Lcn: nuovo stallo, ma Deejay non era generalista

Nei giorni scorsi si è svolto l’ennesimo atto della complessa vicenda relativa alla questione della numerazione Lcn.

Il Commissario ad acta Marina Ruggieri, nominata dal Consiglio di Stato per verificare quale fosse la situazione esistente ai tempi dell’emanazione della delibera n. 366/10/CONS, ha rilevato che, a marzo 2010, esistevano 7 emittenti nazionali analogiche private, oltre alle tre reti della Rai. Di tali dieci emittenti, nove avevano programmazione di carattere generalista, mentre per una, Deejay Television, l’impostazione editoriale del palinsesto non presentava tali caratteristiche generaliste.

In teoria Retecapri può dunque ambire alla posizione 9, molto meglio dell’attuale 20, mentre sembra di capire che Deejay sia stata in qualche modo ‘favorita’ quanto a numerazione e non si capisce se possa realmente perdere l’attuale posizione. Il Commissario è stato infatti incaricato dal Consiglio di Stato di dare indicazioni sul passato, mentre le competenze dell’Agcom in materia di Lcn restano intatte.

Perdono invece la battaglia, salvo ulteriori sorprese, le emittenti locali che ambivano, come Telenorba (che ha dato origine a tutta questa ‘infinita’ serie di sentenze), ai numeri 8 e 9, che in effetti andavano riservati alle nazionali, secondo Ruggieri.

A questo punto, è probabile che l’Agcom, avvii un riesame della regolamentazione in materia di Lcn, prendendo come base la delibera n. 237/13/CONS.

“Tale ipotesi crea molta preoccupazione tra le emittenti televisive locali - ha evidenziato su ‘TeleRadiofax’ l’associazione Aeranti-Corallo - , in quanto la citata delibera Agcom n. 237/13/CONS prevede solo 13 numeri nei primi 100 per le Tv locali (contro i 39 previsti dalla delibera n. 366/10/CONS, provvisoriamente ancora vigente fino all’attuazione della nuova regolamentazione, sebbene annullata dalla Magistratura amministrativa). Non è, inoltre, escluso che, nell’ambito di una revisione globale della materia, il posizionamento delle Tv locali possa essere ulteriormente penalizzato”.

“Vi è, inoltre da considerare che - rileva sempre il periodico - la legge di stabilità 2015 ha previsto, all’art. 1, comma 147, che l’Agcom, nell’ambito del futuro nuovo piano Lcn, fissi le modalità di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi autorizzati alla diffusione di contenuti in tecnica digitale terrestre in ambito locale sulla base della posizione di nuove graduatorie redatte con riferimento agli indici di ascolto Auditel, al numero dei dipendenti a tempo indeterminato, al costo del personale giornalistico.

Aeranti-Corallo ritiene che, al fine di dare una soluzione alla problematica e al fine di evitare una situazione di contenzioso infinito, sia assolutamente necessaria l’adozione di un provvedimento legislativo in materia… Tale soluzione garantirebbe stabilità per tutto il settore e tutelerebbe l’utenza, evitando la necessità di procedere, dopo cinque anni dall’adozione del piano Lcn a complicate risintonizzazioni di televisori e decoder”.

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