Mediaset: l’agenzia delle polemiche

Come cambia l'informazione nelle Tv di Berlusconi –

A Mediaset sta per essere creata un’agenzia unica con il compito di produrre servizi per tutti i Telegiornali (fatto salvo, in parte, il Tg5), diretta da Mario Giordano. Protesta duramente il sindacato interno perché verrebbero ‘smantellate’ le redazioni di Tg4, Studio Aperto e Tgcom.

Un'agenzia interna composta da un centinaio di giornalisti provenienti da Studio Aperto, Tg4 e TgCom con il compito di produrre notizie e servizi per tutti i telegiornali Mediaset, tranne il Tg5, almeno in un primo tempo: è il progetto presentato dall'azienda alle rappresentanze sindacali e che diventerà operativo nei primi mesi dell'anno prossimo.
Un passo importante - secondo quanto si apprende - verso la creazione di un canale all news sul digitale terrestre. Il responsabile sarà Mario Giordano, che così lascia nuovamente 'Studio aperto', a pochi mesi dalla (ri)nomina. La redazione, della quale faranno parte anche i corrispondenti regionali, si occuperà di cronaca, attualità, spettacolo, cultura, ad eccezione della politica, che rimarrà appannaggio di ogni singola testata. I servizi di cronaca locale saranno offerti anche al Tg5.
Il progetto risponderebbe ad una logica di razionalizzazione e contenimento dei costi, oltre che a un'esigenza di rendere più fluido il lavoro giornalistico, sviluppandolo anche in chiave multimediale. Mediaset inoltre punta ad avere un ruolo importante nel nuovo mercato del digitale e l'Agenzia rappresenterebbe un passaggio - chiave in questa direzione.

I giornalisti dell'agenzia sarebbero - si diceva - un centinaio in tutto, compresi i corrispondenti regionali, e proverrebbero dal Tg4, da Studio Aperto e dal TgCom. È stato il comitato di redazione di Mediaset a darne l'annuncio e contemporaneamente, a bocciare il progetto ancora in embrione: il rischio - secondo il sindacato - è che redazioni come quella del Tg4 e Studio Aperto vengano cancellate (vista l'uscita di trentacinque giornalisti per singola testata), rimanendo in piedi come scatole vuote. Resta fuori - ma solo nella fase iniziale - il Tg5.

La creazione dell'agenzia - secondo l'azienda - risponderebbe ad una logica di razionalizzazione e contenimento dei costi, oltre che a un'esigenza di rendere più fluido il lavoro giornalistico, sviluppandolo anche in chiave multimediale.
Di tutto questo non sono convinti i giornalisti, che subito hanno proclamato lo stato di agitazione: nei fatti, spiegano, verrebbero smantellate le redazioni di Tg4 e Studio Aperto con l'assorbimento del Tgcom nella nuova testata.

L'azienda cerca di stemperare le polemiche e precisa che questo rischio non c'è: nessuno smantellamento bensì un arricchimento dell'offerta.
La precisazione non serve a rasserenare gli animi. Reagisce duramente il comitato di redazione del Tg4: «L'assemblea dei giornalisti del Tg4 ritiene inaccettabile lo smantellamento della Testata, con l'annunciato trasferimento di 35 giornalisti e dei corrispondenti ad un'Agenzia di Informazione, senza che sia stato presentato per iscritto alcun piano editoriale e industriale».

Ma Emilio Fede, direttore del Tg4, naturalmente, non è d'accordo: «Non è previsto in alcun modo lo smantellamento del Tg4, che resta una realtà storica e prestigiosa dell'informazione di Mediaset, grazie all'impegno di molti dei suoi giornalisti. L'iniziativa, piuttosto servirà anche a rendere più produttiva quella parte della redazione che - finora - non aveva avuto modo di esprimersi. Il Tg4 resta con le sue edizioni del Telegiornale, gli speciali di attualità, la diretta in prima serata di grandi avvenimenti. E resta, con quei giornalisti, che hanno reso possibile l'inizio dell'informazione in diretta sulle reti Mediaset. Dalla guerra del Golfo in poi».

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