Licenziamenti, dimissioni e crisi nelle Radio e Tv locali

Le tristi vicende di Teleducato Parma e Piacenza e Radio Manà Manà di Roma; cassa integrazione per i dipendenti dell’emittente toscana Controradio, dimissioni di Gaetano Gorgoni, direttore del tg dell’emittente pugliese Canale 8. E altro ancora…

Dobbiamo purtroppo registrare l'ennesima crisi di una Tv locale, Teleducato di Parma a Piacenza. Nata nel 1977 per iniziativa di un gruppo facente capo al commendator Nello Gaiti e da Callisto Tanzi, dopo essere stata affiliata negli anni '80 a Euro Tv e poi a Odeon, negli anni '90 si è legata a Supersix. Ha però sempre mantenuto una programmazione locale con fiore all'occhiello il Tg Parma 24, rubriche sportive (fra i collaboratori anche Fulvio Collovati) e le partite del Parma Calcio, ed anche aperto una succursale in quel di Piacenza (Teleducato Piacenza).

La crisi è iniziata l'anno scorso, dapprima a Teleducato Piacenza, quindi anche a Teleducato Parma. Cgil, Cisl e Uil si sono unite all'Associazione stampa dell'Emilia Romagna per esprimere solidarietà ai lavoratori della Televisione, vittime di tagli ed esuberi. «Dopo un anno di contratto di solidarietà in cui i lavoratori si sono fatti carico delle difficoltà dell'azienda - si legge in una nota - i rappresentanti di Telemec (la società editrice; N.d.R.) hanno deciso in modo unilaterale di procedere ai licenziamenti di personale, a cominciare da sette tecnici e impiegati, preannunciando nel frattempo il taglio di una parte consistente della redazione, in particolare fra i giornalisti che lavorano a Piacenza. Ancora una volta sui dipendenti si scaricano scelte strategiche sbagliate ed errori gestionali. I sindacati chiedono alle istituzioni, ai parlamentari e ai rappresentanti degli enti locali un incontro urgente sulla situazione del mondo editoriale del territorio. Si auspica l'attenzione di tutte le istituzioni sul momento di gravissima crisi che sta vivendo il mondo editoriale».

Il 18 settembre scorso presso la sede della Regione Emilia-Romagna si sono incontrati Pierluigi Gaiti in rappresentanza di Teleducato e le Organizzazione Sindacali. Dopo approfondita discussione, secondo il verbale della riunione, «le Parti si sono date atto che la procedura (di mobilità per le 7 persone di cui sopra avviata da Telemec a fine luglio; N.d.R.) si è svolta regolarmente… Non c'è è stata alcuna possibilità di addivenire ad un accordo… in quanto le OO.SS. hanno proposto la riconversione della procedura di mobilità in CGIS in deroga per le unità previste (7), così come nello spirito del 'Patto per attraversare la crisi' raggiunto presso la Regione Emilia-Romagna al fine di attutire uscite traumatiche. L'azienda per parte sua, ha fatto rilevare l'assoluta insussistenza dei presupposti di fatto e di diritto della proposta avanzata dalle OO.SS. quale condizione per addivenire ad un verbale di accordo, avuto essenziale riguardo alla irreversibilità della situazione descritta nella comunicazione di apertura della procedura, con ogni relativa conseguenza circa l'inammissibilità perfino in astratto dello strumento dell'ammortizzatore sociale di cui trattasi.
Pertanto le parti sottoscrivono il presente verbale ritenendo conclusa la procedura prevista dalla Legge 223/1991 (mobilità, N.d.R.)».

Spiacevole vicenda anche a Radio Manà Manà, emittente romana nata nel gennaio 2011 con grosse ambizioni, un ricco palinsesto (attualità, politica, approfondimenti, spettacolo, informazioni utili su traffico e meteo e buona musica) e collaboratori illustri come Stefania Lillo, Marco Baldini, Maurizio Costanzo, Luciano Moggi, Gabriele La Porta, Vincenzo D'Amico, Angelo Di Livio e Giuseppe Giannini.
“Per ragioni economiche e commerciali, è interrotta la programmazione e annullato il palinsesto”. Con queste parole la direzione dell'emittente ha liquidato i suoi conduttori ed un centinaio di collaboratori di vario genere. Poi sono andati in onda solo musica e giornale radio, lo stretto indispensabile per restare in vita. Causa della crisi o di scelte editoriali sbagliate? Stop alle rubriche, agli approfondimenti, ai talk show. Il primo ad andarsene, in ordine di importanza, è stato Marco Baldini e dietro di lui almeno un altro centinaio di collaboratori, da Costanzo a Moggi e La Porta ecc.

Tuttavia mediante un comunicato l'editore di Radio Manà Manà All News 24 e di Radio Manà Manà Sport 24 Stefano Bandecchi ha fatto sapere quanto segue:

«Informo gli ascoltatori delle due emittenti che quella che si è verificata non è stata la chiusura delle Radio ma una sospensione momentanea della programmazione, in quanto l'editore intende provvedere a una ristrutturazione e a un rinnovamento della gestione che valuta fino a questo momento insoddisfacente. Questo porterà al ripristino della programmazione…
Spero che questo comunicato abbia definitivamente chiarito ai tantissimi ascoltatori che richiedevano una spiegazione i motivi di questa interruzione momentanea…».


Crisi anche a Controradio, storica emittente nata nel 1975 ascoltabile nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca e Livorno affiliata a Popolare Network. Giovedì presso l'emittente radiofonica toscana è stato raggiunto un accordo fra azienda e rappresentanze sindacali finalizzato al contenimento dei costi e ad una riorganizzazione interna con l'utilizzo della cassa integrazione in deroga per due dipendenti e il blocco degli straordinari con orari al minimo per i giornalisti.

Difficoltà anche a Canale 8, emittente di Presicce nata nel novembre 1980 nata per iniziativa di Antonio Cazzato (già editore del canale radiofonico Rete 8). Il direttore del Tg Gaetano Gorgoni si è dimesso dando la notizia in apertura dello stesso Tg:
"Amici e amiche, sono qui per annunciare che finisce la mia esperienza alla guida di questa emittente in qualità di direttore responsabile dell'informazione. Dopo cinque anni alla guida del Tg8 e molti più anni alla direzione dei programmi di approfondimento dò un addio amaro. Ma sono costretto a farlo per difendere la mia dignità e per dire no alla precarizzazione del lavoro e alle ingiustizie che in quest'ultimo anno hanno dovuto subire i lavoratori di Canale 8. C'è chi è stato sfrattato da casa, perchè qualcuno ha deciso di arretrarsi con gli stipendi di ben otto mesi. La proprietà ha deciso di far pagare a noi il prezzo di una gestione fallimentare. Se il fatturato di una Televisione cala, se non riesce più a funzionare l'ufficio commerciale e non ci sono nuovi capitali per gli investimenti bisogna vendere. È la dura legge del mercato".

Ancora una volta non possiamo fare altre che denunciare lo stato di crisi delle Radio e delle Tv locali, esprimere solidarietà ai giornalisti, ai conduttori, ai fonici e ai lavoratori di queste emittenti. Mentre chiudevamo queste note, ecco un'altra notizia analoga su Sardegna 1, dove i lavoratori minacciano cinque giorni di sciopero per le solite ragioni.

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