Soprattutto il calo delle produzioni di Medusa rischia di mettere in grave difficoltà il cinema italiano. Ma ecco che forse ci penserà Hollywood…
Ecco l'interessantissimo articolo di Franco Montini apparso di recente su 'Repubblica':
“Il cinema italiano come lo abbiamo conosciuto non c'è più: per il 2013 si annunciano grandi novità. Non poteva essere altrimenti, visto che, a causa del forte ridimensionamento dell'attività di Medusa, si è esaurita una delle due fonti essenziali di approvvigionamento della produzione. Ma con la fine del duopolio Rai/Mediaset, che ha caratterizzato il panorama produttivo delle recenti stagioni, si è creato un vuoto difficile da colmare. Se poi si aggiunge una realtà segnata da contributi pubblici sempre più scarsi e da un tax shelter a rischio c'è poco da essere ottimisti e una drastica diminuzione della produzione, ritenuta già insufficiente, è qualcosa di più di una probabilità.
In questo panorama tutt'altro che allegro, la notizia positiva è che, in soccorso del nostro cinema, scende in campo Hollywood. Le major americane si stanno sempre più impegnando nella produzione di film italiani. Il 1° gennaio è approdato in sala 'La migliore offerta' di Giuseppe Tornatore, prodotto, con la Paco di Arturo Paglia, dalla Warner Bros.
Ma non rappresenta un'eccezione: il listino 2013 della casa Usa comprende altri quattro titoli di cui la Warner è anche produttore: 'Tutti contro tutti', esordio in regia di Rolando Ravello; 'Studio illegale' di Umberto Carteni; 'L'ultima ruota del carro' di Giovanni Veronesi e 'Una piccola impresa meridionale' di Rocco Papaleo. Un impegno importante, che per quantità e qualità è secondo solo a quello di Rai Cinema.
«La nostra linea editoriale nel cinema italiano - spiega Barbara Salabè, presidente di Wamer Bros Italia - è molto larga, aperta ai grandi autori ma anche ai nuovi talenti. Lo sforzo è quello di individuare idee, temi e linguaggi che possano funzionare da qui a uno o due anni, perché la società italiana è in rapido cambiamento e negli ultimi mesi l'impressione è che il cinema non sia riuscito a intercettarlo. E i film arrivano in sala sempre in ritardo sui tempi».
Insieme a Wamer, altre major si sono cimentate nella produzione di film italiani, e se 20th Century Fox si è limitata a un solo esperimento - 'Vallanzasca' di Michele Placido - Universal ha coprodotto otto film e stretto un accordo con Cattleya, entrando in società al 20% con l'azienda di Riccardo Tozzi. L'impegno delle major nel nostro cinema è stato favorito dalla forte crescita della quota di mercato della produzione nazionale nel 2010 e 2011.
Nel momento in cui il consumo di film domestici, in Italia come nel resto del mondo, è diventato un business interessante, Hollywood è intervenuta. Ma ora, a fronte della crisi del nostro cinema nel 2012, con una grave perdita di presenze, non c'è il rischio di una frenata delle major? «Non credo - risponde Richard Borg, amministratore delegato di Universal Italia - , perché il risultato modesto ottenuto dal cinema italiano negli ultimi mesi non deriva da un problema di prodotto, anche molti dei film che non hanno funzionato sul mercato erano validi, quanto da un problema di errata pianificazione e promozione e in questo l'esperienza e la managerialità delle major può essere utile. Da parte nostra non c'è alcuna intenzione di diminuire i finanziamenti sulla produzione di film italiani e stiamo studiando nuovi progetti. Il nostro obiettivo è presentare proposte interessanti, tali da convincere a dirottare in Italia i budget che Universal destina ogni anno ai film realizzati per i diversi mercati domestici».
La lista dei film italiani prodotti da Hollywood è destinata ad allungarsi, intercettando film diversi da quel cinema d'autore e di qualità che finora ha rappresentato il campo di intervento delle major. Se infatti dopo la svolta Medusa alcune commedie con comici popolari sono passate alla Rai, come nel caso del nuovo film di Pieraccioni e dell'esordio in regia di Siani, in prospettiva questo tipo di film potrebbe diventare terreno di caccia di Hollywood. «In effetti - conferma Barbara Salabè - per noi finora era impossibile pensare di lavorare su un certo prodotto perché i comici, capaci di garantire incassi top, erano legati a Rai o Medusa Ma non è nostra intenzione mettere sotto contratto nessuno, noi non compriamo talenti: semplicemente diamo loro la libertà di esprimersi. È questa filosofia che ci ha consentito di tornare a essere il numero uno nel mondo».
«Un consistente incremento dell'intervento di Hollywood sul cinema italiano, auspicabile in un periodo di recessione - avverte il presidente dei produttori italiani Riccardo Tozzi - potrà verificarsi solo se si riaprisse il mercato televisivo. Oggi i film in Tv non si vendono, al massimo si svendono a prezzi da saldo, perché la Rai, producendo molto, compra poco e Mediaset non compra affatto. In questa situazione, essendo venuto meno un segmento importante nel recupero delle risorse non è ragionevole prevedere che l'intervento delle major possa compensare quanto garantiva Medusa. Ma se le Televisioni tornassero a comprare film, Hollywood potrebbe davvero prenderne il posto”.