Libertà di stampa: Italia al 53° posto!

Non fa una bella figura il nostro Paese nella classifica di Reporters sans Frontières sulla libertà di stampa nel mondo. I motivi: i soliti, in prima linea il conflitto d’interessi…

La Corea del Nord è il Paese con la minor libertà di stampa del mondo, preceduta da Cuba e Birmania, su una graduatoria di 166 Paesi che assegna invece il primato positivo alla Finlandia, davanti ad un drappello di Paesi del Nord, tra i quali fa eccezione Trinidad e Tobago, con l'Italia relegata nientemeno che al 53° posto.

Sono queste alcune delle caratteristiche della seconda "Classifica mondiale della libertà di stampa", stilata dall'associazione Reporters sans Frontières (www.rsf.fr), che si occupa di diritti violati, abusi e censure ai danni di giornalisti e lavoratori dell'informazione.

Per elaborare la propria classifica, Reporters ha chiesto a giornalisti, ricercatori, giuristi o a militanti dei diritti umani di rispondere ad un questionario che permette di valutare lo stato della libertà di stampa nel Paese preso in considerazione.

Per il secondo anno consecutivo, l'Italia ha ottenuto una pessima posizione (il 53° posto, appunto), soprattutto rispetto ad altri Paesi dell'Unione Europea, in una graduatoria che comunque dietro alla Finlandia colloca l'Islanda, la Norvegia, i Paesi Bassi, la Danimarca, Trinidad e Tobago, il Belgio, la Germania, la Svezia e il Canada.

Le motivazioni ci sono, eccome, come spiega Reporters sans Frontières: "Il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi, allo stesso tempo capo dell'esecutivo e proprietario di un impero mediatico, non è ancora stato risolto. Inoltre, la legge per la riforma del sistema audiovisivo (ddl Gasparri), che sembra tagliato su misura per proteggere gli interessi di Silvio Berlusconi, rischia di aggravare le minacce che pesano sul pluralismo dell'informazione in questo Paese".

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