LCN: tutto da rifare

Il Consiglio di Stato ha preso l’attesissima decisione: la Delibera dell’Agcom che fissava il regolamento per l’attribuzione dei numeri LCN è stata annullata. Si ricomincia da capo, quindi, con la nuova Agcom, mentre una ‘proroga’ dell’attuale situazione, intanto, eviterà il caos.

La clamorosa decisione del Consiglio di Stato è stata spiegata così dalla Frt sul suo 'bollettino':

«Il Regolamento sull'LCN va rifatto. È il Consiglio di Stato che lo ha deciso con le sentenze del 31 agosto scorso con le quali si conferma l'annullamento, già deciso dal TAR, della Delibera 366/10/CONS dell'Agcom. Pertanto, per effetto delle citate sentenze, il Regolamento dell'Agcom non è più in vigore. I motivi dell'annullamento sono riconducibili alla violazione, da parte dell'Agcom, dell'art. 11, comma 1 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che prevede il termine di trenta giorni per la consultazione degli interessati e non di 15 giorni come aveva concesso l'Agcom per la consultazione pubblica.
Il Consiglio di Stato, al fine di limitare le conseguenze di tale decisione, che porterebbe il sistema televisivo ad una situazione di assoluta confusione, ha raccomandato che, in attesa dell'emanazione di una nuova delibera di regolamentazione, "l'Agcom medio tempore adotti, con l'urgenza del caso, ogni misura transitoria utile allo scopo di consentire l'ordinata fruizione della programmazione televisiva da parte degli utenti e degli operatori del settore”…
Le sentenze del Consiglio di Stato sono quattro, in una di queste si ritiene che le numerazioni 8 e 9 debbano essere attribuite (in conformità alle abitudini e alle preferenze degli utenti nella sintonizzazione dei canali) a canali generalisti nazionali (e non musicali); in un'altra si dispone che l'assegnazione dei numeri 7, 8 e 9 ad emittenti nazionali generaliste ex analogiche non sia legittimo. È stato pure ritenuto illegittimo il criterio di assegnazione delle numerazioni alle singole emittenti in base alle graduatorie Corecom. Su questo ultimo aspetto, quello relativo all'adozione di un criterio di assegnazione delle numerazioni alle tv locali, il compito dell'Agcom non sarà certo facile. I dati Auditel sulla pre-sintonizzazione sono fermi al 2005 e stabilire le abitudini e le preferenze di ascolto, che per essere tali devono necessariamente avere una base storica, prendendo come riferimento i recenti dati di ascolto del digitale terrestre può essere fuorviante rispetto alle posizioni ex analogiche».

L'Agcom ha infatti provveduto predisponendo in via d'urgenza un provvedimento che proroga l'attuale Piano di numerazione automatica dei canali (LCN) fino all'adozione del nuovo Piano.
Quest'ultimo sarà emanato entro 180 giorni a decorrere dall'avvio della consultazione pubblica tra i soggetti interessati.
La consultazione pubblica sarà avviata entro i primi giorni di ottobre e sarà affiancata da una nuova indagine conoscitiva sulle abitudini e le propensioni degli utenti, come richiesto dal Consiglio di Stato.

E veniamo ai commenti a questa grande novità, che riapre la partita dell'LCN, che già da anni condiziona pesantemente tutto il settore (l'attesa delle decisioni sul tema da parte dell'Agcom aveva a suo tempo messo in grave difficoltà il settore delle Tv locali; poi era stata presa una decisione finale condivisa da Aeranti-Corallo e Frt ma non da altre singole emittenti e associazioni 'alternative'). Scontata, fra le altre, la decisione di Telenorba di riprendere ancora una volta a trasmettere con i suoi canali sui numeri 7 e 8 LCN (da sempre rivendicati al posto di La7 e MTv).

Vediamo allora intanto come hanno commentato la questione proprio Aeranti-Corallo e Frt Tv Locali, in un comunicato congiunto:

«Con riferimento alle sentenze del Consiglio di Stato in materia di numerazione dell'ordinamento automatico dei canali della tv digitale terrestre (LCN), l'Avv. Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo) e il dott. Maurizio Giunco (Associazione tv locali Frt) hanno dichiarato: “L'aspetto più importante che emerge dall'esame delle quattro sentenze del Consiglio di Stato in tema di LCN è la sconfitta della posizione di coloro che chiedevano di sopprimere le dieci numerazioni destinate alle tv locali tra le prime venti del sistema. Se fosse stata accolta tale richiesta - hanno proseguito Giunco e Rossignoli - sarebbe stato messo in discussione il posizionamento della prima numerazione di tutte le tv locali, con evidente
penalizzazione dell'intero comparto. In base alle sentenze potrebbero essere invece addirittura ipotizzati posizionamenti migliorativi per le tv locali.
E' inoltre molto importante - hanno aggiunto Rossignoli e Giunco - la previsione di una disciplina transitoria, con il mantenimento dell'attuale piano LCN nelle more della definizione della nuova
regolamentazione. In tal modo non si verificherà il caos temuto dagli operatori e estremamente dannoso anche per l'utenza.
Desta invece preoccupazione - hanno affermato Giunco e Rossignoli - la conferma dell'annullamento dei criteri basati sulle graduatorie Corecom, ai fini dell'attribuzione delle numerazioni ad ogni singola Tv locale.
Infatti - hanno proseguito Rossignoli e Giunco - la misurazione dell'ascolto realizzato sul territorio (indicata dal Tar Lazio in due delle sentenze confermate dal Consiglio di Stato) appare piuttosto
difficoltosa. In particolare appare molto complessa la misurazione degli ascolti che sussistevano nel contesto analogico a distanza anche (per alcune regioni) di anni dallo switch off.
Inoltre dovrebbero essere definite la metodologia tecnica dell'indagine, i relativi tempi, gli istituti di rilevazione, le modalità di finanziamento della ricerca.
Auspichiamo pertanto - hanno concluso Rossignoli e Giunco - che l'Agcom sappia individuare un percorso risolutivo della problematica”».

Forse la più soddisfatta di tutti è stata invece l'associazione CNT-Terzo Polo Digitale, che in un'edizione straordinaria del suo 'bollettino' ha scritto quanto segue:

«Finalmente giustizia è fatta! Esulta il CNT-TPD. Dopo un anno dalle prime bocciature con le sentenze del Tar del Lazio che annullavano la delibera della precedente compagine dell'Agcom 366/10/CONS circa la numerazione dei canali sul telecomando (c.d. LCN), definendo i criteri assunti come “non equi e discriminatori”, arriva l'attesissima pronunzia di merito del Consiglio di Stato
(dopo che lo stesso Consiglio di Stato aveva parzialmente salvato la suddetta delibera solo ed esclusivamente di presunti motivi di interesse pubblico rimandando la decisione sul merito) che mette fine ad un bruttissima stagione nera, un capitolo disastroso per il pluralismo e la sana concorrenza nel neomercato televisivo in DTT. È evidente che i precedenti commissari dell'AGCOM non erano completamente impermeabili alle pressioni del Governo e del duopolio Rai-Mediaset…
Adesso è tutto da rifare, ma stavolta secondo la pronuncia del CDS e, quindi, nel pieno rispetto del criterio di equità...
Questa importante pronuncia dà una sterzata al percorso assolutamente disastroso che si era intrapresi. Già il passaggio al DTT era stato gestito in maniera caotica schiacciando numerosi editori delle tv nazionali indipendenti e locali non solo imponendo sforzi economici sanguinosi, ma anche sottraendo illegittimamente posizioni di mercato con norme fortemente discriminatorie. Il tempo è stato lungo e ancora ce ne vorrà per riprendere il cammino; intanto il mercato non ha atteso e i danni si sono puntualmente verificati. Seguiamo ora gli sviluppi con maggior fiducia. Se il malgoverno, il conflitto di interessi e la non indipendenza delle Autorità hanno schiacciato la libera e sana concorrenza, la magistratura ci ha ricordato che c'è ancora speranza per chi crede nella democrazia reale».

Se sul piano nazionali Retecapri è molto soddisfatta, non poteva non esserlo in locale anche Telecapri:

«Il Consiglio di Stato ha stabilito con chiarezza che l'unico parametro valido per l'assegnazione dell'LCN è la fidelizzazione e l'ascolto rilevato da Auditel e altri istituti.
Ne consegue che Telecapri, da sempre, prima del digitale, l'emittente di gran lunga più seguita e più richiesta, dovrà occupare il primo posto assegnato alle tv locali in Campania.
Restano ora da stabilire tempi e modi per dare attuazione alla severa sentenza del Consiglio di Stato per liberare il numero di Telecapri così come ancora non è chiaro chi dovrà risarcire tutti gli imponenti danni subiti per un numero LCN assurdo che ha penalizzato fortemente ascolti e pubblicità».

Soddisfatta, fra gli altri, anche la Rea:

«La battaglia giudiziaria per l¹annullamento della Delibera 366/10/CONS, sostenuta dalla REA e dalle 52 emittenti che aderirono ad opponendum contro l'Autorità/il Ministero/ AERANTI/ FRT, portata avanti dall'Avvocato Domenico Siciliano, è definitivamente vinta con la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato del 31 agosto 2012. In sostanza la sentenza ha confermato quanto aveva già fatto rilevare il TAR del Lazio che aveva definito 'non equi e discriminanti' i criteri di assegnazione LCN basati sulle graduatorie Corecom piuttosto che del radicamento sul territorio delle emittenti locali. Inoltre, la Sentenza ha ritenuto inammissibile l¹assegnazione della numerazione 8 e 9 alle emittenti nazionali MTV e Deejay. Ora che la Delibera è stata definitivamente annullata dovrà indire una nuova consultazione pubblica per stabilire nuove regole 'eque e non discriminanti' sulla assegnazione numerica dei canali televisivi alle emittenti locali e nazionali».

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