L’imbarazzante risicata presenza italiana alla fiera Tv di Budapest

Poche società espositrici e un sostanziale disinteresse per l’appoggio dell’Ice, l’Istituto per il Commercio Estero. Questo il magro bilancio della presenza italiana al Discop di Budapest.

La questione era la seguente: l'Istituto per il Commercio Estero (Ice) di Budapest, come al solito si proponeva di pagare la tariffa piena, cioé 7.000 euro, per l'affitto di un padiglione al Discop - la fiera per il mercato Tv dell'Europa centrale e orientale - e alle societá audiovisive italiane richiedeva un contributo del 18% ciascuna.
Non solo: l'Ice avrebbe come sempre organizzato una cena invitando i distributori italiani ed alcuni acquirenti internazionali; inoltre, avrebbe fornito alle societá partecipanti un supporto marketing (pubblicitá sulle riviste Tv internazionali e pubblicazione di brochure) e logistico (traduttori, segretarie, ecc.).

La morale della storia é che una sola societá (Rai) ha accettato l'offerta Ice, pertanto il progetto é stato accantonato ed il distributore che ha risposto all'iniziativa é stato costretto ad affittare un padiglione per conto suo, investendo tutto il budget a sua disposizione e sacrificando quindi ogni tipo di marketing.

Oltre alla Rai, gli altri distributori italiani che hanno partecipato come espositori al 20mo annuale Discop di Budapest sono stati Mondo Tv, Mediaset Distribuzione, Atlantyca ed Albatross. Tra l'altro a Discop Mediaset e Mondo Tv non partecipano mai sotto l'ombrello Ice. Ad ogni modo vi erano sole cinque societá italiane, contro le 20 francesi e tutti gli studios americani.

Parlando con alcuni osservatori italiani residenti in Nord America, é stato fatto presente che il motivo per cui all'Italia audiovisiva non interessano le vendite internazionali é il fatto che i produttori nostrani fanno abbastanza soldi con le sole vendite nazionali. Tra quel che passa lo Stato e ció che si ricava dai diritti televisivi, i produttori italiani sono piú che soddisfatti senza doversi esaurire con faticose fiere all'estero.

Vista la poca offerta a livello internazionale, parte del prodotto audiovisivo italiano sta perdendo in prestigio, visibilitá ed interesse, pertanto i prezzi stanno scendendo rapidamente, tanto che, per fare un esempio, una grande rete Tv russa sarebbe disposta solamente a pagare 1.000 euro per una fiction italiana di un'ora, quando, fino a poco tempo fa, lo stesso genere si vendeva per un minimo di 3.000 euro.

Comunque, se si dovesse puntare il dito contro qualcuno o qualcosa, dovrebbe essere il sistema di sussidi vigenti in Italia che non sono disegnati per aiutare l'esportazione se non con le iniziative Ice (ente in fase di trasformazione, otretutto, come noto), seppur, come abbiamo visto, ultimamente non vengano nemmeno prese in considerazione dal settore audiovisivo italiano.

Se ció non bastasse, Rai si trova nel bel mezzo di una ristrutturazione del reparto vendite internazionali di contenuti, cosa che rallenta ulteriormente le strategie di vendita e marketing. É stato infine fatto notare che attualmente, a livello di vendite di programmi all'estero, Mediaset é meglio posizionata rispetto a Rai.
Nella foto di questa pagina: il gruppo vendite e marketing di Mediaset Distribuzione al Discop: Manuela Caputi, Clare McArdle, Sonia Danieli.

(*) Dom Serafini è direttore di VideoAge. VideoAge é una delle principali riviste americane per il settore Tv internazionale.

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