Il viceprocuratore generale della Corte dei Conti contesta un presunto danno erariale per membri del Cda e dirigenti Rai del periodo 2001-2005.
Guido Patti, viceprocuratore generale della Corte dei Conti, ha fissato all'8 aprile la data entro la quale alcuni dirigenti attuali ed ex dirigenti Rai potranno "produrre deduzioni" su alcuni compensi. In particolare, Patti - come risulta da un articolo di 'Repubblica' - mette in discussione i compensi che i direttori generali Cappon, Saccà e Cattaneo hanno percepito alla loro uscita dall'azienda; compensi che sono stati assegnati quando erano a capo dell'azienda Zaccaria e Meocci.
Gli importi contestati sono: 960 mila euro andati a Guido Cappon (dopo la precedente Direzione Generale) in seguito ad una transazione contestata dal magistrato (che, anche se fosse legittima, secondo Patti avrebbe dovuto essere più bassa) e 44.024 euro, ovvero la retribuzione per 4 mesi che Cappon ha mantenuto dopo aver lasciato l'incarico di direttore generale.
Ad Agostino Saccà sono invece contestati i 150 mila euro ottenuti a titolo di "elargizione straordinaria" quando decadde dalla carica di direttore generale, come premio per il buon andamento dei conti del 2002.
Infine a Flavio Cattaneo vengono contestati 2.240.880 euro, suddivisi in tre diversi tipi di compenso: 350 mila euro a titolo di "premio variabile" per i risultati degli ascolti del biennio 2003/2004; 1.766.880 come transazione a risoluzione del rapporto di lavoro (quando il suo contratto fissava solo la retribuzione e non "clausole paracadute") e infine 130mila euro ottenuti per assumersi l'obbligo di rispetto del segreto una volta lasciata la carica di direttore generale, mentre secondo il magistrato questo obbligo sarebbe implicito, in quanto Cattaneo era un "incaricato di pubblico servizio".
Ovviamente da tutte queste cifre sono esclusi eventuali interessi.
L'accusa è di danno erariale, del quale sono ritenuti responsabili gli allora dirigenti Rai. Nel caso di Cappon, qualora si arrivasse in giudizio alla Corte dei Conti, Patti considera responsabili del danno al 60% Zaccaria e i suoi consiglieri e al restante 40% Saccà, succeduto a Zaccaria, Esposito, a capo degli affari legali Rai, e Comanducci, allora capo del personale. Negli altri casi il danno sarebbe imputato all'ex direttore generale Meocci.