«La bellezza della nostra associazione è quella di aver creato una casa comune. Pertanto, oggi la nostra casa è la vostra casa, e siamo felici di ospitarvi, anche perché solo facendo sistema imprenditoriale, culturale e valoriale si possono non solo superare le difficoltà, che sempre ci sono, ma progettare possibili migliori futuri per le nostre aziende, per chi lavora a favore del nostro Paese e per il mondo tutto della Comunicazione».
Questa frase fa parte del breve discorso iniziale pronunciato da Paolo Ruffini, Direttore di Tv2000, nel presentare l’Assemblea Generale 2017 di Confindustria Radio Televisioni (CRTV), svoltasi al Centro Congressi della stessa emittente CEI, il 6 luglio scorso. La lunga relazione introduttiva - durata oltre 40 minuti - è stata invece tenuta da Franco Siddi, presidente CRTV, il quale ha fatto un excursus ‘a tutto campo’ sul mondo radiotelevisivo ‘& dintorni’, sia in Italia che all'estero, tanto nel campo pubblico quanto in quello privato. Ovviamente, per ragioni di spazio, riassumiamo di seguito solo i passaggi salienti della relazione di Siddi.
«Innanzitutto, un saluto particolare - ha esordito il presidente - ai nostri relatori Antonio Martusciello, Commissario AGCOM, Antonello Giacomelli, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), e a Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, intervenuto per la prima volta a una nostra assemblea». Tra parentesi, riferiamo che comunque la sala ‘pullulava’ di svariati ‘volti noti’ dell'emittenza nazionale, quali, solo per citarne alcuni: Fedele Confalonieri, Gina Nieri, Marco Pellegrinato, Roberto Sergio, Egidio Viggiani, Marco Ghigliani, Stefano Selli, Filippo Rebecchini, Antonio Marano, Maurizio Giunco, Roberto Giovannini, Eduardo Montefusco, Giancarlo Leone, Monica Maggioni e Mario Orfeo (quest’ultimo, nuovissimo Direttore Generale Rai, giunto quasi in sordina).
Chiusa la parentesi, riferiamo altresì che Franco Siddi nel suo speech ha toccato svariati temi: dalla ‘mission’ di servizio pubblico al mercato unico digitale; dal problema degli operatori di rete (CRTV ha ottenuto il ritiro di un emendamento finalizzato a imporre un ulteriore onere a carico dei proprietari di tralicci e di antenne ripetitrici radio-tv) alla fiscalità; dal diritto d’autore ed introiti collegati fino alla Legge sul Cinema e l'Audiovisivo.
Il presidente di CRTV ha affrontato anche il problema del passaggio della banda 700 MHz a favore del 5G e quello della “concorrenza sleale” da parte degli OTT, che in poco tempo hanno creato posizioni dominanti a livello globale e nazionale.
«Non chiediamo certo - ha proseguito il Presidente - di fermare l'evoluzione e l'innovazione, chiediamo solo di gestire il cambiamento, ponendo le basi per un’equa competizione nel sistema, esteso alla Rete.
Ad ogni modo, la crisi del settore televisivo locale non conosce fine ed è un vero problema. La raccolta pubblicitaria è crollata, con ricavi totali passati da 647 milioni di euro, in era analogica, a 318 milioni di euro del 2015. Questo ha intaccato pesantemente il capitale sociale delle aziende e bruciato le ricapitalizzazioni effettuate dai soci negli ultimi anni. Dal Nord al Sud d’Italia, poi, imprese televisive storiche hanno cessato l'attività per liquidazione volontaria o talvolta per fallimento. Stiamo perdendo centinaia di professionisti (giornalisti, tecnici e amministrativi), nonché quote di un patrimonio unico per libertà, pluralismo e presidio informativo sul territorio. Ciò nonostante ci sono ancora 70/80 emittenti locali che con grandi sforzi economici creano occupazione, mantenendo un’impostazione industriale organizzativo-produttiva e fornendo un servizio informativo di pubblica utilità sul territorio locale. Queste aziende rappresentano un’imprescindibile realtà, in attesa di una seria riforma di sistema».
«Va meglio per le Radio nazionali - ha detto Siddi in un altro passaggio del suo lungo ed articolato discorso - , con un sostanziale incremento (ultimamente) di ascolti, di investitori pubblicitari e di copertura DAB+. Diversa è invece la situazione dell'emittenza radiofonica locale, che rappresenta circa il 40% dell'ascolto complessivo.
Dopo otto anni dell'emanazione della delibera 664-09-CONS dell'Agcom (che regolamenta la fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica numerica), la radiofonia locale non ha ancora un piano di assegnazione delle frequenze digitali. Insomma, non c'è più tempo da perdere, caro Sottosegretario.
Occorre intanto, altresì, accelerare l'iter per l'approvazione del nuovo Regolamento che stabilisce i criteri di ripartizione ed erogazione dei contributi alle imprese radiofoniche e televisive locali».
«Accolgo volentieri - è stata la risposta di Giacomelli - la sollecitazione del presidente Siddi, per avviare fin da settembre in modo formale questo percorso. All’interno del quale io penso possa trovare una soluzione definitiva anche il tema della radiofonia.
Noi non abbiamo perso settimane in inutile attesa, ma abbiamo esplorato le possibilità che le associazioni suggerivano, ivi compreso il ‘mitico’ canale 13, purtroppo inutilizzabile perché oggi adoperato dalla Difesa. Però immaginiamo che dentro il ragionamento della Banda 700 MHz una parte dello spettro possa essere dedicata in modo permanente anche a risolvere la questione del DAB, che oggi con la formula DAB+ si dimostra una strada percorribile. E dunque ben volentieri, subito dopo la pausa estiva, insieme a tutti i protagonisti, possiamo avviare questo tavolo su cui finora abbiamo lavorato con grande attenzione.
Spero, poi, sia possibile concludere presto il percorso del nuovo Regolamento citato per l’emittenza televisiva e radiofonica locale».
Prima ancora di Giacomelli la parola era andata ad Antonio Martusciello, il quale ha svolto alcune considerazioni integrative che hanno tenuto conto del ruolo del regolatore di media e intrattenimento. Citando fra l'altro il pensiero di Umberto Eco, secondo cui le tecnologie non possono essere intese come strumenti intelligenti che aiutano persone stupide, bensì come strumenti talvolta stupidi che funzionano solo nelle mani di persone intelligenti.
Le conclusioni dell’Assemblea Generale 2017 di Confindustria Radio Televisioni, invece, sono state affidate a Vincenzo Boccia, che ha chiuso il proprio lungo intervento dicendo che se si è contro l'industria si è contro l'Italia, perché il successo dell'Italia rappresenta il successo dell'industria. «Già solo questo - ha argomentato Boccia - ci basterebbe per aver fatto un grande lavoro. Ci accontentiamo del… minimo sindacale».