L’intervista di Millecanali con Massimo Bray

Cultura & Cinema italiano: un binomio da salvaguardare.

Scelto il 27 aprile 2013 dal Governo Letta per ricoprire la carica di Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray ha come motto “La Cultura per costruire l’Italia bella”, un’incisiva frase che campeggia anche sul suo sito (www.massimobray.it). E, per il Ministro, nel discorso Cultura va ad inserirsi anche il Cinema italiano, a favore del quale – ad esempio – lo stesso Ministro si è adoperato molto per il rinnovo, nel 2014 e nel 2015, del Tax Credit, divenuto Legge agli inizi dello scorso agosto. Bray, poi, partecipa ben volentieri a tante manifestazioni a carattere specifiche, come (sempre a titolo di esempio) la giornata conclusiva della Conferenza Nazionale del Cinema, tenutasi a Roma il 9 novembre 2013.
In questa occasione, dopo aver posto in risalto il valore artistico del Cinema italico quale autentico “creatore di memoria collettiva e di identità culturale”, l’uomo politico ha auspicato che la Conferenza Nazionale rappresenti un “punto di partenza per un nuovo inizio” su cui porre solide basi per il rilancio economico quantitativo e soprattutto qualitativo dell'industria dell'audiovisivo nel Paese. Rilancio che la medesima industria ormai non può più permettersi di prorogare.
Massimo Bray, inoltre, ha mostrato interesse anche verso il convegno Cinema Day (organizzato da Millecanali, e in svolgimento il 21 novembre al Teatro 1 di Cinecittà), rilasciando al nostro Antonio Franco altresì un’intervista video, di cui vi riportiamo qui di seguito una trascrizione leggermente sintetizzata.

Ministro, nel settore Cinema finora avete fatto molto. Quali sono state le principali attività sotto la sua direzione?

Forse quella che abbiamo fatto con maggiore impegno è stata la scelta di tornare a mettere al centro dell'attenzione di questo Ministero proprio il Cinema italiano, convinti che lo stesso Cinema sia una parte importante della storia e della cultura del nostro Paese, di quella parte di cultura che ha contribuito a creare un'identità nazionale. E crediamo che ciò sia stato per noi davvero un compito particolarmente impegnativo. Abbiamo lavorato in grandissima sintonia con tutti gli operatori del settore, nella convinzione di aver imboccato il percorso migliore per riuscire a tener vivo un dibattito e a individuare soluzioni condivise. Alcune, come il rinnovo del Tax Credit, erano essenziali per tener viva questa importantissima attività, che non è solo culturale ma rappresenta anche una forma significativa per l'economia della Nazione. In particolare, abbiamo cercato di offrire la possibilità di pianificare l’attività non soltanto sul breve periodo, come avveniva prima, ma anche su un arco di tempo più lungo.

Su cosa state focalizzando questa attività?

Lavoreremo molto nel cercare di valorizzare il più possibile le produzioni nazionali di qualità, ma anche nell’individuare quali siano le forme migliori per aumentarne la conoscenza all'estero. In questi ultimi mesi abbiamo siglato molti accordi con Francia e Russia finalizzati alla coproduzione di alcune opere, oltre che per fare sì che il nostro prodotto cinematografico sia appunto conosciuto in paesi stranieri. Dove, devo dire, ho potuto rilevare molta curiosità per questa nostra significativa forma di arte.

Cosa si può fare per migliorare la presenza di pubblico nelle sale? Operare già a livello di scuola per creare un'educazione al Cinema?

Sicuramente sì. Va diffusa la consapevolezza relativa all'importanza del nostro Cinema, e mi piacerebbe che fossero valorizzate tutte le professioni specifiche, che costituiscono una forma di eccellenza e di qualità della cultura nostrana. Eccellenza e professionalità che in qualche misura dobbiamo difendere e divulgare, perché credo sarebbero sicuramente di più i giovani attratti da questo bellissimo mestiere. Dobbiamo anche lavorare molto per aiutare il passaggio verso il digitale (che rappresenta una delle grandi trasformazioni del Cinema), così da salvaguardare la specificità delle sale cinematografiche nei centri storici, le quali sono una parte importante del tessuto urbano delle nostre città. Occorre fare tutto ciò non con una logica unidirezionale, bensì con una capacità quasi interattiva di ascolto e confronto con gli autentici protagonisti del mondo filmico.

Dopo un periodo forse un po' buio, finalmente c'è un'attenzione delle istituzioni e in particolare del suo Ministero verso il settore Cinema. A questo punto, cosa si può chiedere agli addetti ai lavori e alle strutture che operano nel settore per favorire questa evoluzione?

Chiederei di continuare a lavorare con impegno e serietà a difesa di una prerogativa che il Cinema nazionale ha sempre avuto: quella, cioè, di saper valorizzare sia i propri specifici mestieri, sia la qualità del prodotto. Caratteristiche insite nella nostra tradizione, che credo ci permetteranno di mantenere questo punto davvero di eccellenza.

Ha un messaggio per chi sarà presente al convegno Cinema Day di Millecanali?

Il messaggio è quello di cercare di aiutarci a capire quali siano i prossimi passi da compiere a favore del Cinema di casa nostra. E credo che l'importanza di agire insieme rappresenti anche un messaggio forte verso tutte le nuove generazioni che si affacciano appassionante con la voglia di lavorare in questo affascinate universo.

Grazie, anche a nome degli addetti ai lavori e dei lettori di Millecanali, del Gruppo Sole 24 Ore. Ci sarà sicuramente una prossima occasione per rivederci e riparlare di Cinema italiano.

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