Persistono molti problemi fra le emittenti televisive locali del Lazio, per via della irrisolta questione dell’LCN, e non solo. Si muove anche il Corecom e si ipotizzano addirittura “task force anticrisi”.
Una prima disamina delle questioni aperte è stata così illustrata dalla FRT:
«Il 16 dicembre 2009, il Corecom Lazio ha sottoscritto con l'Agcom la convenzione per l'esercizio delle nuove funzioni delegate. Per effetto di tale convenzione, a far data dal 1° gennaio 2010, al Corecom competerà la tenuta del Registro degli operatori di comunicazione del Lazio e la vigilanza sul rispetto degli obblighi di programmazione e delle disposizioni in materia di esercizio dell'attività radiotelevisiva locale. Per approfondire tutti gli aspetti della convenzione, il Presidente del Corecom Lazio, Francesco Soro, il 14 gennaio scorso ha riunito, presso la sede di Roma dello stesso Comitato Regionale Comunicazioni, i rappresentanti delle associazioni di categoria delle imprese radiotelevisive e delle Tv locali operanti nella regione.
In particolare il Presidente Soro ha ricordato che il monitoraggio televisivo effettuato dal Corecom non sarà quindi più limitato alla tutela dei minori e al rispetto delle norme sulla par condicio nel periodo elettorale, bensì diverrà vigilanza piena sull'emittenza radiotelevisiva con riferimento: agli obblighi di programmazione; al rispetto delle norme che disciplinano le trasmissioni pubblicitarie; alla già citata tutela dei minori (con particolare riguardo al divieto di effettuare programmazione a carattere pornografico); alle norme a garanzia dell'utenza e al rispetto del pluralismo politico (norme sulla par condicio) culturale e sociale. Il Presidente (FRT) Rebecchini ha assicurato la massima collaborazione della Federazione per consentire l'instaurazione di un rapporto proficuo e collaborativo tra le emittenti locali e il Corecom. Tutte le emittenti intervenute all'incontro hanno però rimarcato le condizioni di estrema difficoltà in cui si trovano ad operare le Tv locali del Lazio interessate dallo “switch off”. Difficoltà determinate in massima parte dalla mancata regolamentazione, da parte dell'Autorità, dell'LCN. Per questo, al termine dell'incontro, è stato stilato un comunicato stampa congiunto Corecom/Tv locali con il quale, stigmatizzando le condizioni di estremo disagio sia dell'emittenza locale che dell'utenza nella regione Lazio, è stato chiesto all'Autorità di emanare al più presto norme che consentano la regolamentazione delle posizioni delle emittenti sul telecomando».
Ed ecco cosa vuol fare il Corecom:
«Il presidente del Corecom Lazio, Francesco Soro, sta verificando le condizioni per creare una struttura in grado di assistere le Televisioni messe alle strette dal passaggio al digitale terrestre e alle prese con operazioni di razionalizzazione o fusione. Il progetto, ancora in fase di elaborazione, è stato definito dal settimanale 'Il Mondo' che ne ha anticipato le linee fondamentali, “una sorta di Camera per il salvataggio delle imprese Tv in difficoltà”».
'Il Mondo' in effetti aggiunge che «il progetto (è) sul tavolo del presidente del Corecom del Lazio, l'avvocato Francesco Soro . L'obiettivo è creare una struttura in grado di assistere le Tv (molte locali) messe alle strette dal passaggio al digitale terrestre e alle prese con operazioni di razionalizzazione o fusione. Anche perché il mercato Tv 2010 è sempre più competitivo: sono scese in campo anche le tlc e l'editoria. Soro mediterebbe di consultare il presidente della Camera di commercio di Roma Andrea Mondello, Filippo Rebecchini (FRT) e Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo) per verificare la fattibilità del progetto. Approdato al timone del Corecom un anno fa, Soro si era dato come primo target di sveltire i tempi dell'attività del Comitato che concilia le controversie tra tlc e utenti. E ora che l'obiettivo è raggiunto (le conciliazioni sono passate da 5 mila a 9 mila con tre mesi di attesa rispetto ai dieci di ieri), il Corecom del Lazio vuol farsi paladino delle Tv in affanno».
Ma che appunto nel Lazio le cose per le Tv locali non vadano affatto bene lo conferma questo articolo del 'Corriere della Sera' (edizione di Roma) del 15 gennaio, a firma di Paolo Foschi:
«Molte Tv locali di Roma e del Lazio rischiano la chiusura. L'effetto combinato della crisi economica e del passaggio al digitale terrestre sta mettendo in ginocchio i piccoli operatori: lo «switch off», cioè il passaggio alla nuova tecnologia, è avvenuto senza regole certe sul posizionamento dei canali nella piattaforma, che spesso si verifica in maniera casuale, offrendo un ordine privilegiato per Rai e Mediaset. In assenza di un quadro normativo univoco, a farne le spese sono quindi appunto i «piccoli» che rischiano di scomparire nella piattaforma, in posizioni infelici e di scarsissima visibilità. I dati di ascolto, che certo dipendono anche dalla qualità della programmazione ma non solo, parlano chiaro: Rai in particolare e anche Mediaset con il digitale terrestre (quindi con i nuovi canali) hanno registrato un deciso aumento degli ascolti. E a pagare sono i piccoli operatori, che accusano una flessione intorno al 10%.
Il grido di allarme è stato lanciato dalle stesse emittenti locali, a partire da Teleroma 56 della famiglia Caltagirone e da Super3 di Filippo Rebecchini, oltre a un'altra trentina di reti, con tre associazioni di categoria presenti: Frt, Conna e Aeranti-Corallo…
I rappresentanti delle emittenti hanno chiesto l'intervento del Corecom. «Se non sappiamo dove viene posizionato il nostro canale nella piattaforma digitale, non possiamo vendere la pubblicità, che già risente degli ascolti in calo e della crisi», hanno detto i rappresentati delle reti locali, che poi hanno firmato un appello congiunto: «La situazione è drammatica. La ragione principale sta nell'assoluta confusione che caratterizza il sistema di posizionamento dei canali sul telecomando (il cosiddetto Lcn). Oggi non c'è alcuna regolamentazione, rischiamo di tornare alla stagione del Far west televisivo che speravamo fosse solo un ricordo del passato. Trovare un'emittente locale sul televisore ormai è diventato difficilissimo. Se non si vuole condannare al fallimento l'intero sistema televisivo locale del Lazio, con la perdita di migliaia di posti di lavoro, chiediamo che l'Agcom intervenga al più presto possibile per definire una regolamentazione chiara e certa».
E senza correzioni normative, «siamo costretti a bloccare gli investimenti». Francesco Soro, al termine dell'incontro, ha espresso “preoccupazione per la situazione, perché parliamo di un settore che occupa, compreso l'indotto, migliaia di persone. Per questo come Corecom ci facciamo portavoce anche presso l'Agcom perché si tenga conto delle legittime istanze delle emittenti locali”».