Risolta ‘provvisoriamente’ la crisi alla Rai, dopo molti dubbi. Meocci, in attesa dei ricorsi, va in aspettativa. I poteri vanno all’intero Cda, quello di firma a Petruccioli.
Vediamo i particolari delle decisioni di oggi del Cda Rai dal sito www.repubblica.it:
«Un periodo di aspettativa per Alfredo Meocci; i poteri del direttore generale che vengono rilevati dal Consiglio di amministrazione Rai e, per esso, il potere di firma al presidente Claudio Petruccioli.
Sono queste le decisioni del Cda di viale Mazzini a conclusione di una lunga riunione, per la gran parte assorbita dalla vicenda di Meocci, una settimana fa dichiarato dall'Autorità garante nelle Comunicazioni incompatibile con la carica di direttore generale. Riunione cui Meocci non ha preso parte, per ovvie ragioni di opportunità.
Toccherà dunque al Cda d'ora in poi occuparsi anche delle incombenze proprie del dg, in attesa che l'intera vicenda abbia la parola fine. È infatti prevedibile il ricorso dello stesso Meocci al Tar del Lazio, per chiedere intanto la sospensiva della decisione dell'Agcom, che oltre alla dichiarazione di incompatibilità significa anche una sanzione pecuniaria di circa 374mila euro. E in caso di sospensiva accordata, la questione sulla direzione generale della Rai resterebbe aperta almeno fino a quando l'iter non venga ultimato.
In più c'è anche in piedi il ricorso della stessa azienda: l'Agcom le ha infatti inflitto una sanzione pecuniaria di ben 14 milioni di euro e a viale Mazzini non è stata affatto digerita bene quest'altra decisione. Sarà un ricorso a sé, che si muoverà indipendentemente da quello proposto da Meocci.
Per ora è saltata l'ipotesi di una soluzione-ponte come quella di affidare i poteri al capo dello staff della direzione generale, Lorenza Lei, oppure al capo dell'ufficio legale Rai, Rubens Esposito».
Queste decisioni - ci pare - hanno il pregio di sgombrare il campo da due soluzioni poco plausibili: una permanenza in carica di Meocci, in attesa dei ricorsi, che sarebbe stata quasi una 'sfida' di fronte a una decisione pesante ma tutt'altro che avventata dell'Authority (e che, va aggiunto, si poteva prevedere anche in partenza, un anno fa, evitando di eleggere Meocci, presunto 'incompatibile' già allora); una elezione-blitz di un nuovo direttore generale del Centro-Destra in assenza di Governo e con una maggioranza nel Cda Rai che non è più quella che governerà il Paese.
Resta però il fatto - ed è l'elemento negativo - che la Rai naviga ancora nella nebbia e qui resterà per un bel po', in attesa di nuovi dirigenti più 'sicuri' e duraturi.