Le posizioni della FRT

Riportiamo due ‘prese di posizione’ della FRT Tv Locali su due temi di grande attualità legati alla ‘Finanziaria’ in corso di approvazione in Parlamento: i contributi per le Tv locali e i canali 61-69.

Ecco il primo comunicato stampa della FRT:

«Il Presidente della FRT Filippo Rebecchini ha espresso la sua incredulità sulle dichiarazioni apparse oggi in un articolo del quotidiano “La Repubblica”, nel quale il vicepresidente della Camera, on. Maurizio Lupi, ha dichiarato di essere pronto a “negare le risorse previste per le tv locali” al fine di recuperare i 300 milioni di euro del 5 per mille.
Il Presidente della FRT, certo che si tratti di un equivoco, al fine di non penalizzare ulteriormente e mettere in agitazione un settore, già pesantemente colpito dalla digitalizzazione, dalla crisi generale e dalla riduzione delle provvidenze editoria alle tv locali, chiede all'On. Lupi di smentire la notizia apparsa su “La Repubblica”».

E sul tema dei canali 61-69 ecco cosa scrive il periodico FRT 'Radio & Tv Notizie':

«L'Aula della Camera ha approvato venerdì scorso, con 303 sì, 250 no e 2 astenuti, la Legge di Stabilità 2011 (ex finanziaria). Il testo passa ora per la discussione in Commissione Bilancio del Senato. Nel provvedimento si prevedono le procedure per poter destinare, in coerenza con la normativa europea, le frequenze 790-862 ai servizi di comunicazione mobile in banda larga. Le frequenze previste sono quelle dei canali 61-69, oggi assegnati alle emittenti locali (da assegnare invece operativamente alle tlc entro il termine del 31 dicembre 2012, fissato per legge; Ndr.).
Al fine di "liberare" le frequenze suddette, il provvedimento prevede un indennizzo a quelle emittenti disponibili a rinunziarvi anche perché dovranno tener conto degli ulteriori obblighi che verranno previsti per un più efficiente uso dello spettro. Obblighi da stabilire, che, se non rispettati, prevederanno sanzioni che potrebbero portare alla revoca del diritto all'uso della frequenza. In sintesi un "bastone" per chi non si attiene alle normative (che potrebbero essere assai pesanti) ed una "carota" per chi getta la spugna.
Teoricamente il sistema dell'incentivo per promuovere un più efficiente uso dello spettro sembrerebbe accettabile, purtroppo però
l'elemento incentivante è assolutamente inadeguato. Infatti la legge prevede, per liberare 9 canali in tutta la nazione, soltanto il 10%
del ricavo dalla cessione delle frequenze agli operatori in banda larga, con un massimo di 240 milioni.
A tal punto i timori e le conseguenti forti proteste delle emittenti derivano dal fatto che se non vengono accettati gli indennizzi perché la “carota” é modesta, lo Stato possa avvalersi del "bastone" per indurle a liberare le frequenze e attuare un esproprio di fatto.
Solo un forte incremento dell'indennizzo - si spera al Senato - può risolvere il problema del reperimento delle frequenze per la banda larga, problema che altrimenti non troverebbe altra soluzione».

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