Dopo la mancata diretta della “giornata della Pace” di sabato, anche il presidente del Lazio Storace ha chiesto di “staccare la spina al Cda”, mentre la Cgil, con Guglielmo Epifani, si è detta pronta ad una “vertenza Rai”.
Prima di tutto una precisazione in riferimento a quanto scritto il 14 febbraio in questo stesso sito: la oceanica manifestazione di sabato è stata trasmessa in diretta non solo da La7 ma anche, per due ore, da "Studio Aperto" di Italia 1, mentre sul versante satellitare era all'opera il vero e proprio canale di Global Tv, a cui si è collegata Planete (Tele+), più, in forma più "episodica", alcune altre emittenti terrestri e satellitari (fra cui Stream News). La mancata diretta sulla Rai, invece, continua a produrre attriti tra quanto resta del Cda, il suo direttore generale, diversi politici e anche le Istituzioni.
Se infatti per il direttore generale della Rai Saccà il caso della mancata diretta di sabato "è chiuso", a smentirlo ci si mettono in molti. "C'è un grande scandalo sotto gli occhi di tutti - ha detto in particolare Guglielmo Epifani, pronto a mettere in campo la sua Cgil - ed è come la Rai ha seguito lo straordinario evento di sabato, non solo negando la diretta, ma assicurando un numero ed un peso di informazione particolarmente ridotto. Questo non deve passare sotto silenzio perché un servizio pubblico che non fa il servizio pubblico è una contraddizione che non si può sopportare; bisognerà lavorare perché questo Cda residuo si dimetta e, con il direttore generale, se ne vada a casa".
Anche il segretario dell'Udc (partito che pure sostiene il Governo) ha chiesto al presidente della Rai, Antonio Baldassarre, di lasciare il suo incarico. "Nel 1972 - ha detto Follini durante una conferenza stampa sulla devolution - il sergente giapponese Yokoi Soichi fu scoperto a combattere nella giungla di Guam. Erano passati 27 anni dall'appello dell'imperatore giapponese che considerava conclusa la guerra. Spero che per Baldassarre ne passi qualcuno in meno".
Lo stesso presidente della Regione Lazio Francesco Storace (AN) ha affermato che "la diretta Rai era necessaria, magari con un approfondimento dei crimini commessi da Saddam Hussein". "Il Cda - ha aggiunto Storace a rincarare la dose - lavora in modo imbarazzante: bisogna staccare la spina. Da un pezzo ho smesso di sorprendermi per certe scelte dei dirigenti della tv pubblica".
"Quando io ero presidente della Vigilanza - ha aggiunto Storace mettendo in causa anche l'attuale presidente, il diessino "morbido" Petruccioli - il centrodestra organizzò due manifestazioni e io intervenni pubblicamente proprio per chiedere che fosse garantita la diretta, cosa che naturalmente avvenne. E la vera fortuna di questa Rai è che c'è Petruccioli. Mai visto un presidente della Vigilanza tanto silente".
Sorpassato a sinistra (O) persino da Storace, Petruccioli dovrà ora fare qualcosa e sembra augurarsi che nella stessa Vigilanza si formi una maggioranza così ampia da poter licenziare direttamente l'attuale "minuscolo" Cda Rai, ormai imbarazzante per lo stesso Centro-Destra e anche un direttore generale come Saccà, divenuto inviso ai più. Ma l'operazione è sempre complicata per la strenua resistenza opposta da Baldassarre e Albertoni (che peraltro litigano da tempo con Saccà, in un minuetto davvero poco edificante), che ha trovato finora sponda in esponenti di AN (Gasparri) e Forza Italia (Romani). Al di là di questo, però, a fermare un esito fatale da mesi per il vertice della Rai c'è il mancato accordo su chi andrà al posto di Baldassarre e Saccà. Il nodo della questione è lì e lì finora tutto si è arenato.