Pur non abbandonando l’analogico, che secondo l’editore Suraci resterà per almeno altri 30 anni, RTL102.5 investirà un’ulteriore consistente cifra nel DMB-T. Giudizio positivo da parte della Frt.
L'editore di RTL 102.5 Lorenzo Suraci ha deciso di scommettere ancora sulle nuove tecnologie, mettendosi sulla scia della sperimentazione Rai, che, dal 1° febbraio (e per sei mesi), vede in onda sulla rete pubblica di trasmettitori digitali in banda terza, con l'evoluzione del DAB-T, il DMB-T, standard di origine coreana (qui i ricevitori avrebbero superato 2,6 milioni di unità) recentemente adottato anche in Germania
In un'intervista rilasciata ad un noto quotidiano economico, Suraci prende atto delle critiche sin qui mosse al DAB-T e osserva che le nuove tecnologie non potranno soppiantare la modulazione di frequenza, che "resterà analogica per i prossimi 20-30 anni" e che si seguirà un processo di digitalizzazione progressiva (come sta avvenendo negli Stati Uniti, col sistema IBOC-HD Radio).
Secondo il patron di RTL, la sinergia tra i nuovi strumenti di diffusione è l'unico simulcasting possibile e il DMB-T si presta a questa strategia. Per questo motivo RTL, che ha investito negli anni circa 20 milioni di euro per i nuovi standard digitali della Radio, incrementerà tale somma con uno stanziamento di 7-8 milioni di euro nel 2007 per la capillarizzazione del segnale in tecnologia DMB-T, rendendosi peraltro disponibile ad ospitare come network provider le emittenti interessate a sperimentare tale strumento. Lo standard DMB-T potrebbe effettivamente rappresentare, se non una definitiva svolta, una componente interessante per la progressiva traduzione in tecnica numerica delle trasmissioni radiofoniche. Secondo Suraci, il DMB-T potrebbe garantire costi di affitto dei mux inferiori rispetto al DVB-H.
Un giudizio positivo su questi sviluppi è stato espresso dall'associazione Frt:
«Un segnale concreto per lo sviluppo della radiofonia digitale, cui ha di buon grado collaborato, seppur marginalmente, anche il Consorzio CR DAB costituito da emittenti associate alla FRT, mettendo temporaneamente a disposizione a fini sperimentali le frequenze assegnategli dal Ministero delle comunicazioni. Si sta parlando dell'accordo tra la Rai - che come servizio pubblico si sta ponendo finalmente all'avanguardia nel processo di innovazione tecnologica nella radiofonia, come da sempre auspicato dalla FRT - attraverso la propria consociata RaiWay e l'ETRI, ente governativo coreano, leader nella ricerca e sviluppo delle tecnologie elettroniche e di telecomunicazione; un ente che ha contribuito a favorire il successo della diffusione del T-DMB in Corea del Sud dove gli utilizzatori hanno superato i 2,6 milioni.
L'intesa è stata illustrata il 15 febbraio a Roma nel corso di un incontro, cui hanno partecipato numerosi operatori del settore radiofonico, fra cui il Presidente dell'Associazione Radio FRT, Roberto Giovannini e l'editore di RTL 102,5 Lorenzo Suraci, nel corso del quale RaiWay ha annunciato i punti essenziali dell'accordo di cooperazione con l'ETRI per lo sviluppo della sperimentazione tecnologica della radio digitale T-DMB in Italia, delineando le modalità della sperimentazione del T-DAB, già avviata da RaiWay a partire dal 1° febbraio 2007
Si è parlato anche delle prospettive di sviluppo dei servizi e della tecnologia derivanti da questa importante collaborazione. Il sistema, è stato precisato, non si prefigge di sostituire le attuali reti analogiche in AM e FM, ma vuole migliorare la copertura e la qualità di ascolto puntando a un ricevitore multistandard in grado di scegliere automaticamente la migliore rete su cui sintonizzare i programmi. Questa nuova tecnologia che ha caratteristiche peculiari di grande efficacia e qualità dei servizi, permetterà alla Rai di sviluppare una rete nazionale con investimenti estremamente contenuti, se paragonati a quelli di tecnologie concorrenti. La facilità realizzativa della rete e la disponibilità sul mercato di ricevitori a basso costo permetteranno infatti al broadcaster pubblico di affrontare con tranquillità l'evoluzione tecnologica.
L'Associazione Radio della FRT esprime soddisfazione per il fatto che anche la Rai sia venuta sulle posizioni per cui da anni si è battuta. Occorre ora che l'Autorità e il Ministero delle Comunicazioni facciano la loro parte in sede regolamentare per consentire anche agli editori privati analoghe possibilità di iniziativa per lo sviluppo tecnologico del mezzo radiofonico».