Ancora il Consiglio di Stato di scena che annulla l’operato dell’Authority sul tema LCN rivedendo una propria sentenza (provvisoria) di maggio che rivedeva (forse) una sentenza di dicembre. Chi ci capisce ancora qualcosa è davvero bravo…
Continua la saga della numerazione Lcn, grazie al continuo ricorso alla magistratura, che su questo tema sta scrivendo una pagina non delle più gloriose (ci pare) con continue sentenze che contraddicono le precedenti decisioni
Ecco che ora il piano di numerazione automatica dei canali torna in ballo, in particolare l'assegnazione dei numeri 8 e 9 a Mtv e Deejay Tv (in teoria anche il 7 per La7).
Il Consiglio di Stato ha infatti respinto in luglio (la sentenza, molto attesa, è stata resa nota ora) i ricorsi presentati dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, dal ministero dello Sviluppo economico e dalla stessa Mtv Italia contro la sentenza del dicembre 2013 con cui i giudici di Palazzo Spada avevano annullato la delibera Agcom sul nuovo piano di numerazione dei canali, nella misura in cui aveva disposto «l'assegnazione dei numeri 8 e 9 del sistema Lcn a canali generalisti ex analogici», e avevano nominato un commissario ad acta per predisporre un nuovo piano di numerazione.
«L'attività del commissario ad acta, prudenzialmente sospesa dal Collegio in sede cautelare per la complessità della materia controversa - scrive la terza sezione del Consiglio di Stato nelle motivazioni della sentenza - deve «riprendere il suo corso in riferimento alla valutazione, ora per allora, dell'assegnazione dei canali 7, 8 e 9 ai canali ex analogici generalisti».
Sembrava dunque che le cose si fossero ribaltate mesi fa ma il Consiglio di Statto riesce nell'impresa di smentire anche se stesso e allora siamo daccapo con il lavoro del commissario Marina Ruggieri, che si era dovuta fermare sempre per decisione del Consiglio in maggio.
Poiché l'Italia è il Paese della certezza del diritto (si sa), ci si ripensa ancora e si ribadisce che la numerazione dei canali «non può non tenere conto» delle «preferenze» e delle «abitudini» degli utenti. Sull'affidabilità dell'una o dell'altra ricerca in merito meglio lasciar stare e così si torna sui propri passi. La guerra del telecomando è iniziata con il piano di numerazione varato dall'Agcom nel 2010, che assegnava, tra l'altro, i numeri dall'1 al 9 ai canali generalisti ex analogici e quelli dal 10 al 19 alle emittenti locali. Il provvedimento era stato annullato nel 2012 dal Consiglio di Stato dopo una serie di ricorsi, ma era stato poi congelato fino all'adozione del nuovo piano.
Nel marzo 2013 l'Agcom ha adottato la nuova delibera, confermando l'assegnazione dei canali 7 a La7, 8 a Mtv e 9 a Deejay Tv. Una decisione che ha rilanciato proteste e ricorsi, in particolare da parte di alcune emittenti locali, che contestavano il carattere generalista di Mtv e Deejay Tv. E proprio i numeri 8 e 9 sono finiti sotto la lente del Consiglio di Stato, che a dicembre scorso ha dichiarato la nullità della loro assegnazione. Per poi ripensarci (provvisoriamente) a maggio e tornare indietro a luglio. Naturalmente seguiranno altri ricorsi e capitoli giudiziari, non solo della magistratura amministrativa.
Ci è pervenuto da Aeranti-Corallo (attendiamo altre opinioni) il seguente comunicato:
«Con sentenza 4541/2014 in data 8 settembre 2014 la Terza sezione del Consiglio di Stato ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso proposto dall'Agcom e dal Ministero dello Sviluppo economico per la revocazione della sentenza dello stesso Consiglio di Stato n. 6021 del 16 dicembre 2013, con la quale era stata dichiarata la nullità “in parte qua” della delibera Agcom n. 237/137/CONS (2° piano Lcn).
La sentenza prevede altresì che, in conseguenza di tale declaratoria di inammissibilità, riprende il suo corso l'attività del Commissario ad acta (precedentemente sospesa dal Consiglio di Stato in sede cautelare).
Al riguardo, l'avv. Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, ha dichiarato: ”La decisione del Consiglio di Stato conferma ulteriormente le rilevanti criticità della delibera Agcom n. 237/13/CONS che aveva fortemente penalizzato il settore televisivo locale. AERANTI-CORALLO auspica ora - ha aggiunto Rossignoli - una soluzione legislativa della problematica che dia certezza alle imprese. In mancanza di tale certezza ha concluso Rossignoli - le imprese non possono programmare in alcun modo la propria attività”».
Alla prossima.