Il Consiglio di Stato smentisce se stesso in tema di LCN e con due diverse ‘clamorose’ Ordinanze ci ripensa: l’Agcom non ha interpretato male le ricerche “sul telecomando analogico”, gli atti del Commissario ad acta vanno annullati e se ne riparlerà, nel merito, a luglio.

Sembra davvero una storia senza fine ma è anche una dimostrazione - purtroppo - di come la certezza del diritto in Italia sia, alla fine, una specie di barzelletta (e lo diciamo con vero rammarico).
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha dunque pronunciato due diverse Ordinanze molto simili come contenuto, su ricorsi rispettivamente dell'Agcom e di Mtv, mediante le quali la Sezione Terza dello stesso Consiglio ha accolto le istanze cautelari proposte e pertanto ha sospeso l'esecutività della sua stessa sentenza impugnata (del dicembre scorso) e, con essa, l'efficacia di tutti gli atti sinora adottati dal Commissario ad acta, nominato per via del fatto che l'Agcom, sempre secondo il CdS, nell'interpretazione del dicembre 2013, non avrebbe applicato sentenze del Consiglio di Stato ancora precedenti.
Un groviglio giuridico, naturalmente, che fa ripiombare nell'incertezza più totale un tema fondamentale come quello della numerazione dei canali sul telecomando. Tutto era basato sulle risultanze di un'indagine dell'Istituto Piepoli sulle 'preferenze dei telespettatori' all'epoca analogica per ciò che riguarda il posizionamento delle Tv locali (o meglio della “prima delle Tv locali”) sul telecomando, se cioè esse risultassero 'preferibilmente' collocate già ai numeri 8, 9 o ai numeri successivi (dal 10 in poi). L'Agcom aveva ritenuto che i numeri 8 e 9 fossero da confermare per Mtv e Deejay Tv (Tv nazionali), Telenorba aveva fatto ricorso e prodotto sue interpretazioni delle indagini in merito alla numerazione che avrebbero dimostrato invece che 8 e 9 erano numeri “spesso” assegnati alle Tv locali.
Il Consiglio di Stato in dicembre aveva dato credito a Telenorba ma ora le nuove Ordinanze parlano di “errore di fatto… che si sostanzia… in una svista o abbaglio dei sensi che ha provocato l'errata percezione del contenuto degli atti del giudizio” (questo il singolare linguaggio delle nuove Ordinanze).
Più a lato c'è l'altra controversa questione che concerne il carattere generalista (assunto solo da poco tempo o meno) degli stessi canali Mtv e Deejay Tv.
Ad avviso dei giudici amministrativi, quindi, l'Autorità a suo tempo non aveva dato credito a dati non veri, non corretti e diversi da quelli presi in esame e prodotti da Telenorba, ma ai medesimi dati, correttamente calcolati in percentuale, sull'intero campione intervistato.
I dati “attestano che solo il 36% degli intervistati nell'indagine demoscopica del 2013 e non il 57% ricorda che il primo canale sul quale si trovava un'emittente locale fosse posizionato tra il primo e l'ottavo e solo il 42% degli intervistati e non il 65% ricorda che il primo canale sul quale si trovava un'emittente locale fosse posizionato tra il primo e il nono”.
Conseguentemente, i ricorsi di Agcom e Mtv Italia, secondo il Consiglio di Stato, sono assistiti dal 'fumus boni iuris' e l'Agcom va assolta.
Ma soprattutto “la nomina del commissario ad acta, disposta dall'impugnata sentenza, e l'adozione di ulteriori atti… da parte di questo, nel ristretto lasso di tempo stabilito dalla sentenza impugnata e, comunque, entro il termine del 25.5.2014 prefissato dal medesimo commissario nella determinazione n. 1/2014, può irrimediabilmente pregiudicare l'assetto già impresso dalla delibera n. 273/13/CONS al Piano di numerazione automatica dei canali della televisione. digitale terrestre, con conseguente rapida modificazione dei canali, disorientamento per gli utenti e, non da ultimo, nocumento per le emittenti che attualmente trasmettono sui canali 8 e 9”.
Insomma, in attesa del giudizio di merito fissato per il 17 luglio, il Consiglio ha sospeso l'esecutività della sua stessa sentenza impugnata e con essa l'efficacia di tutti gli atti sino ad ora adottati dal Commissario ad acta.
Un giorno avremo forse un punto fermo in questa incredibile vicenda.