In allegato a Millecanali di novembre è stato pubblicato lo “Studio Economico del settore radiofonico privato italiano” predisposto dalla FRT e dall’Osservatorio nazionale delle imprese televisive private (SLC-CGIL, FIStel CISL e UILCOM -UIL). Vediamo che cosa emerge…
Vediamo quanto ha scritto la stessa FRT:
«È stato pubblicato in allegato al numero di novembre del mensile Millecanali un inserto presentato dalla FRT e dall'Osservatorio nazionale delle imprese televisive private (SLC-CGIL, FIStel CISL e UILCOM -UIL) contenente lo "Studio Economico del settore radiofonico privato italiano". Si tratta della seconda edizione di una ricerca considerata un importante strumento conoscitivo per gli addetti del settore, con la disponibilità di una dettagliata analisi economica dei soggetti che operano nella radiofonia privata locale e nazionale. I dati analizzati riguardano l'esercizio economico relativo all'anno 2005 per le radio locali, mentre per le radio nazionali sono stati elaborati anche quelli relativi al 2006; si tratta dunque di una fotografia aggiornata della radiofonia privata italiana che fornisce un quadro dettagliato delle risorse complessive, delle dimensioni numeriche delle emittenti e dei relativi livelli occupazionali.
Patrimonio netto, ricavi totali, ricavi pubblicitari, spesa per il personale dipendente e addetti sono espressi numericamente in dettaglio, corredati da grafici e tabelle. La ricerca fornisce quindi un quadro ragionevolmente completo e unico nel suo genere di tutte le componenti del settore radiofonico.
Dai dati dello studio economico sui bilanci delle radio italiane emerge la solidità economica delle 11 società di capitali che amministrano le emittenti nazionali private, che dispongono di un patrimonio netto complessivo di 261,6 milioni di euro nel 2005, con un incremento del 15,32% nel 2006, per un totale di 301,7 milioni; i ricavi totali risultano essere di 271,8 mln nel 2005 e di 296,6 mln nel 2006.
Tali imprese hanno speso per il personale 43,2 mln di euro nel 2005 e 46,3 mln nel 2006, con un costo medio per addetto di 23 mila euro e una media di circa 140 occupati per ogni emittente. Per quanto concerne le emittenti commerciali locali è stato effettuato un accurato lavoro di ricognizione dei soggetti: su un totale di 1019 società (comprese le 205 emittenti comunitarie e le 157 radio gestite da società in accomandita semplice e in nome collettivo), sono state 571 le imprese analizzate di cui era disponibile il bilancio. Tali imprese amministrano 659 radio locali e rappresentano l'87% delle società di capitali che gestiscono radio locali.
È da rilevare che il settore, rispetto alle concessioni rilasciate nel 1996, ha, nel corso degli anni, subito un progressivo processo di razionalizzazione e di concentrazione, con la dismissione di molte società e le compravendite di risorse frequenziali. La somma di tutti i patrimoni netti delle 571 società è pari a 186 mln di euro.
Dall'analisi dei dati emerge che 58 società hanno un patrimonio netto negativo, 316 società dispongono di un patrimonio netto fino a 100 mila euro, 96 da 100 a 300 mila euro mentre 101 superano tale cifra. Il totale dei ricavi delle 571 società prese in esame è nell'anno 2005 di 271,2 mln di euro di cui 231,2 provenienti dalla pubblicità, 39,7 provenienti da altri ricavi e 278 mila di proventi finanziari. Il fatturato pubblicitario medio per società è di 404 mila euro. Tabelle e grafici illustrano i dati del costo del personale dipendente che ammonta a 57,4 mln di euro, pari al 21,17% dei ricavi complessivi, con un numero totale di 3960 addetti.
Le due componenti nazionali e locali private fatturano 543 mln di euro e spendono per il personale 100,6 mln di euro, per un numero complessivo di 5839 addetti».