L’Oriana: una diversa ‘visione’

Le aspettative erano alte. L’attesa pure. Una storia su un personaggio come Oriana Fallaci non si poteva perdere.

La musa di molti giornalisti, l’icona di molte battaglie, un esempio di forza e coraggio nell’esprimere comunque le proprie idee e convinzioni, la forza di non fermarsi all’apparenza, di andare oltre, di approfondire ed entrare nella notizia, nella storia, vivendola in prima persona. Oltre alla capacità di essere un’eccellente scrittrice.

Tutto questo, e altro ancora, era la Fallaci. Nel bene e nel male, fino agli ultimi istanti della sua vita. Allora viene subito da dire che non era per niente facile scrivere la storia di questa vita, non era facile riassumere in una fiction di due puntate le mille sfumature della sua personalità.

Il regista Marco Turco si è buttato in quest’avventura e, a mio parere, comunque vada, ha fatto bene. È sempre meglio ricordare o quanto meno provare a ricordare e far conoscere personaggi così significativi, anche - se non soprattutto - ai più giovani, piuttosto che rinunciarci per paura di sbagliare e di toccare ‘mostri sacri’.

La storia inizia con una Fallaci anziana e malata che rientra a Firenze per dei controlli medici e, con il ritorno nella vecchia casa di famiglia a Greve nel Chianti, rimette ordine e archivia tutti i suoi scritti, il suo materiale giornalistico e fotografico. Per farlo si rivolge all’Università di Firenze, che le manda un’aspirante giornalista di nome Lisa, piena di buona volontà ma di nessuna competenza specifica, che accetta di fare il lavoro solo per avere la possibilità di conoscere quella che rappresenta per lei un vero mito.

Da ogni fotografia, da ogni articolo, piuttosto che da ogni prima pagina di giornale trovata, emergono i ricordi e iniziano dunque i racconti della giornalista. Le immagini ci riportano prima a un’Oriana che, ancora bambina negli anni della seconda guerra mondiale, era già piena di curiosità e voglia di scrivere le cose del mondo senza paura. Poi ad un’Oriana adolescente già brava giornalista e sicura di sé. Bellissima la scena in cui il padre le regala la sua prima macchina da scrivere per copiare il suo primo vero articolo che verrà poi pubblicato, con grande soddisfazione, sull’Europeo, il più importante magazine italiano dell’epoca. Sembra di vedere la vera Oriana ragazzina che si emoziona e piange di gioia alla vista di una macchina da scrivere. Che bellezza!

Assunta all’Europeo, ma sempre in cerca di qualcosa di più, Oriana propone al direttore un viaggio per realizzare il primo reportage (tra l’altro fatto da una donna) sulla condizione femminile nei diversi Paesi del mondo.

La storia procede fluida, scorrevole, tutto sommato facile da seguire, forse fin troppo. Il viaggio in Pakistan per ‘raccontare’ i volti delle donne sotto il burka, fino al viaggio a Saigon in Vietnam, poi direttamente sul campo di guerra, avrebbero richiesto a mio parere una drammaticità e un’incisività maggiori.

Ma, come detto all’inizio, non era facile rendere e dare spessore a una figura, a una storia così complessa così intensa e mai banale. Devo dire che a me personalmente non è arrivata l’emozione, l’adrenalina di quella donna che riusciva a comporre con la sua piccola macchina da scrivere (che non abbandonava mai, così come anche il suo registratore) persino in una trincea, fra morti o fra sopravvissuti senza speranza, sotto bombardamenti continui e con il rischio di morire da un momento all’altro. Al film (almeno a questa prima puntata) è mancato il pathos necessario a farci vivere in prima persona, o quanto meno accanto alla Fallaci, i suoi viaggi, a farci respirare le atmosfere di quei posti anche maledetti, a farci sentire con forza le sue parole sempre così incisive e graffianti.

E qui facciamo un cenno all’interpretazione di Vittoria Puccini. L’attrice è stata bravissima, e con la sua voce resa appositamente roca, ha dato il meglio, eppure mancava qualcosa. Possibile rimproverarle un viso troppo dolce? Non posso fare a meno di pensare che la Fallaci era un unicum di bellezza, durezza, spigolosità, il suo sguardo intenso e accattivante, il suo viso così duro, ma davvero bello, erano appunto un tutt’uno con la sua bravura, la sua intelligenza, il suo coraggio. Ebbene non ho trovato nei lineamenti così diversi, così aggraziati e solari della Puccini la stessa intensità. Non per questo però ho la pretesa di dire se un’altra attrice avrebbe potuto impersonarla o rappresentarla meglio.

Tornando alla storia, in questa prima puntata, si è parlato dunque dei suoi numerosi viaggi in Vietnam, durante i quali vive una breve, ma intensa, storia d’amore con il francese Francois Pelou, anche lui reporter di guerra e che, sebbene sposato e con un figlio non riesce a resistere al fascino selvaggio e irrequieto della giornalista italiana.

A mio parere, ancora una volta, non viene dato sufficiente risalto, se non con qualche citazione delle interviste fatte ai soldati, ai suoi racconti della guerra in cui critica sia i Vietcong e i comunisti,

sia gli statunitensi e i sudvietnamiti, documentandone menzogne e atrocità, ma anche eroismi e umanità.

Purtroppo viene data pochissima evidenza anche al massacro di studenti e famiglie di Tlatelolco del 1968, in Messico, durante il quale Oriana Fallaci fu colpita da una raffica di mitra e portata in obitorio poiché creduta morta.

La prima serata dell’Oriana si è conclusa con la cronaca che la giornalista fece del lancio dell’Apollo 11 alla volta della Luna nel 1969, dopo che negli anni precedenti lei stessa era stata per mesi negli Stati Uniti d'America per vedere con i propri occhi e intervistare tecnici e astronauti della NASA (di cui nella fiction si vedono alcune immagini).

Bellissime, incisive e piene di poesia come solo una grande donna e scrittrice poteva scegliere, le parole pronunciate con uno sguardo pieno di meraviglia (come fosse tornata bambina) dopo il countdown: “Sembra un bombardamento ma non muore nessuno, e andiamo sulla Luna. Vorrei che oggi non morisse nessuno”.

Chiudiamo con i dati d’ascolto della prima puntata che ha conquistato 4.425.000 spettatori pari al 15.93%. L’Oriana è stata battuta dalla terza puntata di ‘L’Isola dei Famosi 10’ su Canale 5, che ha raccolto davanti al video 4.968.000 spettatori pari al 23.08% di share.

L’attesa è, dunque per questa sera, quando verrà raccontata anche la sua tormentata storia d’amore con Panagulis (su cui la Fallaci ha scritto il meraviglioso romanzo ‘Un uomo’) interpretato da Vinicio Marchioni. Sperando che non deluda le aspettative e che gli ascolti dell’Oriana crescano, come davvero merita una storia così difficile ma al contempo assolutamente da conoscere, anche attraverso una fiction. Lasciamo a voi l’ardua sentenza sulla seconda puntata e sul complesso di questa mini-serie.

Chi invece è interessato può vedersi la recensione del film tratto dalla mini-serie, da noi pubblicata nei giorni scorsi.

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