Andrà in onda su RaiTre lunedì uno ‘speciale’ di “Che tempo che fa” completamente dedicato al grandissimo Giorgio Gaber, ‘voce libera’ della politica e della canzone e artista di altissimo livello. Un’occasione ghiotta (speriamo) per valutarne in pieno la personalità e la produzione artistica.
Prima vediamo con un articolo recente del 'Messaggero' che cosa sta succedendo intorno alla 'memoria' di Giorgio Gaber in generale:
«Tempo di Gaber. E non è solo fatalità. Il signor G di questi tempi spesso viene evocato. E non è solo questione di date (il primo gennaio erano dieci anni dalla sua scomparsa). Il fatto è che le sue canzoni, i suoi personaggi, le sue frasi allucinanti e folgoranti raccontano un'Italia tormentata e confusa e la consapevolezza del tormento e della confusione oggi è molto più profonda e condivisa di quanto non fosse dieci anni fa. I suoi pezzi diventano manifesti, citazioni, titoli di libro, pretesto…
Non solo: vedere Gaber in Tv con il suo naso lungo e il profilo da italiano in dubbio, il suo smarrimento, la sua carica di intelligenza ironica, le sue canzoni dà un senso di sicurezza…
Dieci anni sono tanti e, si sa, nel caso dei lutti le forti emozioni spesso sono occasione per rapide rimozioni. È capitato a molti artisti. A Gaber no. Come a De Andrè, evocato persino troppo. A ricordare e tenere viva la memoria hanno contribuito indubbiamente la caparbietà e l'energia con cui si è mossa la figlia Dalia Gaberscik già all'indomani della scomparsa del padre. Quella sorta di festival memorial di Viareggio dedicato al Teatro canzone, anno dopo anno, ha invitato praticamente tutto il mondo dello spettacolo a tener accesa la luce. Una lunga rievocazione riassunta dal monumentale tributo discografico 'Io ci sono', con 50 artisti che reinterpretano il repertorio gaberiano, da Celentano a Mina, a Dalla, a Ligabue. «L'anno prossimo - annuncia oggi Dalia - avremo la decima edizione, ma sarà l'ultima. Dobbiamo cambiare luogo e formula. In questi anni abbiamo ospitato 150 artisti, alcuni sono venuti due volte. È obbligatorio cambiare».
Ma cambiare non vuol dire arrendersi. Intanto, oltre agli spettacoli teatrali che continuano a girare (quello di Luca e Paolo e Gaber se fosse Gaber di Andrea Scanzi) a riaccendere la curiosità, il 2 gennaio, (c'è stata) l'uscita di un libro scritto da Sandro Luporini, l'altro signor G, amico e partner indispensabile di Giorgio, persona schiva fino alla sparizione, convinto a scrivere dalla stessa Dalia e da suo marito Roberto Luporini, nipote di Sandro…
La cosa di cui (Dalia) va più fiera è il lavoro nelle scuole: “Tutto nacque per una battuta di Enzo Iachetti che presentava il Festival Teatro canzone a Viareggio: Gaber bisognerebbe insegnarlo a scuola, disse. E l'allora ministro Gelmini lo prese in parola. Così abbiamo cominciato a far girare una sorta di lezione spettacolo negli istituti superiori. Con filmati e testimonianze raccontiamo chi era Gaber e abbiamo avuto riscontri eccezionali fra i ragazzi che magari non lo conoscevano neppure. C'è chi su Gaber ha fatto la tesi”».
Ma ora entriamo nel vivo del programma di Fazio riportando quanto apparso su lanostratv.it:
«Giorgio Gaber è scomparso dieci anni fa: da allora è stata tutta una corsa a riscoprirlo e reinterpretarlo, con la consapevolezza di quanto geniali ed incredibilmente attuali fossero i testi delle sue canzoni e dei suoi monologhi. Il prossimo 21 gennaio Rai3 trasmetterà uno speciale di 'Che tempo che fa' dedicato al cantautore, una puntata monografica che ripercorrerà i suoi grandi successi…
Intellettuale anarchico, libertario, detestato a destra, scomodo e mai compreso fino in fondo a sinistra, per nulla incline alle etichettature politiche, Gaber (nome d'arte di Giorgio Gaberscik) è forse il più grande artista italiano ad aver identificato la sua arte col teatro-canzone, declinando la parola nel binomio inscindibile di monologhi e musica. Ora la trasmissione di Fabio Fazio prova a ricordarlo, con un'operazione amarcord già realizzata per altri grandi come De Andrè ed Enzo Jannacci.
'Che tempo che fa' riprende il verso di uno dei suoi testi-simbolo, Destra-Sinistra, per chiedere ai telespettatori, oggi, “ma cos'è la destra, cos'è la sinistra?” (sul sito del programma ognuno può aggiungere la propria definizione): sarà questo il filo conduttore della trasmissione di Fabio Fazio. Lo speciale dedicato al Signor G è un omaggio doveroso alla sua memoria, nella speranza che non si trasformi nell'ennesimo dei “sepolcri imbiancati”, come direbbe Andrea Scanzi, che di Gaber è un esperto visto che gira l'Italia con uno spettacolo teatrale dedicato a lui, 'Gaber se fosse Gaber'».