Le frequenze assegnate all’Italia a Ginevra

Sulla complessa questione facciamo riferimento a una nota chiarificatrice apparsa sul ‘bolletino’ dell’associazione FRT ‘Radio & Tv Notizie’. Eccola: «Il 16 giugno scorso si è conclusa a Ginevra, con la firma degli Atti Finali, la Conferenza Regionale delle Radiocomunicazioni dell’ITU (International Telecomunications Union), al temine di un processo, durato oltre 2 anni, di revisione del piano di Stoccolma del 1961. Con la firma di tali atti è stato definito il nuovo piano di assegnazione delle…

Sulla complessa questione facciamo riferimento a una nota chiarificatrice apparsa sul 'bolletino' dell'associazione FRT 'Radio & Tv Notizie'. Eccola:

«Il 16 giugno scorso si è conclusa a Ginevra, con la firma degli Atti Finali, la Conferenza Regionale delle Radiocomunicazioni dell'ITU (International Telecomunications Union), al temine di un processo, durato oltre 2 anni, di revisione del piano di Stoccolma del 1961. Con la firma di tali atti è stato definito il nuovo piano di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora e televisiva in tecnica digitale dei Paesi Europei, della Russia anche asiatica e dell'Africa.

Il nuovo piano, sottoscritto per l'Italia dall'Ing. Francesco Troisi Direttore Generale per la pianificazione e gestione dello spettro radiOElettrico del Ministero delle comunicazioni, prevede per il nostro Paese l'attribuzione di 3.952 frequenze televisive, già coordinate con i Paesi confinanti, confermando anche le assegnazioni della radio digitale previste dai precedenti accordi.

L'accordo non potrà non avere conseguenze nella situazione italiana. C'è da dire peraltro che a Ginevra, la Russia ha ottenuto circa 6.000 impianti frequenza, la Spagna 2.100, la Francia 1.700, la Germania 1.600 e la Gran Bretagna 1.000. Fino al gennaio scorso erano stati riconosciuti al nostro Paese, dove non esiste pianificazione solo 1.000 impianti frequenza.

L'Italia, infatti, si era presentata alla Conferenza ITU di Ginevra avendo ancora aperti numerosi contenziosi con Paesi confinanti, in un quadro reso ancor più complicato dall'accumularsi negli ultimi 15 anni di un sistema di circa 20.000 impianti tv. Per quanto riguarda le frequenze non coordinate l'Ing. Troisi ha dichiarato alla stampa che "non ci saranno rischi per la chiusura degli impianti. Non è mai avvenuto dal 1961 ad oggi, ossia dall'entrata in vigore del Piano di Stoccolma. Piuttosto dovremo organizzarci e prevedere accordi con i Paesi confinanti nel momento in cui dovessero aver bisogno di nuove frequenze. L'Italia è da sempre un Paese soggetto a questa tipologia di accordi: la nostra posizione geografica ci obbliga a coordinarci con 17 diversi Paesi oltre allo Stato del Vaticano e alla Repubblica di San Marino».

In dettaglio il piano, che riguarda sia il digitale televisivo (DVB-T) che il digitale radiofonico (T-DAB), prevede 2.376 assegnazioni che definiscono le aree per le quali sono indicati i canali utilizzabili senza specificare le localizzazioni e le caratteristiche tecniche delle stazioni trasmittenti e 1.576 assegnazioni che invece specificano anche localizzazione e caratteristiche tecniche delle stazioni trasmittenti.

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