È meno punitivo di quel che si temeva il regolamento sulle Web Tv varato nei giorni scorsi dall’Authority, che ha anche approvato il regolamento della gara per l’assegnazione del ‘dividendo digitale’.
Vediamo le notizie in merito da www.repubblica.it:
“Il mondo delle Web Tv non può cantare vittoria, ma tirare un sospiro di sollievo, questo sì. L'Agcom ha varato le regole per le emittenti su Internet, che sono meno rigide rispetto alle ipotesi iniziali. Nessuna autorizzazione, l'esclusione dalla regolamentazione sotto un tetto di ricavi e un contributo una tantum inferiore rispetto alle bozze di partenza: questi i punti centrali del provvedimento, che ha trovato l'opposizione di due commissari.
Via libera, come ampiamente atteso, anche al regolamento per la gara per le frequenze del digitale terrestre, mentre è slittata la discussione sulla tutela del diritto d'autore su Internet. Una discussione accesa ha animato il Consiglio dell'Autorità, chiamato ad approvare la disciplina attuativa del decreto Romani sui servizi media audiovisivi. I regolamenti, che riguardano le emittenti con palinsesto e quelle on demand, si applicheranno solo ai soggetti con ricavi superiori a 100mila euro annui.
Non è prevista alcuna autorizzazione, ma gli operatori dovranno comunque comunicare l'apertura di un'attività, avvalendosi del silenzio-assenso. Nessun canone annuale, ma un contributo una tantum di 500 euro per i servizi tv e di 250 euro per quelli radiofonici.
I commissari di opposizione Nicola D'Angelo e Michele Lauria hanno votato contro il provvedimento, pur apprezzandone i miglioramenti. Dubbi sono sorti sull'opportunità di estendere ad Internet un impianto normativo tipico delle Tv tradizionali che prevede - ad esempio - responsabilità editoriale, obbligo di rettifica e tenuta del registro dei programmi. Perplessità sono state sollevate anche sulla disciplina - ritenuta troppo vaga - prevista per gli aggregatori di video, come YouTube, che sono esclusi, a meno che non abbiano una responsabilità editoriale e non facciano concorrenza alla Tv.
C'è da attendersi che anche in Rete non mancheranno le proteste. L'associazione dei Radicali, Agorà digitale, minaccia di disobbedire alla normativa, mentre il senatore del Pd Vincenzo Vita chiede di ascoltare il presidente dell'Autorità, Corrado Calabrò, in Parlamento. Ed è slittata… la discussione sul contestato regolamento per la tutela del diritto d'autore sul web. I commissari avrebbero deciso di prendere in attenta considerazione le regole europee per tentare di ripianare le divergenze. Tra i punti critici: l'obbligo di comunicare all'Autorità i dati sul traffico, l'oscuramento dei siti senza passare attraverso l'autorità giudiziaria e il blocco delle porte IP utilizzate per lo scambio di file coperti da copyright.
È passato, invece, con il voto contrario di Sebastiano Sortino, Nicola D'Angelo e Michele Lauria, il regolamento per la gara per i cinque multiplex per la trasmissione in digitale terrestre. Il testo, che ha ricevuto il parere favorevole della Commissione europea sulle modifiche apportate a seguito del via libera all'ingresso di Sky, sarà ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e trasmesso al governo, che dovrà varare il disciplinare. Si stabilisce che Sky partecipi nel gruppo dei nuovi entranti, dove sono in palio tre reti. Rai, Mediaset e Telecom, già presenti sul digitale, potranno invece gareggiare a parte per le altre due reti. Bruxelles ha fatto sapere che si riserva di verificare il rispetto dei criteri di apertura, trasparenza e non discriminazione nel prosieguo della gara”.
Ed ecco il commento del collega Gianpaolo Colletti, che segue questi temi anche per la nostra rivista (è reduce dai recentissimi Teletopi):
“Una vittoria della rete libera e plurale, in una giornata di febbrile attesa. Anche se altre battaglie saranno da combattere per tutelare il ruolo della videopartecipazione dal basso rappresentata dall'esercito di micro web tv e micro-media iperlocali, vero tessuto informativo territoriale italiano.
Una vittoria da un punto di vista economico e di esemplificazione burocratica. Una vittoria suggellata con un'Ansa alle 18.26 di questo lunghissimo giovedì 25 novembre. Recita la nota: “Secondo quanto si apprende l'AgCom ha approvato i regolamenti relativi ai servizi audiovisivi lineari e a richiesta diffusi via Internet, apportando una drastica semplificazione rispetto al testo posto in consultazione pubblica.
I regolamenti si applicheranno solo ai soggetti professionisti con ricavi radiofonici e televisivi superiori a 100mila euro annui. Non è previsto alcun regime di autorizzazione, ma gli operatori potranno valersi di un meccanismo di silenzio-assenso. Escluso il pagamento di canoni annuali, ma solo un contributo una tantum di 500 euro per i servizi Tv e di 250 euro per quelli radiofonici. Nessun vincolo burocratico per tutti gli altri soggetti operanti sulla rete».
Una vittoria conseguita grazie al lavoro di squadra della Federazione delle micro web tv FEMI, che ha preso parte alle audizioni rappresentata dall'avv. Guido Scorza, grande professionista e conoscitore dei linguaggi della rete, ad oggi il punto di riferimento italiano nel campo del diritto sul web.
Una vittoria frutto dell'attenzione di alcuni grandi media: le prime indiscrezioni sugli esiti delle sedute sono state pubblicate poche settimane fa da 'Wired' e poi riprese nelle settimane successive con commenti e testimonianze di solidarietà. Sulle pagine di 'Nòva24' e su questo blog (quello di colletti; N.d.R.) abbiamo seguito l'evolversi della vicenda. Ecco, quel filo di continua narrazione che è partito da quest'estate ha permesso di restare vigili e ha contribuito in modo decisivo all'esito”.