Giovedì scorso Antonio Campo Dall’Orto ha lasciato la carica di ad di Telecom Italia Media. Una brutta notizia – crediamo – per La7 e una nuova conferma che al di fuori del duopolio, Sky a parte, non c’è posto proprio per nessuno…
Antonio Campo Dall'Orto si è infine dimesso davvero dall'incarico di amministratore delegato di Telecom Italia Media, come da tempo diverse voci volevano, anche se resta nel Cda e mantiene, nel gruppo, il ruolo di amministratore delegato di MTv Italia.
Le dimissioni sono state rese note da una nota di Telecom Italia Media in cui la società dichiara: "Antonio Campo dall'Orto ha comunicato la propria volontà di rimettere al Consiglio di Amministrazione le deleghe che gli erano state conferite per la gestione operativa. Campo Dall'orto resterà nel Cda della società e manterrà gli attuali incarichi di amministratore delegato di MTv Italia e presidente di MTv Pubblicità".
Sempre secondo una nota della società, Campo Dall'Orto "ha espresso la volontà di dedicarsi a tempo pieno allo sviluppo delle attività di MTv Italia che lui stesso ha lanciato e delle quali non ha mai abbandonato la guida, all'interno della sfidante rivoluzione digitale dei media".
Campo dall'Orto era stato nominato amministratore delegato della società oltre un anno fa. Al cambio ufficiale dei vertici societari era stata diffusa una nota nella quale la società annunciava il nuovo assetto che vedeva Berardino Libonati come nuovo presidente e Giovanni Stella come vice-presidente, con la conferma di Campo Dall'Orto nella carica di ad. Il giorno successivo Campo Dall'Orto ha invece deciso di lasciare la carica.
Ora che succederà a La7O Ci aspetta una stagione di 'risparmi' per tenete a posto i conti, stabilmente in rossoO E che ne sarà dei bei programmi che Campo Dall'Orto aveva scelto e seguito con cura, rischiando persino "personalmente" nel caso di Luttazzi, sia pure con un brutto epilogo finaleO
Campo Dall'Orto aveva fatto con passione il 'capo' di La7 e i risultati c'erano stati, anche se il 'nero' nel bilancio non poteva che restare un'utopia, almeno per ora. Aveva anche cercato di trovare alleanze e un assetto societario più forte, che però non sono arrivati. Fino all'epilogo, dopo l'avvio della nuova gestione di Telecom (le incertezze e la confusa situazione del periodo di intervallo fra Tronchetti Provera e Telefonica alla fine lo avevano in qualche modo 'favorito'). Chissà chi nel concreto gli succederà (a mano che l'intero gruppo non sia in vendita, come pure potrebbe essere).
Ci pare giusto a questo punto ripubblicare l'amaro commento di Aldo Grasso alla vicenda sul 'Corriere della sera':
«Antonio Campo Dall'Orto lascia la guida di Telecom Italia Media, cioè la direzione de La 7. Formalmente ha rassegnato le dimissioni, in sostanza gli è stato dato il benservito da Franco Bernabè, che ha deciso di cambiare i manager di Telecom.
E questa non è una buona notizia, tutt'altro. L'amministratore delegato ha messo un uomo di sua fiducia al controllo delle reti televisive e il primo a farne le spese è stato l'unico che aveva sempre creduto al rilancio di un canale nato con il sogno di spezzare il duopolio Rai-Mediaset.
Prima avevamo almeno una speranza, adesso non ci resta neanche più quella: il bottino della Tv generalista è cosa fra il servizio pubblico e le reti di Berlusconi. Colpa (o merito) del mercato, si dice in questi casi. Il che è profondamente vero, ma resta il rammarico di una voce che facilmente rischia di spegnersi.
Resta il rincrescimento per un professionista scelto non per meriti politici e ora costretto ad abbandonare. La 7 ha problemi di bilancio, deve far quadrare i conti: nel 2007 ha fatturato 263,1 milioni (+ 26,8% sul 2006) con una perdita netta ridotta a 88,1 milioni (dai 101,1 del 2006). Realisticamente ha anche problemi di audience, con quella maledetta soglia del 3% di share che si staglia come una diga quasi insuperabile. Tuttavia, per capire i mali de La 7 bisogna risalire a Tmc, alle molte magagne ereditate, agli equivoci di gestione cui la rete è sempre stata sottoposta (se ne è occupato persino Maurizio Costanzo), a problemi strutturali di non poco conto.
Per risanare e rilanciare La 7 bisognava prima intervenire chirurgicamente sulla sua struttura di fondo e poi, se necessario, sulla guida editoriale, l'unica che in questi anni ha saputo dar voce a veri programmi alternativi: da 'Otto e mezzo' di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni a L'infedele di Gad Lerner, dalle 'Invasioni barbariche' di Daria Bignardi, a 'Exit' di Ilaria D'Amico, da Maurizio Crozza a Piero Chiambretti, da 'L'altra storia' a 'Tetris', ai molti appuntamenti del Tg diretto ora da Antonello Piroso.
Campo Dall'Orto è l'artefice del successo italiano di MTv. Sotto la sua guida, la rete si è rivelata particolarmente vitale e creativa, capace non solo di coinvolgere la «MTv generation» ma anche di costruire nuovi divi, i famosi vj che poi hanno contribuito al successo di molti programmi, anche su altre reti. La Tv si fa anche con le idee ed è un vero peccato che, dalla nostra, vengano sempre emarginati chi ne ha, chi fa il suo lavoro con passione, chi non si limita a fare il passacarte».