Vediamo le notizie-base della nuova situazione, dal sito di Repubblica:
“Mediaset muove sulle torri che trasmettono il segnale televisivo della Rai e lancia un'offerta pubblica d'acquisto e scambio (Opas) per conquistare il 100% di Rai Way, attraverso la controllata Ei Towers, a sua volta la società che possiede le antenne delle televisioni di Cologno Monzese. L'azienda che fa capo alla famiglia Berlusconi è pronta a mettere sul piatto oltre 1,2 miliardi di euro, ma il governo pone un limite alle ambizioni dell'ex Cavaliere ricordando che fin dalla privatizzazione della società ha deciso di tenere in mano pubblica il 51% delle torri televisive.
La società della galassia Berlusconi è uscita allo scoperto chiedendo "una piena integrazione industriale di Ei Towers con Rai Way", che è controllata al 65% dalla Rai, a sua volta nelle mani del Tesoro. Per questo motivo l'offerta ha l'obiettivo di revocare le azioni di quest'ultima dal listino di Piazza Affari (dove Rai Way è stata da poco quotata), o l'acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno il 66,67% del capitale sociale. Quest'ultimo punto è risultato dirimente: nella premessa del decreto di privatizzazione di Rai Way, datato settembre 2014, il governo ha scritto di ritenere "l'opportunità di mantenere, allo stato, in capo a Rai, a garanzia della continuità del servizio erogato da Rai Way a Rai medesima, una quota (...) non inferiore al 51%"…
La quotazione in Borsa si è rivelata un successo. Il governo però ricorda che, anche considerata l’importanza strategica delle infrastrutture di rete, un Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 2 settembre 2014 ha stabilito di mantenere in capo a Rai una quota nel capitale di Rai Way non inferiore al 51 per cento". Parole che per il momento sembrano stoppare l'interesse privato sotto la soglia della maggioranza.
L'offerta è arrivata a pochi giorni di distanza dalle manovre della Fininvest, la holding di Arcore, sulla stessa Mediaset e della Mondadori sulla Rcs Libri: la famiglia Berlusconi ha ceduto un importante pacchetto delle Televisioni, pur restando in controllo oltre il 30%, e facendo cassa per poco meno di 400 milioni di euro. Sul fronte editoriale, la casa di Segrate ha presentato un'offerta per rilevare la divisione della Rizzoli per 135 milioni di euro. Sui mercati, la notizia di oggi si riverbera con una corsa al rialzo di Rai Way (valutata 4,5 euro ad azione). Ei Towers sale con Mediaset.
Quanto ai dettagli tecnici, Ei Towers (che vede tra gli azionisti Mediaset al 40%, poi BlackRock al 10% circa) ha annunciato l'offerta pubblica di acquisto e scambio sul 100% di Rai Way. Quest'ultima è controllata come detto al 65% dalla Rai, per la parte restante il suo capitale è sul mercato.
L'offerta, lanciata a 4,50 euro per azione, valuta la società di trasmissione della Rai circa 1,22 miliardi di euro. L'operazione prevede il pagamento di una componente in contanti, pari a 3,13 euro, e una componente azionaria, costituita da 0,03 azioni ordinarie Ei Towers di nuova emissione (attualmente la valutazione è di oltre 48 euro). Il corrispettivo incorpora un premio del 22% rispetto al prezzo di riferimento delle azioni ordinarie Rai Way del 23 febbraio e un premio del 52,7% rispetto al prezzo di debutto in Borsa della società, avvenuto il 19 novembre scorso a un prezzo di 2,95 euro. Il controvalore complessivo dell'offerta, in caso di integrale adesione, sarà di 1.225.332.800 euro. La fetta della Rai, qualora passasse all'incasso, sarebbe quindi grosso modo di 790 milioni.
Per completare l'operazione, il consiglio di amministrazione di Mediaset ha dato il via libera alle condizioni dell'offerta "per costruire un'aggregazione nazionale dell'infrastruttura di trasmissione televisiva". Mediaset pertanto voterà a favore di una proposta di aumento di capitale nell'assemblea di Ei Towers prevista il 27 marzo. "Il pagamento della componente in contanti" precisa Ei Towers "è integralmente garantito da un primario istituto di credito internazionale il quale concederà un finanziamento all'offerente per far fronte al relativo pagamento"…
La società delle torri del gruppo Mediaset assicura in ogni caso che "continuerà a garantire l'accesso alle infrastrutture a tutti gli operatori televisivi" (e ci mancherebbe altro! – verrebbe da dire; Nd.R.). Ci sono tre condizioni da soddisfare per concludere il deal: la Rai deve ovviamente accettare e, a quanto risulta, un consiglio di amministrazione dovrebbe riunirsi domani a Milano per discutere dell'offerta, anche se ufficialmente sul tavolo c'è la riorganizzazione di viale Mazzini. L'Antitrust (che ha confermato di aver ricevuto una notifica dell'operazione e valuterà se sia ristrettiva della concorrenza) deve poi dare il via libera. Atteso un passo anche dal Mise, che deve autorizzare la Rai a continuare ad operare con la nuova società, mentre Ei Towers assicura la collaborazione per espletare il servizio pubblico. La società di Mediaset, che auspica la conclusura dell'affare entro l'estate prossima, "aprirà sempre più la propria infrastruttura, in prospettiva agli operatori di Tlc"”.
Un nostro commento. L’operazione ha scarse possibilità di andare in porto e ha già scatenato ovviamente un terremoto politico. Ma Mediaset dimostra ancora una volta la sua vitalità, a smentita di chi considera il gruppo ‘ in decadenza’ o destinato a chiudere, per esempio, Premium per integrarlo con Sky. Neppure sembra alle porte, come qualcuno ipotizza in libertà, la vendita della stessa Mediaset. La famiglia Berlusconi e il gruppo storico di governo sono ancora saldi in sella e non rinunciano a ‘sognare’ anche operazioni improbabili come questa.
Appare peraltro inverosimile che si ipotizzi (anche solo si ipotizzi) un monopolio di un privato sui mezzi di trasmissione, che in molti caso all’estero sono sì separati dai gruppi televisivi ma saldamente in mano pubblica. Che poi la Rai debba farsi trasmettere da Mediaset appare non solo inverosimile ma anche improponibile, in un Paese serio. Non si porrebbe neppure il problema, poi, se ci fossero quelle norme sul conflitto d’interesse che mai sono state varate in Italia e non è ovviamente un caso.
Ricordiamo infine che la quotazione di Rai Way è stata sì un successo (per il valore effettivo della società) ma è stata anche concepita senza alcun disegno strategico, in conseguenza solo dello sciagurato taglio di 150 milioni da parte del Governo Renzi alla Rai a mo’ di risarcimento. Se l’idea era invece quella di creare una società pubblica (e tale deve essere, a rigor di logica) per le torri di trasmissione che operi non solo per la Rai ma anche per altri, creando un polo ‘neutro’ su questo fondamentale fronte, il Governo doveva specificare tutto meglio. Forse, se questo fosse avvenuto, Mediaset non avrebbe neppure concepito questa clamorosa operazione.