L’UPA certifica: pubblicità in netto calo

Un guaio per tutti i media –

Il primo trimestre è stato davvero difficile per tutti: – 10%, in media, della pubblicità. E secondo l’UPA non andrà meglio nel bilancio di fine anno: – 5%. Intanto a luglio si terrà un nuovo Summit della Comunicazione.

Ecco l'articolo di Marco A. Capisani apparso su 'Italia Oggi':

«Il 2012 si chiuderà in Italia con investimenti pubblicitari giù del 5%. La prima parte dell'anno sarà più pesante, con il primo trimestre che si concluderà in calo almeno del 10%, e i risultati della seconda parte che dipenderanno dagli Europei di calcio e dalle Olimpiadi. La seconda parte dell'anno potrà comunque beneficiare di un confronto più facile con lo stesso periodo 2011, che ha risentito molto della crisi. È netto il quadro sull'immediato futuro della Penisola, così come delineato da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa (Utenti Pubblicità associati), l'ente tricolore degli investitori pubblicitari, che non a caso aveva inizialmente stimato una chiusura d'anno in pareggio e ora parla di «picco negativo», in cui non si registra crescita, non ci si apre ai cambiamenti tecnologici in atto e il risultato è un “sistema della comunicazione con minor appeal”.

La chiusura d'anno a - 5% è “un'ipotesi al ribasso più marcata anche rispetto alla fine del 2011, archiviato a - 3,7% - ha precisato Sassoli de Bianchi - . Nel primo trimestre dell'anno in corso, in particolare, la contrazione a doppia cifra include anche la Televisione, cosa che non si era mai vista. Nei prossimi anni ci saranno inevitabilmente consumi stagnanti e cambiamenti negli stili di vita”. Sempre secondo il presidente Upa, alla luce delle ricerche svolte tra i soci, “le aziende tendono a concentrare gli investimenti soprattutto su Televisione e web, ma anche sul binomio stampa e internet. La rete è sempre presente nelle pianificazioni aziendali e viene ormai considerata irrinunciabile”.

Adesso “è necessario uno sforzo innovativo” da parte dei grandi gruppi editoriali, ha aggiunto Sassoli de Bianchi che è anche presidente della società alimentare Valsoia, tenendo presente che la Penisola soffre già dell'assenza di “adeguate autostrade informatiche per la banda larga e questo crea un collo di bottiglia allo sviluppo del mercato pubblicitario su smartphone, tablet e anche sulle applicazioni, come già avviene invece negli Stati Uniti”.

In generale la banda larga consente, a giudizio del presidente Upa, una «perfetta» fruizione della pubblicità per gli attuali stili di consumo che si fanno sempre più veloci. In particolare, i tablet saranno i nuovi media che potrebbero avere la maggior crescita: sono oggi 1,5 milioni in Italia e, secondo dati Upa, possono superare quota 4 milioni nel 2014. Il vantaggio concreto che possono offrire le nuove tecnologie lo riassume il caso di 'The Economist', ha citato Sassoli de Bianchi: “Ci abbiamo messo 160 anni per raggiungere la diffusione di un milione di copie - avevano dichiarato dal settimanale britannico - e solo sei anni per aumentare le vendite di un altro mezzo milione di copie”.

Non solo a sostegno della banda larga, comunque, ma anche per una riforma della Rai si è mossa l'associazione degli inserzionisti, secondo la quale Viale Mazzini “ha smesso di svolgere un ruolo progettuale e di guida come servizio pubblico. Non è innovativa ed è piena di spot - ha precisato Sassoli de Bianchi - , ecco perché un quarto dei suoi telespettatori non paga il canone. Una riforma non è però realisticamente all'orizzonte, c'è troppa influenza politica sulla Tv di Stato e noi non abbiamo ricevuto dal governo nessun segnale di risposta alla nostra proposta».

Per ragionare su come riemergere dal «picco negativo» in cui si trova l'economia italiana, Upa organizza il suo secondo Summit della comunicazione, dal titolo «Per tempi difficili, voci forti». Dopo la prima edizione romana nel 2009, l'evento (per la prima volta interamente finanziato dai soli soci Upa) debutterà a Milano il 4 e 5 luglio prossimo. Saranno così riuniti relatori italiani e molti stranieri in tre momenti di lavoro dedicati allo scenario macro-economico, al nuovo passaggio mediatico e alla risposta delle imprese. Quest'ultima sessione è incentrata sulle strategie anti-crisi e sulle soluzioni più innovative dal punto di vista della comunicazione. Si discuterà anche dei nuovi metodi di rilevazioni degli ascolti, proprio mentre Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) sta conducendo un'istruttoria su Audiradio con l'avvio in questi giorni di un tavolo tecnico».

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