Le Figaro con Tf1: nasce un grande gruppo dei media in Francia

Il magnate dell’aviazione Serge Dassault nominato presidente del gruppo Socpresse, editore di Le Figaro, del settimanale L’Express e di circa 70 titoli della stampa regionale francese, si allea con Boygues e Tf1: si crea così un colosso multimediale che ha già provocato allarme in Francia.

Matrimonio fatto tra il quotidiano Le Figaro e il primo canale televisivo francese, Tf1. Il magnate dell'aviazione (attivo anche nel campo militare) Serge Dassault, divenuto da poco principale azionista dell'ex gruppo di Robert Hersant, è stato ora nominato ufficialmente presidente del gruppo Socpresse, editore appunto di Le Figaro, del settimanale L'Express e di circa 70 titoli - estremamente letti - della stampa regionale transalpina.

Il quotidiano Libération ha rivelato i retroscena di questo accordo fra il primo gruppo della stampa scritta e la prima industria della Tv privata, che ha alcuni aspetti 'inquietanti', in quanto si crea così un mega gruppo che può controllare (secondo quanto è stato calcolato) qualcosa come il 30% della pubblicità francese: Bouygues e Tf1 prenderebbero dunque il 10% di Socpresse, diviso in due parti uguali del 5%, per un montante globale di circa 100 milioni di euro.

Le Monde sottolinea che le due società, Bouygues e Tf1, avrebbero una clausola di uscita entro due anni dalla firma del contratto. Ma si parla anche della possibilità, invece, di passare dal 10 al 35% entro il 2007.

A quanto sembra, il primo canale della Tv francese (il più seguito Oltralpe) dovrebbe essere "messo al servizio" della Socpresse ben al di là della mera partecipazione finanziaria. Il nuovo patron di Le Figaro ha infatti bisogno delle competenze di marketing di Tf1 per raddrizzare i conti del gruppo Socpresse, da sempre collocato politicamente a destra, che dopo la morte del 'mitico' fondatore Robert Hersant, non vanno per il verso giusto (di qui l'intervento di Dassault, anche se una nipote di Hersant ha resistito alle sue offeerte d'acquisto con il suo 13%). Del resto, già due settimane fa, comprando la Socpresse, Dassault aveva chiarito le sue mire commerciali: "La prima cosa da fare è ridurre il deficit oppure vendere i giornali che perdono soldi". Un'attitudine che aveva suscitato paure e scompiglio fra i giornalisti delle oltre 70 redazioni del gruppo Socpresse.

Il matrimonio fra Le Figaro e Tf1 si compie sotto gli auspici della lunga amicizia che lega l'aviatore Dassault al costruttore Martin Bouygues, oggi patron di un impero mediatico e di telefonia mobile. I due uomini hanno ereditato imperi economici creati dai loro padri. Se sul lato di Dassault l'interesse commerciale dell'operazione è chiaro - rilanciare il marketing dei giornali del gruppo - , per Bouygues e Tf1 il vantaggio dell'ingresso nel capitale della Socpresse consiste principalmente nella possibilità di estendere il proprio controllo sulle emittenti locali della Tv francese e sulla ricca torta degli annunci pubblicitari della grande distribuzione.

Fino al 2007 questa manna pubblicitaria non potrà andare in onda sulle Tv nazionali, ma solo sulle locali. Comunque, il matrimonio Le Figaro-Tf1 non dovrebbe comportare, almeno per ora, un'alleanza diretta nella pubblicità, a parziale 'consolazione' rispetto all'allarme sulla concentrazione dei media che in Francia si è già levato con una certa forza. L'ipotesi della totale 'sinergia' pubblitaria è vietata perché Tf1 detiene già oltre il 50% dei ricavi della pubblicità televisiva nel Paese transalpino.

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