L’imprevedibile ritorno di ‘Dallas’

Torna su Canale 5 vent’anni dopo, ma a oltre trenta dal suo ‘primo arrivo’ “Dallas”; ecco alcune considerazioni e rievocazioni per un telefilm-soap che ha fatto epoca e che da noi è tanto piaciuto al pubblico.

La minestra riscaldata, si dice, resta minestra riscaldata ma il fatto che si stia girando per la Tv americana via cavo TNT la seconda serie della nuova edizione di 'Dallas', che andrà in onda il prossimo gennaio dopo la prima serie trasmessa l'estate scorsa, significa che la serie sta riscuotendo un buon successo negli USA.
Questa settimana sapremo come reagirà il pubblico italiano al ritorno di 'Dallas', dopo 20 anni dall'ultima puntata sulla Tv italiana, con solo tre attori della serie originaria: Larry Hagman, il cattivo J.R; Patrick Duffy, che interpreta suo fratello Bobby e Linda Grey nei panni della moglie di J.R., Sue Ellen.

Dallas andrà in onda il 16 ottobre in prima serata su Canale5 e troverà probabilmente, tra il pubblico, chi aveva visto l'esordio della serie in Italia, prima dal 4 febbraio al 28 aprile del 1981 sulla Rai (che allora non aveva capito per niente il prodotto, lasciandoselo “scippare” alla fine dall'allora Fininvest). Sono poi seguite delle repliche della saga della famiglia Ewing su TMC ed altri canali, ultima quelle dell'aprile scorso su Diva Universal.

Operazione nostalgia o no che sia, Larry Hagman, seppur invecchiato e in gran parte privato del carisma giovanile, mantiene quello sguardo da “cattivo” (al contrario del personaggio che interpretava nella serie Tv “Strega per amore”) che negli anni Ottanta aveva inchiodato tante donne al video; da allora tutte sapevano di un ranch chiamato Southfork a Dallas, in Texas.
Molti i motivi del successo di 'Dallas'; la serie Tv era arrivata al momento giusto: una soap americana 'serale' girata in buona parte in interni, ma in ambienti ampi, ricchi e luminosi, che davano respiro, in un periodo in cui spiccava la netta contrapposizione con le telenovelas sudamericane (come dimenticare Veronica Castro in “Anche i ricchi piangono” o “Diritto di nascere” su Rete A nel 1983 e 1984 o su una Rete 4 ancora di proprietà Mondadori “La schiava Isaura” con Lucelia Santos o ancora “Dancing days” con Sonia Braga nel 1982), girate con mezzi più modesti, spesso in interni “squallidi” o comunque poveri, più teatrali se vogliamo e tristissime, seppur sempre con il lieto fine.

Non che Dallas fosse un capolavoro ma con Dallas l'intrigo e il cinismo si affinavano e le vicende della famiglia Ewing, con un modello culturale e un'ambientazione più vicina alle nostre, conquistano soprattutto il pubblico femminile di Fininvest. Non c'è solo il riscatto e il coronamento di una storia d'amore come con Sonia Braga o Veronica Castro, contrastato ma ricchezza, sesso, intrighi, potere e lotte senza esclusione di colpi per la sua conquista. E poi con Dallas la soap passa dalla fascia pomeridiana alla prima serata.

Il successo del primo Dallas, che aveva esordito sulla CBS nel 1978, spingerà gli autori americani a prolungarne la produzione portandola negli USA alla 14a stagione nel 1991-'92. Alcuni attori originari, come Patrick Duffy, si erano sentiti presto prigionieri del loro personaggio, cercando di abbandonarlo e sparendo dal ranch texano per una serie (senza riuscirci); altri, come Belle Geddes, che interpretava la matriarca Miss Ellie (tra l'altro era stata Marjorie nel film “La donna che visse due volte”), o Jim Davis che interpretava Jock Ewing, il capofamiglia degli Ewing, sono morti; altri hanno voluto chiudere l'esperienza dopo tante serie ed uno spin-off (“California). In ogni caso, Dallas resta comunque una soap che ha segnato la svolta nelle serie televisive.

Pubblica i tuoi commenti