Le Radio e le Tv italiane e del mondo alla prova del conflitto iracheno. Non si vede molto della guerra in corso ma qualcuno sta cercando di garantire l’informazione. Ecco chi e come…
I media, al pari dei buoni soldati, non possono non seguire "l'evento guerra", anche se, questa volta più di altre, stare all'interno del conflitto fa più paura. Non a caso, tutte le principali televisioni americane, con l'eccezione della Cnn, hanno lasciato l'Iraq. Anche i vertici della Cbs, uno dei network nazionali statunitensi, avevano chiesto infatti all'inviata della rete, Lara Logan, di lasciare immediatamente il Paese perché la situazione appariva troppo pericolosa.
Due altre tv nazionali americane, la Abc e la Nbc, avevano già lasciato il Paese nei giorni scorsi, mentre l'inviato della Fox (in prima linea sul fronte favorevole al conflitto) era stato espulso il mese scorso. La Cnn ha fatto sapere che sta trasmettendo da una località segreta della capitale.
Nel frattempo sono sempre le televisioni che trasmettono dal Golfo a tenere aggiornato il mondo intero sulle sorti dell'Iraq. Secondo la televisione iraniana, a Baghdad durante la prima notte di guerra, sarebbero state colpite "strutture militari e amministrative" e almeno un missile è stato lanciato contro "un palazzo di Saddam Hussein". Nella capitale, ha aggiunto l'emittente, si sono udite sirene di ambulanze.
Secondo le informazioni raccolte da un giornalista della televisione nel Kurdistan iracheno, nella stessa occasione sono stati colpiti anche obiettivi nel sud e nell'ovest dell'Iraq. Alle 3.55 la tv di Stato irachena trasmetteva un film comico.
Ieri sera, poi, prova del fuoco per tutti i media, con l'inizio del bombardamento massiccio di Bagdad da parte degli americani e l'avvio delle operazioni anche sul fronte terrestre. La Rai ha ancora alcuni giornalisti nella capitale irachena o in Iraq e altri nelle zone vicine. Il presidente Lucia Annunziata, appena nominata, si è trovata dunque a gestire una situazione difficilissima e ha avuto parole di apprezzamento (nonostante alcune polemiche sui privilegi di "Porta a porta" e alcuni malumori al Tg3) per l'impegno dei giornalisti e delle varie strutture dell'azienda in questa importantissima occasione, con particolare riguardo agli appuntamenti informativi radiofonici.