Schierarsi con i “gladiatori” di ‘Scandal’ viene quasi naturale, ma passare al lato oscuro e tifare per i “leoni” nell’arena di ‘Empire’ dà più soddisfazione. I Lyon in questione (l’assonanza con i felini la dice lunga) sono il clan protagonista della serie in onda su FOX e guidato dagli ex coniugi Lucious e Cookie, interpretati da Terrence Howard e Taraji P. Henson, entrambi nominati agli Oscar. Questa coppia ha costruito un impero discografico (quello del titolo, Empire) con denaro sporco, frutto dei traffici di droga per cui lei ha scontato 17 anni di galera. Ha lottato, graffiato e azzannato chiunque le fosse d’ostacolo per garantire ai tre figli lo scettro nel regno dell’hip hop e c’è riuscita, visto che il partner chiama il Presidente Obama con il nome di battesimo. La prole è piuttosto variegata e perennemente in lotta per il potere: il primogenito Andre (Trai Byers) si occupa di marketing e finanza mentre cerca di tenere a bada il disturbo bipolare, Jamal (Jussie Smollett) ha ereditato il talento musicale dal padre, ma l’essere omosessuale crea molti attriti tra i due mentre il più piccolo, Hakeem (Bryshere Gray) gioca a fare il rapper duro e capriccioso in stile Justin Bieber e seduce donne più mature (una di loro è Naomi Campbell).
Parata di stelle
“Abbiamo scritto il telefilm – ha raccontato il creatore Danny Strong al Festival della TV di Monte-Carlo – chiusi nella nostra bolla per sei mesi, prendendo come riferimenti ‘Dallas’ e ‘Dynasty’, ma in versione black e moderna. È diventato in breve un fenomeno musicale, con un appeal universale che trascende razze e colori, e la ente si è identificata in queste relazioni legate a doppio filo agli affari di famiglia. E pensare che nella prima stagione abbiamo avuto difficoltà a reclutar guest star, alcune si sono anche tirate indietro all’ultimo. Alcune sono invece salite a bordo prima che la serie diventasse un cult, come Snoop Doog e Jennifer Hudson”. La lista di stelle di Hollywood e dintorni che fa a gara per un posticino nell’impero è ormai lunghissima e altri due Premi Oscar (oltre alla Hudson) hanno già preso parte al progetto, Cuba Gooding Jr e Marisa Tomei, mentre Sidibe Gabourey (nominata all’ambita statuetta per ‘Precious’) interpreta l’assistente di Lucious. Timbaland firma la colonna sonora e molti numeri uno del panorama musicale mondiale, da Courtney Love (ex moglie di Kurt Cobain) a Mary J. Blige, sono apparsi finora, mentre la stagione due ospita Mariah Carey, Lenny Kravitz e Alicia Keys, tra gli altri. 50 Cent, produttore del telefilm ‘Power’, manda frecciatine su Instagram e i Lyon lo liquidano con battute al vetriolo inserite ad arte nella sceneggiatura perché sono i padroni del musical drama in tv (chiamatelo pure hip hop soap, se preferite) e lo sanno bene.
Lo show dei record
I numeri sulle 44 canzoni della prima stagione, secondo i dati USA di Nielsen Music, parlano chiaro: oltre 31 milioni di streaming del catalogo e 1 milione di download, oltre 4 milioni di streaming per il brano “Good Enough” e 165 mila download per quello più amato, “You’re so beautiful”, oltre 110 mila album venduti di cui 44 mila copie fisiche solo nella prima settimana. I record non riguardano solo le note: da 20 anni mancava sugli schermi a stelle e strisce una serie drammatica che, tra gli under 50, aumentasse esponenzialmente di pubblico con l’avanzare degli episodi. Solo ‘Grey’s Anatomy’, oltre un decennio fa, aveva registrato qualcosa di simile nelle prime quattro puntate.
La ricetta del successo
Cos’ha di speciale ‘Empire’? Alla musica si somma innanzitutto una sceneggiatura arguta dal ritmo incalzante, cucita sulla pelle degli attori con l’intento – conferma Terrence Howard – di rivisitare i drammi shakespeariani, in primis ‘Re Lear’, in salsa contemporanea con personaggi sfaccettati e sorprendenti, che lasciano il segno… molto spesso quello degli artigli. Lo chiamano il “Cookie Factor”: è la marcia in più che ha portato via la matriarca Lyon dalle gang di strada per regalarle scettro e corona di un impero discografico. Quell’istinto di sopravvivenza primordiale, che condivide con l’ex marito Lucious, è stato trasmesso alla prole e ora arriva al pubblico, come un pugno nello stomaco e addio al politically correct: l’Empire, con le fondamenta macchiate di sangue, scatena Caino contro Caino perché in casa Lyon di Abele non si trova traccia.
I protagonisti declinano tematiche universali in maniera seducente, con cura meticolosa di ogni aspetto tecnico, dalla regia alla fotografia. Gli eccessi di questo loro viaggio seriale incantano al punto di chiedersi se non siano vicini a quelli dietro le porte dorate nei palazzi del potere. E la battaglia della sospensione dell’incredulità è vinta.