Sanzionato con il ‘minimo edittale’ di 25.000 euro il famoso servizio di Rainews 24 con scene porno tratte dal film ‘Nymphomaniac’. Con altre decisioni simili l’Agcom sembra dire che in materia di ‘tutela dei minori’ in Tv va tutto abbastanza bene…
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha recentemente pubblicato una serie di delibere, con le quali ha esaminato le denunce inoltrate dal Comitato Media e Minori a fine 2013/inizio 2014, in merito a presunte violazioni del Codice di autoregolamentazione da parte di alcune emittenti televisive nazionali.
Tre decisioni hanno riguardato la Rai.
La prima ha visto sanzionato, con il 'minimo edittale' di 25.000 euro, il servizio di Rainews 24 trasmesso in diretta e alle tre del pomeriggio, contenente scene pornografiche tratte dal film 'Nymphomaniac'. Dalla lettura della decisione si apprende che l¹autore del servizio è stato sospeso per una settimana, mentre nessun provvedimento è stato preso dalla Rai nei confronti del conduttore in studio che aveva sollecitato al corrispondente da Berlino l'inoltro delle immagini, salvo poi ripensarci quando queste erano già andate in onda per circa un minuto.
L'Autorità, inoltre, non ha considerato un aggravante che la grave violazione del Codice dei minori segnalata perfino dalla Polizia Postale - fosse stata perpetrata dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, la cui presidente, proprio qualche giorno fa, ha rivendicato il delicato e precipuo compito di 'educare'.
Altre due delibere hanno riguardato due programmi messi in onda da RaiDue ('Castle') e Rai4 ('Medium'), anch'essi sanzionati con il 'minimo edittale' di 25.000 euro.
Con altre due delibere l'Autorità ha sanzionato, sempre con 25.000 euro ciascuno, tre programmi messi in onda da MTV (due puntate di 'Gandia Shore' ed una di 'Geordie Shore').
Archiviazione invece per il procedimento riguardante una puntata di 'Domenica Live' di Canale 5, nel corso della quale era stato messo in onda un servizio dal titolo 'Italia a luci rosse'. L'Autorità ha ritenuto che la puntata “risulta complessivamente non caratterizzata da tratti di morbosità e non appare qualificabile come potenzialmente idonea a nuocere allo sviluppo dei minori”.
Con l'ultima delibera Agcom ha archiviato anche il procedimento, avviato d'ufficio prima che pervenisse la denuncia del Comitato Media e Minori, relativo al telefilm 'Hannibal', messo in onda in prima serata dall'emittente Italia Uno. Con tale pronuncia l'Autorità sembra aver scritto la parola 'fine' alla diatriba circa l'efficacia o meno del sistema del cd. 'parental control'. Ad avviso di Agcom, infatti, “il sistema di parental control così come previsto dagli attuali standard tecnici, appare compatibile con quanto previsto dalla normativa posta a tutela dei minori. In particolare, l'art. 34 comma 2 del d.lgs. n. 177/05 vieta la messa in onda di programmi nocivi ad un pubblico di minori, a meno che la scelta dell'ora di messa in onda tra le ore 23,00 e le ore 7,00 o qualsiasi altro accorgimento tecnico escludano che i minori che si trovano nell'area di diffusione vedano o ascoltino normalmente tali programmi. Allo stato attuale, i ricevitori in vendita sul mercato italiano, identificabili dai bollini DGTVi, prevedono alla prima installazione l'impostazione del codice PIN in base al quale è possibile filtrare e oscurare quei contenuti considerati dallo stesso utente potenzialmente nocivi”.
La decisione non mancherà di sollevare critiche da parte delle associazioni di genitori e dei telespettatori che non hanno mai visto di buon grado il rovesciamento di responsabilità operato da chi dovrebbe tutelare i minori, che ha lasciato all'iniziativa delle famiglie l'onere di provvedere al filtraggio dei programmi potenzialmente nocivi per i minori. Tutto da dimostrare, poi, che la maggioranza dei ricevitori presenti nelle case degli italiani sia veramente dotata della funzione di parental control di ultima generazione.
Tutela o non tutela, rimane comunque il problema del generale abbassamento della qualità dei programmi offerti dalle emittenti nazionali e generaliste, che pronunce istituzionali di tal genere non contribuiscono certamente a mitigare.
I contribuenti che pagano la tassa sul possesso del televisore, infine, si augurano che i vertici Rai decidano almeno questa volta di addebitare la multa di 75.000 euro inflitta da Agcom, ai direttori di rete e di testata responsabili delle violazioni.