Editoriale di Mauro Roffi Daniele Luttazzi intervista su RaiDue un giornalista, Marco Travaglio, autore di un recente libro sugli inizi (finanziari) di Berlusconi
e spinge la Rai in una bufera che dura oramai da una settimana.
Ma cosa avrà mai detto Travaglio di così piccante e inconfessabileO
Chi non sapeva della storia di Dell'Utri e dello stalliere di Berlusconi, per esempio, alzi la mano.
Realtà vecchie, in parte anche abbastanza incartapecorite, ma che, raccontate in campagna elettorale e senza contraddittorio, per giunta in un programma di satira irriverente (o presunta tale) come quello di Luttazzi, hanno scatenato un putiferio.
Certo è che la quantità di satira messa in campo da RaiDue nell'ultimo periodo non trova forse memoria storica e ad accentuare l'impegno 'libertario' della rete di un Freccero deciso come non mai ci si è messo anche un Santoro pienamente rilanciato e assai combattivo.
Sarà un caso, una reale conseguenza della linea (giovanile) decisa per RaiDue per questa stagione dai vertici Rai o sarà piuttosto una scelta deliberata, di tipo politico, messa in campo per contrastare Berlusconi e creare un contraltare (televisivo) filo-ulivista alla sua MediasetO
Comunque la si pensi, è difficile ritenere che simili programmi possano realmente convincere qualcuno a cambiare orientamente politico, diffidando d'ora in poi di Berlusconi.
Più facile che il Cavaliere ci faccia la parte della vittima, osteggiata in ogni modo da una Rai che verrebbe così vista come realmente in mano all'Ulivo (nonostante Vespa).
Sarà allora per questo che il più che mai combattivo Zaccaria ha presentato nuovi dati che dimostrano, nelle tabelle dell'Osservatorio di Pavia, che Berlusconi primeggia in Tv anche nel 2001O
Fra una (deprimente) polemica e l'altra si è comunque arrivati quasi alla paralisi dei vertici Rai, dopo le dimissioni annunciate dai consiglieri (vicini al centro-destra) Contri e Gamaleri, poi momentaneamente sospese.
Il direttore generale Cappon, che vorrebbe accontentarsi (da buon tecnico) di stare in Rai solo a tirar somme, si ritrova, da parte sua, nell'epicentro del sisma e qualcuno già inizia a pensare che sia 'a rischio' una sua eventuale riconferma dopo le elezioni.
Certo è invece che a Zaccaria e Freccero il centro-destra l'ha giurata e all'indomani del 13 maggio per i due molti sono i rischi.
Ma torniamo a Luttazzi: il Cda della Rai, per rimediare al fattaccio, ha deciso di regalare una ventina di minuti a chi si sia sentito danneggiato da "Satyricon" (ma il Polo potrebbe polemicamente non fruirne), mentre, in attesa che la Commissione di Vigilanza prepari un regolamento per il periodo elettorale, sono state 'congelate' le trasmissioni politiche.
Su questa base si è concluso un momentaneo armistizio fra i due schieramente politici (e fra i consiglieri Rai), sotto l'egida di Mancino e Violante.
Che conclusioni trarre da questa incresciosa ennesima vicenda che mischia completamente la Tv e la politica, con viale Mazzini più che mai al centro dei giochiO
Una sola: siamo sempre e più che mai in un sistema dove è il video di per sé a fare potere e a determinare le sorti (politiche) del Paese o perlomeno così viene vissuta la Tv dai politici e anche da molti giornalisti e dipendenti Rai.
Del resto da dove vengono i successi di Berlusconi se non dalla TvO Che cosa succede in Rai che non sia il mondo della politica a decidere, con le sue alterne vicendeO
Qualcuno ha osservato giustamente che senza il programma di Luttazzi il libro di Travaglio, pur valido e interessante (anche se non molto "nuovo"), poteva rimanere per anni nelle librerie senza provocare querele miliardarie, clamore, conseguenze politiche di ogni tipo e genere come quelle che invece si sono verificate dopo l'esposizione televisiva.
Vogliamo fare un sognoO Sogniamo allora una Tv (pubblica e privata) libera dalla politica, dove chi faccia informazione sia impegnato solo in un giornalismo onesto e pulito, se necessario anche libero e critico verso i potenti; fantastichiamo su reti televisive in cui i direttori si inventino spazi nuovi e programmi intelligenti e interessanti, senza l'unica smania dell'audience e/o del politico di turno da soddisfare.
Sogni, appunto, poi ci deve risvegliare e magari presto ci si ritroverà con un nuovo presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e con un grandissimo conflitto di interessi ancora tutto da risolvere.
Politica e Tv a quel punto potranno finalmente, a "processo di evoluzione" concluso, convivere addirittura nella stessa persona.
Vedete come sono diversi i sogni rispetto alla realtà...