LCN: l’Authority e Romani

Nessuna decisione definitiva dell’Agcom sullo spinosissimo e pur urgente problema dell’Agcom ma l’inizio di un percorso dai tempi relativamente brevi e una proposta sottoposta a consultazione. Importanti dichiarazioni del viceministro Romani.

Vediamo l'efficace sintesi delle decisioni prese dall'Agcom fatta dal periodico di Aeranti-Corallo 'TeleRadioFax':

«Venerdì 16 aprile, il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato la consultazione pubblica sullo schema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre e di modalità di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi. La consultazione avrà una durata di 15 giorni.
Sulla base dei criteri previsti dal recentissimo Decreto legislativo n. 44/2010 che attribuisce all'Agcom il compito di predisporre il piano dell'ordinamento automatico dei canali e al Ministero dello Sviluppo Economico quello di assegnare le numerazioni per ciascun programma autorizzato, l'Autorità ha posto a consultazione i seguenti criteri:

- i numeri da 1 a 9 ai canali generalisti tradizionali;

- i numeri da 10 a 19 alle emittenti locali ex analogiche di particolare valore e radicamento sul territorio (in tali numeri, a parere di AERANTI-CORALLO, potranno trovare collocazione circa 300 emittenti locali sul territorio nazionale, posto che le emittenti provinciali e interprovinciali in molti casi possono condividere una stessa numerazione con altre emittenti provinciali e interprovinciali della stessa area);

- i numeri da 20 a 70 ai canali digitali nazionali suddivisi per generi di programmazione;

- i numeri da 71 a 100 alle altre emittenti locali.
Per i numeri da 100 a 200 verrà ripetuta la stessa sequenza.

Le numerazioni per i canali a pagamento partiranno dal numero 300, mentre i numeri da 500 a 599 saranno destinati alle trasmissioni in HD, i canali da 600 a 699 saranno invece dedicati ai servizi radio.
La consultazione servirà, tra l'altro, ad approfondire gli aspetti relativi alle abitudini e preferenze degli utenti.

L'Autorità ha anche previsto l'introduzione, per i decoder digitali, compresi i televisori integrati, una modalità di navigazione aggiuntiva rispetto all'ordinamento automatico, che consentirà di visualizzare la lista di tutti i canali disponibili suddivisi per genere di programmazione. Tutto ciò al fine di facilitare l'uso dei decoder da parte degli utenti e rendere meno rilevante il posizionamento dei canali sul telecomando. È inoltre previsto che i provider potranno proporre delle liste personalizzate.
Nella consultazione pubblica AERANTI-CORALLO chiederà che il posizionamento delle Tv locali, nell'ambito delle numerazioni attribuite alle stesse, avvenga, come previsto dalla proposta formulata insieme alla Associazione tv locali Frt, in base alle graduatorie redatte dai Corecom, ai fini delle misure di sostegno di cui alla legge n. 448/98.
Inoltre è indispensabile che alle Tv locali vengano attributi ogni 100 numeri, il 50% degli stessi e non il 40% come previsto dallo schema dell'Agcom.

Considerati i tempi brevissimi della consultazione pubblica è presumibile che il provvedimento possa essere adottato, in via definitiva, dall'Agcom entro il prossimo mese di maggio. La definizione della numerazione automatica dei canali porrà fine ad una situazione insostenibile nelle aree già interamente digitalizzate e permetterà di effettuare lo switch off del nord Italia, a partire dal 15 settembre 2010, con tale problema risolto. L'attribuzione di un numero LCN ad ogni emittente porrà fine ai conflitti di numerazione, permetterà agli utenti di individuare i diversi programmi trasmessi e consentirà alle imprese di pubblicizzare la propria numerazione».

Ed ecco il commento della Frt Tv Locali:

«Il Presidente della FRT, Filippo Rebecchini ha rilevato quanto segue: “Premesso che l'abitudine degli ascolti degli italiani ha evidenziato che negli ultimi due numeri del primo blocco (numeri 8 e 9 ndr) sono storicamente posizionate le tv locali di maggior ascolto, ciò che particolarmente interessa a tutti gli operatori televisivi è la determinazione dei criteri di attribuzione del numero in ciascun blocco. È proprio questo che tutti aspettano di sapere. L'esperienza delle aree “All Digital” ha insegnato che il sistema di autoregolamentazione non regge. Si è capito subito che stabilire i blocchi senza trovare un accordo sui criteri di attribuzione del numero all'interno degli stessi serve a ben poco. Proprio per questo motivo Agcom e MSE - Comunicazioni sono intervenuti per fissare una volta per tutte regole e sanzioni. Ma per questo, come già si sapeva, c'è ancora da aspettare”.

Sorvolando, per il momento, sul fatto che lo schema di cui sopra non specifica chi deve andare nei blocchi successivi al numero 699 e, soprattutto, nel blocco da 201 a 299 (per logica dovrebbe replicarsi ancora lo schema precedente), il Presidente dell'Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, ha osservato che “lo schema di attribuzione dell'LCN, sottoposto a consultazione dall'Agcom, penalizza ingiustificatamente le Tv locali riservando loro, in ogni blocco di 100 numeri, 40 posizioni contro le 60 previste per le Tv nazionali. Premesso che l'individuazione del primo blocco riservato alle emittenti locali non rispecchia pienamente le «abitudini degli ascoltatori», lo schema proposto da DGTVi era più equilibrato e più rappresentativo delle esigenze reali, prevedendo 49 posizioni alle tv locali e 50 alle tv nazionali” (il numero 100, infatti, nell'accordo DGTVi, non verrebbe assegnato, ndr) “in audizione faremo presente questa immotivata sproporzione”».

Sul tema è intervenuta anche Retecapri:

«ReteCapri, emittente nazionale indipendente che trasmette dal Mezzogiorno d'Italia, prende atto che tale schema non ha seguito le indicazioni dell'associazione di cui è parte, il CNT-TPD (Coordinamento Nazionale Televisioni - Terzo Polo Digitale) che, tra le altre cose, suggeriva l'utilizzo delle tre cifre per evitare discriminazioni nei confronti delle emittenti a due o tre cifre, destinate ad essere, quindi, meno visibili. Sulla base di importanti considerazioni di ordine tecnico-giuridico, ReteCapri ritiene di essere destinataria legittima di una posizione compresa tra 1 e 9 (intervallo dedicato alle “emittenti nazionali generaliste” come dal previsto schema Agcom)…

A conti fatti, dunque, ReteCapri ha dovuto subire (e ancora subisce) oltre un ventennio di scandaloso duopolio con conseguenze di natura economica oggi incalcolabili. Basti pensare che nell'era del passaggio al DTT, molte emittenti nazionali (non si contano quelle locali) hanno abbandonato il campo cedendo ai soprusi perpetrati. ReteCapri ha resistito (non a caso Marco Mele, nella prefazione del libro di Vanna Araldi “Il futuro che accade nel digitale terrestre” del 2004 scriveva, in merito alla sparizione di marchi storici della Tv italiana, “…resiste l'ultimo giapponese Costantino Federico con la sua ReteCapri”), sopravvivendo affannosamente ad un mercato non pluralista martoriato dalla mancata tutela della concorrenza.
Il secondo motivo che deve vedere ReteCapri presente in testa al telecomando è strettamente legato al primo, e può essere sintetizzato nella sua storicità. ReteCapri, infatti, nasce nel 1982 molto prima di tanti altri marchi famosi (e nello stesso anno di Rete 4 e Italia 1) e si è caratterizzata come l'unica emittente nazionale che trasmette dal Mezzogiorno d'Italia, divenendo oggi un vero e proprio marchio dell'area Mediterranea con la sua corposa offerta di canali digitali con brand “Made in Capri”».

Ed eccoci a Romani, che sembra voler tutelare maggiormente le Tv locali: "L'ordinamento automatico dei canali sul telecomando della tv digitale terrestre, sul quale l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha predisposto uno schema di regolamento da sottoporre a consultazione pubblica tra gli operatori, dovrà rispettare i principi stabiliti dalla legge e la tutela dei diritti maturati da tutte le componenti del sistema”.
A precisarlo è appunto il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani. “In seguito alla mozione presentata da 50 parlamentari della maggioranza per tutelare le emittenti locali, all'appello del governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, oltre ad istanze di associazioni di emittenti e di consumatori - afferma Romani in una nota - sottolineo la necessità del rispetto dei principi stabiliti dalla legge e della tutela dei diritti maturati da tutte le componenti del sistema nella predisposizione del regolamento sulla numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre da parte dell'Autorità delle Comunicazioni.
La posizione di un canale sul telecomando, vero e proprio indicatore dell'avviamento di impresa delle emittenti analogiche è destinata ad assumere una funzione ancora più importante con lo sviluppo della televisione digitale terrestre. Una sintonia automatica ben disciplinata consente, infatti, all'utente di orientarsi tra i numerosi canali e a chi fornisce e investe sui contenuti di essere facilmente riconosciuto e memorizzato. Il sostanziale fallimento dell'autodisciplina tra gli operatori e il caos riscontrato nelle regioni già digitalizzate, ha reso necessaria l'introduzione, nel recente decreto legislativo n.44, di una norma primaria tale da consentire una sintonizzazione automatica basata su principi di equità, trasparenza e non discriminazione, supportata da un adeguato impianto sanzionatorio in caso di violazione.
Fondamentali, tra quelli inseriti nell'articolo 5 del decreto, sono i principi della 'garanzia della semplicita' d'uso del sistema di ordinamento dei canali del 'rispetto delle abitudini e preferenze degli utenti, con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali e di quello in cui è detto che nel primo arco di numeri si dovranno prevedere adeguati spazi di numerazione che valorizzino la programmazione delle emittenti locali di qualità e quella legata al territorio.
Il ministero, nella sua duplice posizione di soggetto che ha fortemente voluto la norma sull'ordinamento automatico dei canali e che, al tempo stesso, dovrà provvedere all'assegnazione dei rispettivi numeri, vigilerà con attenzione affinché la potestà regolamentare dell'Autorità in materia di pianificazione della numerazione venga esercitata, lo ribadisco nel rispetto rigido delle norme di legge e con la dovuta attenzione alla tutela dei diritti di tutti gli operatori del settore”.

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