tutto il modo di esibirsi senza conseguenze e senza freni. E non perché Internet offra un mezzo di comunicazione relativamente nuovo.

Anche durante i primi anni di interattivitá, quando il mezzo era a disposizione di una ridotta cerchia di persone piuttosto abbienti, si manifestavano fenomeni antisociali e di pura maleducazione.

Da notare che il 'social network' non é una cosa cosí nuova. Nacque nel 1978 con il 'Bulletin Board System' e, prima ancora, negli anni '30, con il 'Friendship network'.

Il termine social network é apparso nel 1994 con l'avvento di Geocities, Open Diary nel 1998, MySpace nel 2003 e Facebook nel 2004. Si pensa che il termine 'social media' sia stato coniato nel 2004 ed oggi, nel 2014, si é trasformato in 'social odio', come ha scritto 'la Repubblica' del 7 gennaio.

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