Ma quanto vale questo SicO

Per la prima volta il Governo cerca di quantificare il Sic, il Sistema integrato delle Comunicazioni, su cui calcolare il tetto antitrust del 20%. Ma l’Authority ricorda subito le sue prerogative in materia.

Uno dei problemi più intricati lasciato aperto dalla legge Gasparri è quello della valutazione e della quantificazione del famoso Sic, il Sistema integrato delle Comunicazioni, su cui calcolare il tetto antitrust del 20%, una delle pochissime limitazioni previste dal provvedimento (si parla poi, genericamente, di divieto di posizioni dominanti anche nei singoli mercati dei media, ma è una norma 'nebbiosa' che ben poco sembra poter proibire).

Se dunque la quota massima del 20% sul Sic è la norma essenziale della Gasparri nella fondamentale chiave anti-concentrazione, il guaio (probabilmente non casuale ma previsto da chi aveva 'concepito' il provvedimento) è che è difficilissimo scoprire esattamento cosa sia il Sic, cosa ne faccia parte e quanto valga il tutto.

Ebbene, nelle scorse settimane, per la prima volta il Governo ha dato la sua valutazione sul Sic, che varrebbe 23,9 miliardi di euro. La stima, ufficiale, è relativa al 2004 ed è contenuta in un dossier di 30 pagine, ovvero "Un'Italia moderna - Risultati dell'azione di Governo", presentato al Consiglio dei Ministri dal Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi.

Le cifre sono state elaborate dal Centro studi della Fondazione Bordoni e naturalmente stimano che il segmento più solido del Sic sia rappresentato da radio e televisione (7.782 milioni); seguono la stampa quotidiana e periodica (7.477 milioni), le iniziative di comunicazione relative a prodotti e servizi (3.061 milioni), l'editoria annuaristica e elettronica, il cinema (1.550 milioni), le sponsorizzazioni (1.187 milioni), la pubblicità esterna (628 milioni).

La Tv digitale - sempre secondo il Rapporto - ha poi raggiunto nel 2005 una diffusione del 32% (il 23,6% delle famiglie ha un'antenna parabolica e il 15,5% un abbonamento satellitare, mentre il 16% ha un decoder per il digitale terrestre).

Ma - si ricorderà - la valutazione di quanto valga il Sic non spetta al Governo ma all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. L'Authority ha infatti fatto sapere che da tempo ha effettuato una prima stima del Sic, resa nota a fine 2005 dal presidente Corrado Calabrò. Da tali valutazioni, effettuate in collaborazione con la Fondazione Bordoni, sarebbe derivata anche la tabella ora resa nota dal Ministero.

Ma si tratta solo di stime 'provvisorie' - ha precisato Calabrò - , perché c'è ovviamente un complesso processo, da tempo avviato, teso a produrre una più corretta quantificazione del Sic: la metodologia è quella della rilevazione diretta delle informazioni, mediante appositi questionari fatti pervenire a diverse centinaia di imprese attive nei mercati di media e 'affini'.

L'Agcom ha ribadito poi le molte difficoltà incontrate per una corretta definizione del perimetro merceologico di alcune aree economiche individuate dalla legge Gasparri (come volevasi dimostrare). Tuttavia l'Authority, "dopo aver individuato i mercati rilevanti e i segmenti di mercato che compongono il Sic, sta procedendo a una dettagliata articolazione delle fonti di ricavo previste dalla legge e determinando la platea delle Imprese destinatarie del questionario".

"Ho sempre detto - ha detto Calabrò - che la quantificazione del Sistema Integrato delle Comunicazioni era un procedimento difficile, e dopo mesi che mi ci accanisco confermo questo giudizio. Abbiamo trovato delle grandi difficoltà, ora spero che entro febbraio si arrivi ad un dato finale".

Nell'attesa si può rilevare che, anche con le valutazioni provvisorie di cui sopra, il limite del 20% del Sic concederà a Rai e Mediaset la possibilità di crescere in modo deciso rispetto alla loro dimensione attuale.

In precedenza, con le preesistenti leggi e le misure anti-concentrazione allora previste, l'Autorità aveva rilevato invece varie violazioni 'in eccesso' da parte di Rai e Mediaset, peraltro sanzionando con timidezza ed enorme ritardo, fino a che il tutto è stato annullato per (a quanto si è capito) alcuni vizi di natura formale.

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