L’omicidio di Anna Politkovskaya: le valutazioni della sentenza

“Eppure questo verdetto ha degli aspetti positivi… Questa sentenza di fatto riapre i giochi; riafferma la possibilità di condurre una seria indagine sul ruolo svolto dai servizi di sicurezza federali eredi del Kgb e del ministero degli interni nell’omicidio Politkovskaya. Ho ancora fiducia che prima o poi saranno trovati i veri responsabili”. Le parole di Arkadi Vaksber, scrittore e giornalista russo autore di “I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin a Putin” riassumono…

"Eppure questo verdetto ha degli aspetti positivi... Questa sentenza di fatto riapre i giochi; riafferma la possibilità di condurre una seria indagine sul ruolo svolto dai servizi di sicurezza federali eredi del Kgb e del ministero degli interni nell'omicidio Politkovskaya. Ho ancora fiducia che prima o poi saranno trovati i veri responsabili".

Le parole di Arkadi Vaksber, scrittore e giornalista russo autore di "I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin a Putin" riassumono alla perfezione il pensiero di moti russi sull'esito dell'omicidio Politkovskaya, a parte la fiducia che il caso verrà un giorno affrontato e risolto con investigazioni serie (pochi ci credono sul serio). Il processo ai quattro imputati dell'omicidio della giornalista russa, per i colleghi sella giornalista un processo "farsa", si è concluso pochi giorni fa con l'assoluzione dei fratelli Dzhabarail e Ibragim Makhmudov (il terzo è latitante) e Serghei Khadzhikurbanov.

Nello specifico Serghei Khadzhikurbanov, era accusato di essere l'organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov i presunti pedinatori della vittima.

Di fatto l'impianto accusatorio era debole e pur indicando gli esecutori non ha mai fatto riferimento a qualsiasi mandante (anche per la difficoltà di arrivare a dimostrare chi sia il mandante).Anche i famigliari, i difensori dei diritti umani e i colleghi della giornalista, seppur sdegnati, concordano su un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze a disposizione.

Questo è sempre stato un processo monco, privo del mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddò a Mosca la giornalista nell'ascensore di casa. Dopo il verdetto della giuria la corte militare di Mosca ha restituito al comitato investigativo presso la procura generale il fascicolo d'inchiesta sul caso. «Dato che i giurati hanno deciso che i fratelli (Dzhabrail e Ibragim) Makhmudov e Serghei Khadzhikurbanov non sono implicati in questo crimine, il caso deve essere rinviato al comitato d'indagine della procura russa, con lo scopo di individuare le persone coinvolte in questo delitto» - ha dichiarato il presidente Ievgheni Zubov.

«Come prima del processo, quando avevo letto gli atti, anche ora ritengo i quattro imputati in un modo o nell'altro complici nell'uccisione di mia madre» - ha commentato Ilià, il figlio di Anna Politkovskaia, precisando di rispettare però il verdetto, peraltro unanime, perchè l'accusa non è stata in grado di provare la colpevolezza. Della stessa opinione Serghei Sokolov, caporedattore di 'Novaia Gazeta', il quindicinale per cui lavorava la giornalista. «In aula potevano portare più prove e indizi. A me sembra che gli accusati abbiano a che fare con l'uccisione e noi continueremo a insistere su questa pista, ma rispettiamo il verdetto» - ha dichiarato, promettendo che il giornale continuerà la sua inchiesta.

Sdegnato il presidente dell'Unione dei giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov: «È una vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il verdetto all'unanimitàO Di fatto, le forze dell'ordine sono incapaci di dire perchè o chi è responsabile per l'uccisione di qualsiasi giornalista in Russia».

Come è capitato in questi ultimi 15 anni, nel caso di Vlad Listiev, notissimo volto del primo canale televisivo freddato da sicari nel marzo del '95 o per il direttore dell'edizione russa della rivista americana 'Forbes', Paul Klebnikov, ucciso nel luglio del 2004: anche nel suo caso gli imputati furono assolti ed ora il tentativo di rifare il processo resta sospeso sine die per la loro irreperibilità.

È doveroso in questa occasione ricordare i nomi dei giornalisti ucciso dopo la morte della Politkavskaya, ma senza dimenticare Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale ucciso in Georgia il 16 ottobre 2000 morto per lo schiacciamento del torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull'atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita venne trovato sulla strada dove si trovava la base russa di Vasian.

La lista dei giornalisti uccisi o morti in circostanze misteriose dopo il 7 ottobre 2006 (data dell'assassinio di Anja Politkovskaya) in Russia e nelle ex Repubbliche sovietiche, comprese le zone di guerra, conta su qualcosa come 88 persone. Ecco i loro nomi:

Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca.

Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov-sul-Don;

Magomedzaghid Varisov, Makhachkala;

Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San Pietroburgo;

Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk;

Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro Russian Ministry of Internal Affairs's, Dipartimento per il Distretto Federale Meridionale, Nalchik;

Kira Lezhneva, cronista del quotidiano "Kamensky Worker ", nella regione di Sverdlovsk

Yefim Sukhanov, ATK-Media, Archangelsk;

Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV / Radio Company, città di Vladivostok;

Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny;

Shangysh Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, Repubblica di Tuya

Paul Klebnikov, redattore della versione russa di Forbes Magazine, Mosca;

Payl Peloyan, redattore della rivista Armyansky Pereulok, Mosca;

Zoya Ivanova, dell' emittente televisiva BGTRK, Repubblica di Buryatia;

Vladimir Pritchin, redattore capo del canale Nord Baikal TV / Radio Company, Repubblica di Buryatia;

Ian Travinsky, San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk,

Aleksei Sidorov, Tolyatinskoye Obozreniye. È il secondo redattore capo del giornale locale, "Tolyatinskoye Obozreniye" ad essere ucciso.

Yuri Shchekochikhin, Novaya Gazeta, Mosca. Vice redattore della Novaya Gazeta, morì pochi giorni prima del suo viaggio in programma negli Stati Uniti d'America per discutere i risultati della sua inchiesta giornalistica con i funzionari dell'FBI. Ha investigato su alcuni scandali di corruzione che hanno coinvolto alti funzionari FSB. Shchekochikhin è morto per un "grave reazione allergica" ad una sostanza che presumibilmente è stata identificata come tallio.

Dmitry Shvets, della TV-21 Northwestern Broadcasting, morto a Murmansk. È stato vice direttore della stazione televisiva indipendente TV-21 Northwestern Broadcasting. È stato ucciso al di fuori del suo ufficio. Shvets' aveva detto ai colleghi di aver ricevuto molteplici minacce per la sua relazione sugli influenti politici locali.

Natalia Skryl, del giornale Nashe Vremya, città di Taganrog;

Konstantin Pogodin, Novoye, del quotidiano Delo, città di Niznij Novgorod;

Valeri Batuev, giornale di Moscow News, Mosca;

Sergei Kalinovski, Moskovskiy Komsomolets, Smolensk;

Vitali Sakhn-Val'da, fotoreporter, della città di Kursk;

Leonid Shevchenko,del giornale Pervoye Chteniye, Volgograd;

Valeri Ivanov, redattore capo del Tol'yattinskoye Obozrenie, nella regione Samara;

Sergei Zhabin, al servizio stampa del governatore della regione di Mosca;

Nikolai Vasiliev, di Cheboksary , Chuvashia;

Leonid Kuznetsov, del giornale Mescherskaya Nov', della regione di Ryazan;

Paavo Voutilainen, redattore principale della rivista Kareliya, Kareliya;

Roddy Scott, della Frontline-TV inglese.

Alexandr Plotnikov, del giornale Gostiny Dvor, della città di Tyumen;

Oleg Sedinko, fondatore della Novaja Volna TV e Radio Company, di Vladivostok;

Nikolai Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, Ulyanovsk

Igor Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskiy Komsomolets, giornale in Penza;

Leonid Plotnikov, della casa editrice "Periodici di Mari-El", Yoshkar-Ola.

Eduard Markevich, curatore ed editore del giornale locale Novy Reft, a Sverdlovsk. Viene trovato morto, colpito alla schiena.

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