Le tre evoluzioni del Prix Italia

Il Prix Italia ha confermato Torino come propria sede. Il tema della rassegna quest’anno era “Il futuro in anteprima”. Giovanna Milella ha scelto per il Prix una caratterizzazione un po’ “accademica”, con vari professori che discutevano della Tv e del suo futuro.

Il 62mo Prix Italia, l'annuale festival radiotelevisivo organizzato dalla Rai, si è concluso di recente a Torino, dopo 6 giornate di lavori. Il tema della rassegna era “Il futuro in anteprima” ed una cartolina data ai partecipanti come souvenir aggiungeva che “prevedere il futuro é meglio che aspettarlo”.
Al Prix il “futuro” si è messo in mostra a livello tecnologico ed accademico. Per la parte tecnologica, é stata allestita una serie di dimostrazioni che includevano la tecnologia 4K; questa permette una qualitá delle immagini 4 volte superiore all'attuale Tv ad alta definizione.
Per la parte dei seminari, si sono svolte conferenze che vanno dal “Futuro del servizio pubblico” a “Piccoli lavoratori, piccoli schiavi”, all' “Essere donna in Afghanistan”.
Ed ecco la grande nuova trasformazione del venerabile Prix. In passato, sotto la guida prima dell'arrogante ma efficace Alvise Zorzi, poi da quella dell'affabile ed efficiente Piergiorgio Branzi, il Prix era molto “innovativo”, al punto che non era insolito chiedersi: “Chi mai vedrá quelle cose?”
Dopo un periodo di declino che ha visto il susseguirsi di 2 segretari generali, la manifestazione é tornata alle vecchie glorie sotto Carlo Sartori, che era riuscito a riportare al Prix molti alti dirigenti delle reti Tv e studios americani.
Con Sartori il Prix prese una connotazione “pragmatica”, con la componente “business” messa molto in evidenza ed offrendo opportunitá pratiche di coproduzioni per gli operatori italiani.
Passata la gestione Sartori, il Prix é tornato nell'oblio con il susseguirsi di ben 4 segretari generali. Ora, sotto la direzione di Giovanna Milella, segretario generale dal 2009 (e prima donna ad ottenere questa carica), il Prix sta lentamente risalendo la china con 400 programmi in rassegna provenienti da 48 Paesi. Migliorata anche la “qualità” dei partecipanti, con dirigenti provenienti da Paesi come Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Sotto la direzione di Milella, il Prix ha preso una “piega accademica”, con numerosi professori universitari che hanno discusso i vari aspetti della Tv, specialmente quello del servizio pubblico, servizio oggi sotto assedio non solo in Italia, ma anche in Francia, Gran Bretagna ed addirittura in Germania, anche se il segretario generale Milella contesta che vi sia effettivamente una caratterizzazione di questo tipo.
É curioso notare come, mentre la maggior parte delle Tv pubbliche sotto esame vengono criticate nei loro Paesi per via della concorrenza alle Tv commerciali, delle spese e dei canoni, la Tv pubblica in Polonia, a detta della professoressa polacca che ne ha illustrato le difficoltá, venga criticata per il mandato di rispettare le radici cristiane del Paese.
Questo é il secondo anno che il Prix si svolge a Torino, dove ha occupato 5 edifici della Rai molto vicini tra loro e convenientemente posizionati in centro cittá. La manifestazione tornerá a Torino anche nel 2011.

Nella foto, il nostro inviato Dom Serafini con il segretario generale del Prix Italia, Giovanna Milella.

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