L’Antitrust e la Vigilanza

Persino l’organismo presieduto da Catricalà, finora poco ‘solerte’, si accorge che in Italia qualche problema di concentrazione nel settore editorial-televisivo c’è e non giudica “opportuno” che Berlusconi decida sull’incrocio Tv-giornali. Intanto la Viglianza “gioca” con le ‘targhe alterne”…

Ecco da www.repubblica.it la questione dell'incrocio Tv-giornali vista dall'Antitrust:

«Non può essere il proprietario del più grande impero televisivo privato italiano a decidere sugli incroci stampa-tv. L'Antitrust interviene sulla disposizione contenuta nel Decreto Milleproroghe con la quale si elimina dal primo aprile il divieto di acquisire giornali per le imprese già titolari di network televisivi nazionali.
E' "inopportuno", sostiene l'Antitrust, attribuire al presidente del Consiglio il potere di prorogare o no il divieto di incroci proprietari tra giornali e tv successivamente al 31 marzo 2011, come prevede il decreto Milleproroghe.
L'autorità garante per la concorrenza lo ha scritto, facendo riferimento alle norme sul conflitto di interessi, in una segnalazione ufficiale inviata allo stesso presidente del consiglio ed ai presidenti della Camera e del Senato. Nella stessa segnalazione, l'Antitrust esprime l'auspicio che la disciplina del divieto di incroci sia sottratta alle competenze dell'attuale premier.
"Senza una modifica in questa direzione della norma - scrive l'Antitrust - l'adozione o la mancata adozione dell'atto di proroga, anche senza integrare automaticamente una fattispecie di conflitto di interessi, dovranno essere valutati dall'Antitrust, per verificare l'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del presidente del consiglio e il danno per l'interesse pubblico".
L'Autorità - si ricorda nella nota - già il 20 gennaio scorso aveva ricordato al governo che l'estensione della validità temporale del divieto, direttamente disposta dal decreto legge, era stata esplicitamente auspicata dall'autorità per le garanzie nelle comunicazioni per tutelare il pluralismo dell'informazione: per tale ragione, non poteva essere configurata come un vantaggio patrimoniale del presidente del consiglio. Tuttavia - ha concluso l'Antitrust - la disciplina di un settore sensibile come quello editoriale, richiedeva un atteggiamento di precauzione che evitasse l'attribuzione di ogni potere discrezionale in capo al premier"».

Anche l'Agcom si è schierata sulla stessa linea.

Però - viene da osservare - se non decide il Governo chi decide? Ormai la scadenza del divieto è così vicina che si può ipotizzare un decreto legge e i decreti legge li fa il Governo. Ci penserà il Parlamento con una legge-blitz? Pare improbabile ma vedremo. Altrimenti non si farà nulla e il divieto scadrà, semplicemente. Ma non sembra quest'ultima la strada più probabile, nonostante tutto.

Intanto in Vigilanza continua la manfrina davvero stucchevole sull'atto di indirizzo sul pluralismo per la Rai. La versione che abbiamo criticato su questo sito qualche giorno fa, con aspetti assai ridicoli, è stata abbandonata com'era fatale, ma il relatore di maggioranza Alessio Butti ci prova con le 'varianti'. Ma queste ultime ottengono identici effetti comici.

L'idea di alternare i conduttori del martedì e giovedì per cercare di far parzialmente fuori Floris e Santoro è ridicola di per sé e fa a pugni con qualsiasi logica televisiva (quali ascolti farebbero i conduttori “in quota centro-destra” di fronte a due professionisti da tanti anni in onda? Quali danni ne subirebbe la Rai?). E, con questa logica, perché non alternare anche i direttore dei telegiornali, al Tg1 allora mettiamo un giorno Minzolini e un altro, magari, Concita De Gregorio. Così, per provare…

Questa ennesima bozza potrebbe fare la fine delle precedenti, perché palesemente ridicola, ma la ricerca di un modo per far tacere Santoro, Floris o la Gabanelli sicuramente continuerà. Masi questo doveva fare, secondo Berlusconi, e per questo è sempre “a rischio”.
Quel che invece non si capisce è perché il presidente Zavoli continui a cercare di tessere una tela che non 'tiene' (palesemente) e voglia arrivare a un testo condiviso, magari, da votare. Forse la Vigilanza avrebbe di meglio da fare…

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