Qualche giorno fa avevamo lanciato una specie di ‘appello’ ai parlamentari perché legiferassero in modo saggio e ragionevole sulla famosa legge ‘anticarcere’ per i giornalisti (‘Legge Sallusti’). Il risultato è stato che il carcere resta. È proprio ora di chiudere la legislatura…
Viene da dire che con questi parlamentari in azione è proprio meglio lasciar perdere e che non resta che sperare in una chiusura della legislatura al più presto (non necessariamente elezioni anticipate di qualche mese, ma insomma…).
Per giudicare basta raccontare. Il Parlamento doveva impedire una cosa sbagliata (o ritenuta tale ufficialmente da quasi tutti) e cioè impedire che Alessandro Sallusti andasse in carcere per un reato compiuto a mezzo stampa, come purtroppo la legislazione in vigore ancora consente. Bastava dunque una legge di un solo comma che per adesso e per il futuro escludesse l'ipotesi del carcere per un'eventualità simile (anche in caso di diffamazione grave a mezzo stampa).
Martedì l'ennesimo colpo di scena che qualifica questi parlamentari, sempre al Senato, con l'approvazione di una norma a scrutinio segreto che di nuovo ripropone il carcere per i giornalisti. Insomma, la legge che era nata per evitare proprio questo, lo prevedeva di nuovo. Siamo non al paradosso ma alla rabbia cieca di politici che spiace persino chiamare tali contro una categoria importante dal punto di vista della democrazia, politici che oltretutto agiscono nell'ombra del voto segreto (insomma, neppure 'ci mettono la faccia'), presi solo dalla voglia di colpire i giornalisti, comunque sia.
Anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, ha detto di “stare seguendo con grande preoccupazione'' l'iter legislativo del Ddl Sallusti e di ritenere che mantenere il carcere per i giornalisti sarebbe un grave passo indietro' per l'Italia”, e non solo.
Di nuovo l'Italia zimbello d'Europa, quindi. Non basta. A presentare la proposta del carcere sono stati l'Api di Rutelli (che farebbe bene invece a spiegare bene la storia di Lusi agli italiani) e la Lega Nord, con il segretario Maroni che tranquillamente dichiara: “È stata una provocazione, per far riflettere su un tema liquidato con troppa superficialità e fretta”.
Ci pare al contrario che questo tema - quello della libertà d'informazione - sia davvero troppo importante per farlo gestire a questi politici che siedono in Parlamento. Lascino proprio perdere e pensino alle prossime elezioni. Molti di loro non saranno confermati e sarà solo un bene…