Passa a sorpresa, a scrutinio segreto, un emendamento che limita a due le reti che possono essere possedute a livello nazionale. L’opposizione canta vittoria, ma poi abbandona i lavori, il Centro-Destra va avanti ma è un po’ in panne.
E nella giornata-chiave succede quel che non ti aspetti. Oggi alla Camera è accaduto infatti davvero di tutto e l'affannoso tentativo del Centro-Destra di far approvare a tambur battente a Montecitorio la legge Gasparri si è ritorto contro la stessa maggioranza, che adesso sarà costretta a correre ai ripari al Senato, con l'ulteriore conseguenza che occorrerà poi un nuovo passaggio alla Camera.
Tutto in gran fretta, dunque, come ci si aspettava, per via della scadenza di fine anno che attualmente ancora "condanna" Rete 4 e se il Paese è distratto dalla guerra è ancora meglio... Che la legge Gasparri sia un provvedimento di enorme importanza dal punto di vista politico, economico, giuridico e di tutela del pluralismo democratico nel Paese non pare sia discutibile e dunque sarebbe opportuno discuterne con molta calma e ponderazione; ma il Polo aveva fretta, tanta fretta ed era già stato costretto ad aspettare aprile per poter contingentare i tempi alla Camera e debellare il possibile ostruzionismo dell'opposizione.
Ecco allora che, con uno sprint da primato, in pochi giorni si sta approvando un provvedimento che cambia tutto il mondo della Tv italiana. Troppo facile, però, così, e qualcosa di imprevisto è effettivamente accaduto oggi alla Camera, un fatto clamoroso che non pregiudica l'approvazione del provvedimento ma rappresenta una seria sconfitta per la maggioranza e comunque complica l'iter parlamentare della stessa "Gasparri".
A sorpresa all'ora di pranzo è stato infatti approvato a scrutinio segreto (così si vota alla Camera sul provvedimento) e con 17 "franchi tiratori" nelle file del Polo, un emendamento al disegno di legge Gasparri con cui, nella sostanza, si introduce il divieto, per i privati, di possedere più di due reti nazionali Tv. L'Ulivo in piedi, ha applaudito l'esito della votazione, mentre la maggioranza, smarrita, ha fatto sospendere la seduta in cerca di rimedi.
Non basta: l'emendamento ha anche cancellato la possibilità di possedere mezzi televisivi e giornali per un unico soggetto. Insomma, uno stravolgimento sostanziale della "Gasparri" originaria, che era stata concepita prima di tutto e al di là dei proclami della maggioranza, proprio per salvare la terza rete Mediaset, Rete 4, dall'esilio del satellite.
Se nella maggioranza si covano ora vendette nei confronti dei "traditori" (e si cercherà ovviamente di individuarli) e degli assenti in aula al momento del voto, risulta anche evidente come questo provvedimento non sia poi così amato nelle file dello stesso Centro-Destra. E se ne capiscono anche le ragioni, specialmente considerando che la legge passa alla Camera quando ancora non è stato approvato il fondamentale provvedimento sul conflitto di interessi.
Ma la giornata riservava altre sorprese. Ecco che in serata l'opposizione ha abbandonato l'aula dopo l'approvazione di un emendamento di An che abbassa, a partire dalla terza votazione, il quorum in seno alla Commissione parlamentare di vigilanza per ratificare l'indicazione del presidente del CdA della Rai: non più i due terzi (quota molto "vantata" in questi mesi da Gasparri) ma la maggioranza semplice! Grandi proteste del Centro-Sinistra e uscita dall'aula, con a latere accuse a Casini, che faceva ugualmente continuare le votazioni
Ad ogni modo, in mezzo a questa baraonda, la legge domani dovrebbe essere effettivamente approvata. Passerà poi al Senato, dove la maggioranza dovrà per forza emendarla per cercare di tornare al testo originario. Poi il nuovo passaggio a Montecitorio. L'approvazione finale, secondo i piani, doveva esserci prima dell'estate. Ma ora c'è una bella complicazione in più.
Mauro Roffi