Le micro Web Tv a quota 346

Crescita a due cifre per le micro Web Tv italiane. Nel 2010 balzano a 346 unità (nel 2009 erano 284). Si moltiplicano i canali presenti in contesti metropolitani. Le micro Web Tv hanno seguito anche il Meeting di Rimini con San Marino RTV e Rainews.

Si impenna la videopartecipazione dal basso. Il progetto inter-universitario Altratv.tv (www.altratv.tv) ha lanciato la nuova release della piattaforma. Online sono geolocalizzati 346 micro Web Tv realizzate da cittadini videomaker per passione, gruppi di associazionismo e consorzi di giornalisti online. La moltiplicazione è a due cifre nel territorio italiano.
Nel 2009 erano infatti solo 284. Si inverte invece il trend che ha visto un proliferare di canali lontani dai contesti metropolitani. Nel 2010 la mappa della videopartecipazione dal basso si infittisce su Roma, Milano e Napoli. Moltiplicazione di canali anche in Emilia-Romagna e in Puglia.
Il dato che sorprende è la crescita delle Web Tv in Abruzzo. Complici il disastro del terremoto aquilano e la volontà di colmare un vuoto informativo in queste zone le esperienze di videonarrazione dal basso si sono moltiplicate.
Le micro Web Tv, dal 22 agosto, hanno seguito anche il Meeting di Rimini. Ogni giorno, dalle 19.45 alle 21.00, con San Marino RTV (presente al Meeting con uno suo studio all'interno del padiglione C2), Rainews ed Eutelsat, sono stati realizzati talk-show, interviste e approfondimenti in diretta per fornire un'analisi della situazione socioeconomica e politica del nostro Paese. A tracciare le sintesi delle giornate il direttore di SMRTV (che pare in procinto di sbarcare sul satellite) Carmen Lasorella.
Intanto il team di Altratv.tv e della Federazione delle micro Web Tv si mobilita anche in vista dell'autunno caldo: in ballo la regolamentazione della rete da parte di Agcom e il rischio di chiusura per molti canali.
“Le micro Web Tv - afferma Giampaolo Colletti, presidente della FEMI - guardano con molta preoccupazione i tentativi di regolamentare e tassare in modo arbitrario e pretestuoso il sistema informativo digitale rappresentato dal giornalismo partecipativo dal basso. Questi micro canali creati da cittadini videomaker per passione rappresentano nella loro unicità il tessuto informativo iperlocalizzato italiano e svolgono un ruolo di primaria importanza e di pubblica utilità, colmando un vuoto informativo. Il rischio che corrono, alla luce dei nuovi schemi di regolamento Agcom, è la chiusura, in un terreno come quello del net, dove dovrebbe essere tutelata la democrazia partecipativa informativa”.

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