LCN: tanti colpi di scena ma nessuna conclusione

Ancora uno stop per il commissario ad acta Marina Ruggieri: stavolta il Consiglio di Stato la rinvia a fine novembre e le dà istruzioni per i numeri 7, 8 e 9. Ma l’impressione è che su questa strada legale si finirà nel nulla…

Non vorremmo scomodare il caso di Genova e degli infiniti ricorsi alla giustizia amministrativa che hanno bloccato i lavori sul Bisagno, perché ben altre sono ovviamente le problematiche in ballo, ma un po' la logica è la stessa: su una strada di puri ricorsi legali (sono in ballo appunto Tar e Consiglio di Stato) si può anche andare avanti all'infinito e il risultato finale può essere l'immobilismo, su un tema che per le emittenti televisive è invece evidentemente vitale e su cui servirebbero certezze, una volta per tutte.

Rimesso in pista dopo la sentenza di poche settimane fa sempre del Consiglio di Stato, il Commissario ad acta prof.ssa Marina Ruggieri (chiamata in origine ad eseguire una ancor precedente sentenza) si era data come data limite per decidere quelle del 23 ottobre. Troppo bello per essere vero: ecco che ancora la Sez. III del Consiglio di Stato, con nuova ordinanza del 9 ottobre, ha sospeso di nuovo (era già accaduto mesi fa) le decisioni del Commissario almeno fino alla fine di novembre.

Cosa è successo stavolta? Telenorba, All Music e Agcom hanno proposto incidenti di esecuzione (atti con cui si contesta l'esecuzione di una sentenza) censurando le determinazioni 2, 3 e 4 del Commissario ad acta (e prospettandone la non conformità alla sentenza di ottemperanza n. 6021/2013), in esito all'esame dei quali il Consiglio di Stato ha dato ragione un po' a tutti, considerando “che gli incidenti di esecuzione in questione… appaiono meritevoli di accoglimento sotto alcuni profili, che saranno indicati in separata ordinanza adottata in questa stessa camera di consiglio” e tenendo conto “che con la suddetta ordinanza il Collegio impartirà tempestivamente al Commissario ad acta le direttive che, alla luce delle censure dedotte nei reclami, appaiono necessarie per assicurare l'esatto svolgimento dell'incarico affidato al Commissario per concludere la fase dell'ottemperanza alla citata sentenza n. 6021/2013”.

Pertanto “nelle more, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, appare prevalente l'esigenza di evitare, nell'immediato, sia la prosecuzione di attività commissariali non conformi alle statuizioni della sentenza da eseguire sia le connesse situazioni di incertezza da cui derivano inevitabili riflessi economici sulla attività imprenditoriale delle emittenti interessate all'esito della presente controversia”. Si dispone dunque che il Commissario, a partire dalla data di comunicazione dell'ordinanza, “sospenda temporaneamente ogni sua attività, compresa quella relativa alla consultazione pubblica, ove ancora in corso”, fatta salva la facoltà del Collegio “di impartire al Commissario ulteriori direttive o chiarimenti nell'ordinario esercizio dei poteri del Giudice dell'ottemperanza". Se ne riparlerà infatti in una prossima udienza del Consiglio di Stato del 20 novembre.

Dunque si deciderà verso fine novembre, quando il CdS impartirà alla prof. Ruggieri indicazioni più precise e nel frattempo si continuerà a valutare queste benedette indagini sulle 'abitudini e preferenze del pubblico' a riguardo delle numerazioni 8 e 9 (ma persino la 7 in teoria, solo in teoria, pare, è tornata in ballo) e si cercherà una soluzione. Ma poiché anche l'Agcom ha ottenuto attenzione dal Consiglio di Stato e le decisioni sono relative a quel che l'Agcom «avrebbe dovuto fare nel 2010», il Consiglio di Stato sembra anche indicare che proprio all'Agcom spetti ancora l'ultima parola (o quasi). Ci sarà anche (pare) un contraddittorio in camera di consiglio dove ci saranno tutti (Telenorba, Agcom e Deejay Tv) prima che il Commissario ad acta decida definitivamente (si fa per dire), sia pure sulle base delle indicazioni del Consiglio di Stato stesso.

Non contiamo che ci abbiate seguito fin qui, anche perché la materia appare ormai pirandelliana e a parere di alcuni, in realtà, la sentenza dei giorni scorsi del Cds sembra scritta in realtà per chiudere la problematica e non riaprirla ulteriormente. Ma è questione di interpretazioni, nel frattempo resta in vigore la numerazione decisa anni fa dall'Agcom e molto contestata (da alcuni), come dire che l'effetto di tutte le vertenze legali è appunto, di fatto, l'immobilismo. Ci sono anche in ballo eventuali risarcimenti per Telenorba se alla fine la situazione dell'8 e del 9 rimanesse quella attuale.

Altre conseguenze: qualcuno (più di qualcuno) ormai non ne può più. Ecco infatti il comunicato di Retecapri:

«A questo punto i tempi continuano a dilatarsi. Una situazione pienamente insostenibile, poiché è da ricordare che i giudici del Tar prima e quelli del Consiglio di Stato poi, avevano espressamente indicato il carattere di urgenza con cui si sarebbe dovuto procedere, proprio perché numerose emittenti locali e nazionali (tra cui ReteCapri stessa) hanno e stanno continuando a subire danni economici e di immagine incalcolabili derivanti da posizioni discriminatorie.
Posto che questa decisione del Consiglio di Stato fornisce il colpo di grazia per MTV e DeeJayTV ingiustamente premiate dalla scellerata delibera AGCom N. 366, sfrattandole definitivamente dal primo range previsto per le tv nazionali ex analogiche a carattere generalista (questo è tuttavia essenzialmente il parere di di Retecapri; N.d.R.), resta di fatto il prolungarsi dello stallo in attesa che si possa finalmente arrivare alla determinazione finale del Commissario (e successivi iter burocratici per l¹assegnazione finale delle numerazioni).

Per questo ReteCapri sta valutando assieme ai propri legali l'avvio per la richiesta di risarcimento danni nei confronti di chi ha ideato il disastro con la delibera N. 366 causa di discriminazione e successiva montagna di contenzioso tra ricorsi e sospensive infinite».

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